sabato, ottobre 26, 2019

IL RITORNO DEL “VELENO” RAZZISTA CHE COLPI’ EINSTEIN


EMANUELE MACALUSO
La Stampa, ieri, ha pubblicato alcune delle lettere che negli Anni ‘30 si scambiarono il grande poeta francese Paul Valéry e il grandissimo scienziato Albert Einstein. Il quale era ebreo e la Germania nazista lo espulse dall’università, gli sequestrò tutti gli averi e lo cacciò dal suo paese. La sintesi di queste lettere può essere così formulata: il veleno del razzismo penetra in tutti i paesi. Le lettere sono state raccolte e pubblicate in un libro curato dalla studiosa Marina Teresa Giareri, dell’Accademia delle Scienze.

Ecco una lettera di Valéry: “Carissimo Einstein, ho appreso con tristezza e ripugnanza dai giornali il modo con cui è stato trattato e ciò che le è stato inflitto da una politica insensata e bestiale. Un uomo come lei, la mente più possente, il carattere più nobile e più semplice del nostro tempo, sia cacciato dalla sua cattedra e dalla sua casa, spogliato dei frutti del suo lavoro, è un’azione la cui sola possibilità basterebbe a condannare e a svilire un’epoca. Come lei e il vanto del mondo che pensa, la sua sorte è l’onta del mondo che agisce. Lei è un ‘Uomo dell’Universo’, ma sacrificato dall’idolo dello Stato. Ma sono lietissimo di apprendere che le è stata offerta una cattedra al Collège de France. Con i sensi della mia più sentita ammirazione”. Einstein rispose con una lettera più lunga di cui riporto solo una frase: “Semmai nelle nazioni ancora libere le menti migliori, fedeli agli ideali umanitari, non riusciranno ad unirsi in un’azione vigorosa e concertata, il veleno razzista penetrerebbe lentamente negli strati meno resistenti e politicamente instabili di quelle stesse nazioni, dilagando senza alcuno ostacolo”.

Oggi siamo nel 2019 e sappiamo quali tragedie e disastri hann provocato i regimi nazisti e fascist  che perseguitarono gli ebrei e li bruciarono insieme agli zingari. Ma il veleno di cui parla Einstein in questa nostra epoca torna ad intossicare parte dell’Europa, degli Usa e invade anche il nostro paese. Non solo contro i neri e gli zingari ma, di nuovo, contro gli ebrei. Oggi La Repubblica ospita un servizio di Piero Colaprico e ci informa che la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dei campi di sterminio nazisti, riceve più di 200 insulti quotidiani online. Ecco un esempio: “Questa ebrea di m... si chiama Liliana Segre, chiedetevi che cazzo a (senza “h”) fatto per diventare senatrice a vita stipendiata da noi ed è pro-invasione. Hitler, non ai fatto bene il tuo mestiere”. Un altro: “Mi chiedo perché non sia crepata insieme ai suoi parenti”. 

Io dico: guai a sottovalutare questi fenomeni, ovunque, in Italia e negli altri paesi europei. In Italia abbiamo avuto un governo che ha alimentato il razzismo nei cofronti dei neri e degli zingari. Basti pensare alle manifestazioni, in alcuni quartieri romani, per impedire ad alcune famiglie di prender legittimamente possesso di una casa assegnata secondo le graduatorie. Manifestazioni indette da Casa Pound. Nonostante l’intervento della sindaca, Raggi, quelle famiglie non hanno potuto abitare gli appartamenti assegnati. Il veleno, come diceva Einstein, è penetrato nel nostro paese e la lotta contro di esso non si può attenuare. 

(26 ottobre 2019)

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