Il sindaco Nicolò Nicolosi conferisce la cittadinanza onoraria alla d.ssa Termini, alla d.ssa Mallemi, alla d.ssa Cacciola e a S.E. il prefetto De Miro |
Corleone,
30 novembre 2019. Il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi ha conferito stamani
la cittadinanza onoraria al prefetto di Palermo, Antonella De Miro, e alle tre
commissarie prefettizie Giovanna Termini, Rosanna Mallemi e Maria Cacciola, che
hanno retto il Comune per due anni e mezzo dopo lo scioglimento per mafia, avvenuto
nel 2016. La cerimonia si è svolta nell’Aula consiliare “Bernardino Verro” alla
presenza di giunta e consiglio comunale, autorità civili e militari, sindaci
del territorio, dell’arcivescovo della diocesi di Monreale, monsignor Michele
Pennisi, magistrati, deputati nazionali, funzionari sovraordinati, i familiari
di Cesare Terranova, il figlio di Lenin Mancuso, il poliziotto rimasto ucciso
insieme al giudice Terranova nel 1979.
Il
conferimento della cittadinanza onoraria era stato approvato dal consiglio
comunale il 2 settembre scorso. “Il prefetto di Palermo e le commissarie
straordinarie - si legge nella motivazione -, nell’esercizio delle rispettive
funzioni attribuite dalla legge, si sono contraddistinte nell’azione di
prevenzione e di contrasto al crimine organizzato di stampo mafioso e
nell’azione di ripristino e di rafforzamento della legalità nel territorio,
costituendo esempio di un percorso virtuoso finalizzato a restituire dignità e
onore alla comunità corleonese”.
“Sono
stato qui qualche mese prima della fine della gestione commissariale – dice il
sindaco Nicolosi -: c’era tanta gente che ci esprimeva il bisogno di lavorare
per una crescita di Corleone, per raggiungere obiettivi economici importanti.
La premessa allo sviluppo è la legalità, sia nel paese che all’interno
dell’amministrazione comunale come elemento di guida di una comunità. Mancando
i presupposti della legalità, delle strutture e delle infrastrutture che
funzionano, lo sviluppo diventa impossibile. Noi abbiamo acquisito un aspetto
importante, che è la ricollocazione della città dentro i binari corretti di un
cammino di legalità. Il nostro compito è far crescere Corleone ed è un percorso
che è già iniziato con le tre commissarie prefettizie. Insieme a tutta la
giunta e ai consiglieri, rinnoviamo qui oggi il nostro impegno ad andare avanti
su questa strada”.
Lo
scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose risale al 12 agosto 2016
quando era sindaco Lea Savona. Era stato deciso dall’allora ministro
dell’Interno Angelino Alfano a causa di una serie di appalti, ad esempio quello
relativo alla costruzione di un impianto polivalente al campo sportivo. Dopo i
primi 18 mesi, il commissariamento fu successivamente prorogato di altri 6.
“Ricordo bene il periodo che ha preceduto tali eventi – afferma Pio Siragusa,
presidente del consiglio comunale -. In qualità di consigliere d’opposizione ho
denunciato più volte agli organi competenti le persistenti violazioni della
legge perpetrate dall’amministrazione che in seguito fu sciolta. Alla
commissione straordinaria dobbiamo tanto”.
Giovanna
Termini, vice prefetto, Rosanna Mallemi, vice prefetto aggiunto, e Maria
Cacciola, funzionario economico finanziario, inviate dal prefetto Antonella De
Miro, hanno retto il Comune di Corleone da agosto del 2016 a novembre del 2018,
a ridosso delle elezioni amministrative del 25 novembre. “Sono state tutte e
tre all’altezza di questo compito - dice il prefetto De Miro -. Non era una
sfida banale e io ne vado molto fiera. Lo Stato doveva vincere costruendo un
percorso di legalità insieme alla città. Hanno vissuto anche momenti
difficili. In quel periodo sono morti sia Riina che Provenzano, ma loro sono
state capaci di comunicare con i media in maniera impeccabile, nel massimo
rispetto dell’onore di Corleone. Questa sfida continua perché si deve saper
individuare il pericolo della mafia, che non è sconfitta. E’ una mafia che ha
abbandonato le stragi, ma preferisce insinuarsi nella pubblica amministrazione
e nell’economia. Raccomando quindi un’attenzione vigile, rivolgendomi anche
agli altri sindaci qui presenti”.
Tra
le varie azioni compiute dalla commissione prefettizia si ricorda la
costituzione di parte civile contro le cosche mafiose locali, l’attivazione di
procedimenti disciplinari e il licenziamento di un dipendente comunale
coinvolto nell’inchiesta “Grande Passo”, la riorganizzazione del personale
comunale, in particolare in alcuni settori considerati più sensibili, la
gestione dell’emergenza in occasione dell’alluvione del 3 novembre 2018, l’utilizzo
della casa confiscata al boss Rosario Lo Bue come sede di uffici comunali e del
Consorzio Sviluppo e Legalità. Tra i meriti anche quello di essere riuscite a
far mettere in regola la famiglia di Totò Riina con i pagamenti sulla tassa dei
rifiuti.
A
loro si devono poi il Memorial Letizia, un torneo di calcio per ricordare il
piccolo Salvatore Letizia, ucciso a 12 anni da uomini di Luciano Liggio per
aver visto gli assassini del sindacalista Placido Rizzotto; l’intitolazione
dell’asilo nido comunale di contrada Punzonotto a Caterina e Nadia Nencioni,
due bambine morte nella strage dei Georgofili a Firenze, il 27 maggio 1993;
l’intitolazione a Cesare Terranova di via Scorsone, dove abitava Totò Riina e
dove tuttora vive la vedova Ninetta Bagarella. “E’ stato un segno di rottura –
conferma il prefetto -, interpretando un desiderio della comunità di non essere
più considerata capitale della mafia”.
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