La caditoia all'ingresso del cimitero di Corleone |
SILVIA BUFFA
Luciano Labruzzo non
può entrare al cimitero per colpa delle caditoie all'ingresso, in cui le
ruote della sua carrozzina si incastrano. E punta il dito contro la scarsa
attenzione del Comune. Ma il sindaco assicura che sta lavorando perché il paese
sia «agibile per tutti»
«Siamo in carrozzina da anni, vogliamo uscire anche noi. Ma a Corleone
non si può». Tra caditoie pericolose a guardia di ingressi
pubblici, strade disseminate di buche e avvallamenti e scivoli puntualmente
occupati da auto posteggiate il paese è praticamente invivibile per chi,
come Luciano Labruzzo, è costretto a muoversi su una sedia a
rotelle. In carrozzina ormai da anni, l'uomo sabato scorso è andato da solo al
cimitero comunale per portare dei fiori sulla tomba dei genitori. Una cosa come
un'altra in un giorno in cui in tanti, approfittando della ricorrenza del 2
novembre, si sono recati in visita dai propri cari che non ci sono più.
Tanti tranne lui, però. Che è rimasto fuori dal cimitero senza alcuna
possibilità di potervi entrare. Anzi, di poter varcarne addirittura la soglia.
«Sono dovuto tornare indietro perché le caditoie che
sono davanti ai due ingressi sono un ostacolo per la mia carrozzina a
spinta, che ha delle ruote molto sottili che la rendono molto più
leggera - racconta -. Sono dovuto tornare a casa, questo mi ha fatto
arrabbiare in una maniera furibonda, non so cosa avrei fatto. L'unico mezzo che
avevo per le mani erano i social. E quindi ho scritto tutto quello che mi
era appena successo». Luciano denuncia, si sfoga, lancia appelli e chiede
soprattutto risposte. Raccoglie immediatamente la solidarietà dei suoi
concittadini, ma non solo. «Sono stato anche aggredito privatamente dalle
forze politiche, le stesse che non in pratica non hanno capito che la
barriera non è solo il gradino».
«Se una ruota si infila dentro a una caditoia io cado a terra e se
succede mi faccio male di sicuro - continua Luciano -. A Corleone non è
possibile andare in carrozzina, sia soli che accompagnati, anche
perché le strade sono piene di buche e quindi anche camminare per
strada diventa complicatissimo. Ho un amico, in carrozzina anche lui, che
addirittura spesso non riesce nemmeno a uscire di casa perché il
marciapiede e lo scivolo sono sempre occupati dalle auto posteggiate.
Quindi lui rimane praticamente prigioniero». Avvisare i vigili spesso risolve
la situazione. Loro arrivano e multano il trasgressore. Ma per Luciano non si
tratta solo di un problema di scarsa civiltà ed educazione
civica. «Dobbiamo metterci dentro anche la scarsissima sensibilità
delle istituzioni - torna a dire -. Se ce ne fosse di più, quella
farebbe davvero tantissimo».
Ma Corleone, secondo l'uomo, sarebbe ancora molto lontana dall'adottare gli
strumenti giusti per affrontare un tema tanto stringente. Chi si pone oggi la
questione della vivibilità, oltre che mobilità, di un disabile? Solo un
disabile, a quanto pare. O, almeno, a Corleone. «Ho chiesto le scuse
ufficiali del sindaco in persona, ho già avuto in privato quelle del
vice sindaco e del presidente del consiglio. Il primo cittadino, invece, ad
oggi sembra ignorarmi». Ma Luciano è intenzionato ad aspettare, armandosi di
pazienza e soprattutto di buona volontà per la lotta che intende portare avanti
ad ogni costo. «Non è la prima battaglia in cui mi imbatto: alla
precedente campagna elettorale avevo invitato i candidati alla
poltrona di sindaco a venire a casa mia e a provare la mia carrozzina». Se
si siederanno lì sopra, pensa, forse riusciranno a vedere il paese e la vita
dal suo punto di vista.
«Sono venuti tutti e tre e tutti e tre mi hanno chiesto il voto, solo che
poi non c'è stato più niente. Mai, fino ad oggi, un atto ufficiale che
faccia pensare che qualcosa stia effettivamente cambiando, niente di
niente. Nella sede principale del Comune non esiste nemmeno l'ascensore, in
altre sedi non funzionano o sono in posti difficilmente raggiungibili se
per esempio sono solo e non mi accompagna nessuno. Ma io insisto,
continuerò questa battaglia - dice -. Io resterò definitivamente seduto su
questa sedia, ormai, non posso pensare di vivere gli anni che mi
restano come fossero un fardello. Ma ripeto, sono uno che combatte, io non
mi arrendo». A non arrendersi, però, è in realtà anche il primo
cittadino Nicolò Nicolosi, tirato in ballo proprio da Luciano
Labruzzo. Che, in fatto di disabilità, dice di essere impegnato a trovare la
soluzione migliore perché i tanti problemi denunciati dai concittadini siano
risolti una volta e per tutte.
«Il problema me lo sto ponendo per tanti altri luoghi del Comune
di Corleone - assicura il sindaco Nicolosi -. Ho già avuto
dei contatti con l'assessorato alle Autonomie locali, che mi ha
rinviato all'assessorato alla Famiglia, cioè quello preposto a occuparsi
dell'abbattimento delle barriere architettoniche. Per fare un'operazione che
sia riferita a tutti gli uffici comunali bisognerà certo avere un po' di soldi
a disposizione, cosa di cui mi sto già occupando». Mentre per quanto riguarda
il cimitero comunale del paese e quanto denunciato da Luciano, il sindaco
assicura che oltre a quello principale ci sono anche due accessi laterali
perfettamente a misura di disabile, «lì i gradini non ci
sono». E se il problema fossero anche, per esempio, le caditoie come
accaduto per Luciano?
«Chi lo conosce bene mi ha detto che spesso qualcuno lo accompagna», dice
Nicolosi, lasciando intendere che forse la soluzione sarebbe quella di non
girare da soli. E chi non può? «Forse la sua contestazione è un po'
pretestuosa, ma dal punto di vista generale la protesta e l'appello sono
corretti. Noi stiamo lavorando perché a Corleone ci sia agibilità per
tutti, quindi affinché i cosiddetti diversamente abili abbiano tutte le
opportunità che hanno gli altri - assicura -. Conosco il problema, sto cercando
di trovare la maniera per affrontarla in modo risolutivo, il Comune deve
provvedere a che tutti, qui, siano in condizioni di assoluta parità».
MERIDIONEWS, 7 NOVEMBRE 2019
Nessun commento:
Posta un commento