TERMINI IMERESE (PA): Ieri
pomeriggio i Carabinieri della locale Compagnia hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Giudice per le
Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese nei confronti di Agostino RIO e Nicola BORDINO, termitani, rispettivamente
63enne e 49enne, ritenuti responsabili dei reati di usura e tentata estorsione
in concorso. Gli arresti sono conseguenza di un’attività d’indagine svolta dai Carabinieri di Termini Imerese, che ha
consentito di accertare che RIO aveva prestato, negli ultimi cinque anni, in
tre occasioni, somme di denaro ad un commerciante locale, applicando tassi di
interesse che variavano tra il 120 % e il 300 % annuo in base alla somma data
in prestito, con la collaborazione, per la fase di riscossione, del cugino
BORDINO.
L’indagine ha permesso inoltre di
contestare ai predetti il reato di tentata estorsione, per aver usato minaccia
nei confronti della parte offesa al fine di costringerlo a rispettare le
scadenze dei pagamenti degli interessi.
Per questi motivi RIO e BORDINO sono
stati tratti in arresto e tradotti rispettivamente presso la Casa Circondariale
A. Burrafato di Termini Imerese, in regime di custodia cautelare, e presso la
propria abitazione, agli arresti domiciliari, dove rimarranno a disposizione
dell’Autorità Giudiziaria.
La vittima: “la denuncia rende liberi”
«L’operazione che ha portato all’esecuzione dell’ordinanza di custodia
cautelare emessa nei confronti di Agostino Rio e Nicola Bordino,
responsabili dei presunti reati di usura e tentata estorsione in concorso nei
confronti di un noto commerciante di Termini Imerese, dimostra che la
denuncia rimane l’unica strada che può consentire di spezzare le catene che
portano le vittime a sottostare ai loro aguzzini. Grande plauso,
quindi, ai Carabinieri e alla Magistratura per essere intervenuti
tempestivamente e avere liberato dalla schiavitù dell’usura l’ennesima
vittima».
Lo afferma Nino Tilotta, presidente di Sos Impresa Sicilia,
associazione che segue il commerciante a cui Agostino Rio, aiutato in questo
dal cugino Nicola Bordino, da come si deduce dalle indagini, negli ultimi 5
anni aveva prestato somme di denaro con tassi di interesse che arrivavano anche
al 300 % annuo.
Una denuncia che ha portato all’arresto e alla traduzione di Rio nella Casa
Circondariale “A. Burrafato” di Termini Imerese in regime di custodia
cautelare, mentre di Bordino agli arresti domiciliari nella propria abitazione.
«Ciò che abbiamo vissuto in questi anni non si può immaginare – racconta
la vittima –. È qualcosa che cambia completamente la vita non
solo dal punto di vista economico. Non pensavo, però, che rivolgermi alle
forze dell’ordine potesse avere questo effetto liberatorio. Ero convinto che,
una volta raccontata la nostra storia, mi avrebbero rimandato a casa, dicendomi
che non potevano fare nulla. Invece, hanno subito compreso il dramma della
nostra famiglia, sostenendoci in tutte le fasi. Ho trovato le persone
giuste, peraltro assolutamente competenti, che mi hanno trasmesso
consapevolezza e forza. Non mi sono, infatti, mai sentito una vittima. Ora
lo posso dire: la denuncia rende liberi».
Una consapevolezza che è quasi il mantra dell’operato quotidiano di una
realtà come Sos Impresa.
«Questa storia ci dice che possiamo procedere tutti insieme con ancora più
determinazione - aggiunge Tilotta – invitando a rivolgersi
alle associazioni che sostengono le vittime in tutte le fasi della loro travagliata
vicenda. Noi ci siamo e operiamo in sinergia con le forze dell’ordine e
la magistratura, pronti a sostenere chi si rivolge a noi in tutto quello
che comporta scegliere la denuncia quale soluzione per interrompere il vortice
nel quale si cade in questi casi».
Palermo,
26 Ottobre 2019
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