Operai all'ingresso di Fincantieri a Palermo |
In trentasette, tutti iscritti alla Fiom,
sono stati difesi dall'avvocato Lanfranca. “Per noi si tratta di una
grande vittoria. La sentenza riconosce l'innocenza degli operai e ristabilisce
la verità dei fatti”.
Palermo 12
novembre 2019 – Assolti gli operai di Fincantieri per “non aver commesso il
fatto”. Si è concluso questo pomeriggio il lungo processo davanti alla
seconda sezione penale del Tribunale di Palermo, che ha visto imputati 38
operai di Fincantieri che nel luglio 2011 avevano partecipato a uno sciopero,
durato 11 giorni, proclamato per il mancato arrivo a Palermo di una commessa da
70 milioni di euro.
I 38 operai, di cui 37 iscritti alla Fiom (uno di loro è deceduto nel
frattempo), difesi al processo dall'avvocato Fabio Lanfranca, furono
accusati dall'azienda di reati tra i quali danneggiamento aggravato,
violenza privata e manifestazione non autorizzata. Reati nel frattempo
andati in prescrizione. La sentenza di assoluzione è stata emessa dal giudice
Sabrina Argiolas.
“Il
giudice, nonostante l'intervenuta prescrizione, ha riconosciuto gli
operai, totalmente estranei ai fatti addebitati – dichiara
l'avvocato Fabio Lanfranca - Operai accusati ingiustamente, che hanno
dovuto subire un lungo processo, in cui ci siamo difesi citando 23
testimoni in aula, tra cui molti operai. Non tutti sono venuti in aula
perchè non hanno avuto dall'azienda il permesso per assentarsi”. “I
fatti – aggiunge Lanfranca - si riferiscono a giornate caldissime di
sciopero degli operai di Fincantieri, che entrano in mobilitazione in seguito alla notizia del mancato arrivo di una importante commessa,
fatto che per Palermo avrebbe avuto come conseguenza l'aumento della cassa
integrazione per tantissimi di loro. Seguono le settimane di sciopero in cui
gli operai rinunciano al salario, dormono di notte sul tetto della
palazzina della direzione, occupata proprio per difendere il posto di
lavoro”.
Gli imputati assolti esprimono la loro soddisfazione. “Per noi è
una grandissima vittoria. Si chiude positivamente, per me, per le altre
due Rsu della Fiom, Serafino Biondo e Giuseppe Pirrotta, e per gli altri
compagni di lavoro iscritti alla Fiom, una vicenda amara che ci ha visti
in questi anni, adesso lo possiamo dire, ingiustamente sul banco degli
imputati – dichiara Francesco Foti, segretario Fiom Cgil Palermo, ai tempi Rsu
della Fiom a Fincantieri - Colpiti per avere lottato per il mantenimento
del lavoro e per la tenuta stessa del cantiere”. “Su più di un migliaio di
lavoratori che assieme a noi aveva partecipato allo sciopero – aggiunge Foti -
fu incolpato il gruppo dirigente della Fiom, per avere
occupato la strada e gli uffici della dirigenza. Qualche operaio
salì anche su una delle gru. Quella lotta per noi era importante, perché Fincantieri ci aveva comunicato che saremmo andati in cig a zero
ore, per un periodo illimitato. E grazie a quella battaglia arrivò invece
la commessa dell'Alba Marina della Edison, per una trasformazione che ha dato
lavoro per 18 mesi non solo a noi ma a tutti dipendenti di Fincantieri e
a più di un migliaio di operai dell'indotto. Saremo sempre pronti a
tutelare il nostro lavoro e lo stabilimento che esiste da 130 anni e che ancora
oggi rimane l'unica e più importante realtà produttiva palermitana”.
Al processo Fincantieri – rappresentata in aula dai legali genovesi - si
era costituita parte civile nei confronti dei dipendenti. Il processo nasce da
una denuncia presentata dall'allora direttore responsabile del Cantiere di
Palermo. I principali testimoni dell'accusa sono stati i responsabili del
servizio di vigilanza. “Con i nostri testimoni aggiunge l'avvocato della
Fiom Lanfranca - abbiamo dimostrato l'inattendibilità della ricostruzione
dei fatti da loro narrati”.
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