Giovanni Perrino in una foto scattata a Matera |
BARBARA
RODELLA
Per cinque anni è stato preside del Galilei
di Ostiglia e del Belfiore a Mantova: «Un dirigente deve avere degli obiettivi»-
E poi l’esperienza a Mosca dove ha dato vita al progetto Pria per la diffusione
della lingua italiana all’estero.
Professore di lettere, preside di licei importanti come il Belfiore e il Virgilio, funzionario all’estero per il ministero dell’Istruzione e degli Esteri. E poi scrittore, presidente dell’Anpi e per una breve parentesi «chiusa definitivamente» anche politico. Giovanni Perrino è un uomo dai mille volti. Filo rosso di tutta la sua vita è sicuramente la cultura: la passione per il sapere. L’amore per la storia e la letteratura è nata a Corleone dove si è diplomato al liceo classico.
Quindi l’iscrizione alla facoltà di lettere di Roma
dove ha iniziato, ancor prima della laurea arrivata a 23 anni, a entrare nelle
scuole medie come insegnante per le supplenze. Dalla capitale, discussa la
tesi, un ulteriore trasferimento a Trento per continuare gli studi in scienze
sociali. E col trasferimento, nel ’69, arriva il primo incarico ad Arco come
insegnante alle scuole medie. «I ragazzi mi accolsero con un biglietto con la
scritta: “non li vogliamo” - racconta - Si riferivano a me e a tutti quegli
insegnanti che avevano il primo incarico spostandosi dall’Emilia Romagna o da
altre regioni. In questi casi l’importante è non drammatizzare: non dare peso a
queste situazioni». Una mossa che è stata ripagata nel periodo natalizio quando
gli alunni gli hanno preparato cioccolatini e caramelle con il biglietto “per
il nostro professore”. «Ho ancora quel foglio» dice Perrino.Professore di lettere, preside di licei importanti come il Belfiore e il Virgilio, funzionario all’estero per il ministero dell’Istruzione e degli Esteri. E poi scrittore, presidente dell’Anpi e per una breve parentesi «chiusa definitivamente» anche politico. Giovanni Perrino è un uomo dai mille volti. Filo rosso di tutta la sua vita è sicuramente la cultura: la passione per il sapere. L’amore per la storia e la letteratura è nata a Corleone dove si è diplomato al liceo classico.
Da lì un susseguirsi di incarichi sia in
Sicilia, a Palermo, che nel Mantovano. Ma fu l’esperienza all’istituto Carlo
d’Arco che lo portò a intraprendere la strada come preside. «Abitando a Poggio
Rusco, insegnavo alla sezione staccata di Sermide. Quando divenne autonoma,
essendomi iscritto nelle graduatorie provinciali per diventare preside, il
Provveditore mi nominò per ricoprire la carica principale». Da allora divenne
preside di diverse scuole medie della provincia. Sua anche l’idea di dare il
nome di Calvino all’istituto, inaugurato proprio durante il suo mandato, di
Dosolo. Poi è arrivato il concorso di Stato e la carica da dirigente al Galilei
di Ostiglia e dal ’94 al ’99 al Belfiore di Mantova. In entrambi i casi per 5
anni. «Un dirigente scolastico deve avere degli obiettivi che vanno raggiunti
in un certo lasso di tempo» spiega. Fu proprio durante gli anni del Belfiore
che conobbe l’allora provveditore Anna Grimaldi. «Fu lei, nel ’99, trasferita
al Ministero, che mi chiamò a Roma. Il mio incarico riguardava le elementari
con focus sui problemi di abbandono minorile e criminalità organizzata. La zona
che mi era stata affidata era la Calabria. In particolare la provincia di Reggio:
Locri, San Luca, Africo. Lì tenevo corsi di aggiornamento per adeguare la
didattica alla situazione». Perrino si è poi occupato della scuola con le prime
immigrazioni girando l’Italia e di scambi culturali tra scuole con Paesi come
l’Albania, la Bosnia, la Serbia, la Slovenia viaggiando tutta Europa. Ad
avvantaggiarlo la sua ottima conoscenza dell’inglese che mastica fin da
bambino: «Mia nonna era figlia di un immigrato e viveva a Dallas» racconta l’ex
preside.
Ma il cambiamento più grande è arrivato con
il trasferimento a Mosca nel 2004 per ricoprire il ruolo di responsabile delle
scuole italiane in Russia, ma anche di quelle in cui si insegnava la lingua
dello Stivale e delle università con studi di italiano. Nei suoi 5 anni in
Russia ha dato vita al programma Pria (programma integrato per la diffusione
della lingua italiana). «In accordo col Ministero degli Esteri, le scuole che
volevano provare a inserire l’italiano dovevano preparare un progetto e
l’Italia inviava un neo laureato con studi di lingua russa. Per il ragazzo era
un’occasione, retribuita, per mettersi in gioco. Per la scuola di vedere se
istituire il nuovo insegnamento». Ora Perrino pensa a dedicarsi alla poesia che
coltiva dal 2004. Ma anche all’Anpi della Bassa Mantovana che lo vede presidente
e fondatore. «Obiettivo: studiare la resistenza nei nostri territori e far
conoscere la storia ai giovani» spiega. Ecco che i ragazzi e l’educazione
tornano al centro dei suoi pensieri. «Ma la scuola deve cambiare - suggerisce -
Non servono tante iniziative, ma un progetto globale in cui le varie materie si
interconnettono. Il docente deve instaurare rapporti chiari con i ragazzi: non
deve trasformarsi in un amico. Rispetto non è sinonimo di superiorità».
La Gazzetta di Mantova, 26.10.19
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