EMANUELE MACALUSO
La Stampa,
ieri, ha pubblicato alcune delle lettere che negli Anni ‘30 si scambiarono il
grande poeta francese Paul Valéry e il grandissimo scienziato Albert Einstein.
Il quale era ebreo e la Germania nazista lo espulse dall’università, gli
sequestrò tutti gli averi e lo cacciò dal suo paese. La sintesi di queste
lettere può essere così formulata: il veleno del razzismo penetra in tutti i
paesi. Le lettere sono state raccolte e pubblicate in un libro curato dalla
studiosa Marina Teresa Giareri, dell’Accademia delle Scienze.
Ecco una
lettera di Valéry: “Carissimo Einstein, ho appreso con tristezza e ripugnanza
dai giornali il modo con cui è stato trattato e ciò che le è stato inflitto da
una politica insensata e bestiale. Un uomo come lei, la mente più possente, il
carattere più nobile e più semplice del nostro tempo, sia cacciato dalla sua
cattedra e dalla sua casa, spogliato dei frutti del suo lavoro, è un’azione la
cui sola possibilità basterebbe a condannare e a svilire un’epoca. Come lei e
il vanto del mondo che pensa, la sua sorte è l’onta del mondo che agisce. Lei è
un ‘Uomo dell’Universo’, ma sacrificato dall’idolo dello Stato. Ma sono
lietissimo di apprendere che le è stata offerta una cattedra al Collège de
France. Con i sensi della mia più sentita ammirazione”. Einstein rispose con
una lettera più lunga di cui riporto solo una frase: “Semmai nelle nazioni
ancora libere le menti migliori, fedeli agli ideali umanitari, non riusciranno
ad unirsi in un’azione vigorosa e concertata, il veleno razzista penetrerebbe
lentamente negli strati meno resistenti e politicamente instabili di quelle
stesse nazioni, dilagando senza alcuno ostacolo”.
Oggi siamo
nel 2019 e sappiamo quali tragedie e disastri hann provocato i regimi nazisti e
fascist che perseguitarono gli ebrei e li bruciarono insieme agli
zingari. Ma il veleno di cui parla Einstein in questa nostra epoca torna ad
intossicare parte dell’Europa, degli Usa e invade anche il nostro paese. Non
solo contro i neri e gli zingari ma, di nuovo, contro gli ebrei. Oggi La
Repubblica ospita un servizio di Piero Colaprico e ci informa che la senatrice
a vita Liliana Segre, superstite dei campi di sterminio nazisti, riceve più di
200 insulti quotidiani online. Ecco un esempio: “Questa ebrea di m... si chiama
Liliana Segre, chiedetevi che cazzo a (senza “h”) fatto per diventare senatrice
a vita stipendiata da noi ed è pro-invasione. Hitler, non ai fatto bene il tuo
mestiere”. Un altro: “Mi chiedo perché non sia crepata insieme ai suoi
parenti”.
Io dico:
guai a sottovalutare questi fenomeni, ovunque, in Italia e negli altri paesi
europei. In Italia abbiamo avuto un governo che ha alimentato il razzismo nei
cofronti dei neri e degli zingari. Basti pensare alle manifestazioni, in alcuni
quartieri romani, per impedire ad alcune famiglie di prender legittimamente
possesso di una casa assegnata secondo le graduatorie. Manifestazioni indette
da Casa Pound. Nonostante l’intervento della sindaca, Raggi, quelle famiglie
non hanno potuto abitare gli appartamenti assegnati. Il veleno, come diceva
Einstein, è penetrato nel nostro paese e la lotta contro di esso non si può
attenuare.
(26 ottobre
2019)
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