La commissione antimafia in visita al Cidma |
Corleone, 28 novembre 2019.
Una delegazione della Commissione nazionale antimafia, guidata dal suo
presidente, Nicola Morra, è stata oggi in visita a Corleone. Dopo le audizioni
a Palermo che si sono svolte ieri e stamani, il pomeriggio di oggi è stato
dedicato agli incontri corleonesi. La prima tappa è stata via
Cesare Terranova che, fino ad un anno fa, si chiamava via Scorsone. Oggi qui
continua a vivere la vedova del boss Totò Riina, Ninetta Bagarella. Il 17
novembre 2018, le tre commissarie prefettizie che hanno retto il Comune tra il
2016 e il 2018, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, hanno
intitolato la strada al giudice ucciso dalla mafia a Palermo il 26 settembre
1979.
Ad attendere Morra e i
rappresentanti della Commissione c’era un gruppo di studenti delle due scuole
superiori di Corleone, l’Istituto agrario “Di Vincenti” e il liceo “Don
Giovanni Colletto”. Gli allievi hanno letto alcuni brani tratti da testi del
giudice Terranova. Tra i presenti anche il prefetto di Palermo Antonella De
Miro, Rosanna Mallemi e Giovanna Termini, due delle commissarie prefettizie a
Corleone fino a novembre dello scorso anno, assessori, presidente del consiglio
comunale e consiglieri di maggioranza e opposizione, il segretario generale del
Comune di Corleone, il deputato nazionale Giuseppe Chiazzese, i parenti del
giudice Terranova, Vincenzo Agostino, padre dell’agente di polizia Antonino
ucciso nel 1989.
“In questa strada abita la
signora Bagarella – ha affermato il sindaco Nicolò Nicolosi -, moglie di un
soggetto noto a tutti, Salvatore Riina. E’ stato uno dei peggiori capimafia
dell’Italia, uno stragista di cui Corleone si è vergognata e di cui Corleone si
è liberata. Le nuove generazioni hanno acquisito il convincimento che la mafia
è un disvalore, che la mafia ha bloccato lo sviluppo di Corleone, che per
fortuna lo Stato si è riappropriato del controllo del territorio e che esistono
dirigenti che guardano avanti. Il 25 novembre 2018, questa città ha detto il
suo no per sempre alla mafia. La presenza della Commissione nazionale antimafia
oggi ci conforta in un percorso iniziato già con la gestione commissariale e
che noi vogliamo continuare attuando tutti gli sforzi possibili”.
“Qualcuno può pensare che
essere qui sia una passerella - ha detto il presidente Morra -, ma invece è una
sfida. Alcuni corleonesi hanno reso tristemente nota questa comunità. Cosa
Nostra e tutte le mafie tolgono dignità a chi non riesce a sconfiggere questa
mentalità di sopraffazione, questa mentalità predatoria. Cosa nostra ha
impoverito un territorio che era straordinariamente ricco. Culturalmente la
Sicilia era un faro nel mondo. Adesso conserva le testimonianze di questa epoca
passata, ma l’attende un compito che soprattutto i giovani dovranno portare
avanti: il compito di riportare quest’Isola a livelli di considerazione
meritevoli. Prendo l’impegno, fin quando presiederò la Commissione e ogni volta
che potrò, di passare anche fisicamente da queste parti”.
La seconda parte della
visita si è svolta all’interno del CIDMA, il Centro di documentazione sulle
mafie e del movimento antimafia, che custodisce i faldoni del “maxi processo” e
una mostra permanente di fotografie di Letizia Battaglia, testimone, con la sua
macchina fotografica, degli eventi più sanguinosi e dei delitti più efferati
avvenuti in Sicilia. La delegazione della Commissione si è soffermata a lungo
nella cosiddetta “stanza dei faldoni”. Il senatore Pietro Grasso, che fu
giudice a latere del processo che portò alla sbarra oltre 400 mafiosi, ha fatto
da “cicerone” in particolare sulle trascrizioni delle deposizioni di Tommaso
Buscetta a Giovanni Falcone, che, di fatto, hanno dato il via alle indagini
sfociate nel “maxi processo”.
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