mercoledì, ottobre 02, 2019

Corleone, sulla seduta-fiume del consiglio comunale, gli schiaffi, le graduatorie ed altre amenità...

La seduta del consiglio comunale in villa del 28 settembre scorso

DINO PATERNOSTRO
La seduta-fiume del consiglio comunale di sabato scorso. Si, parliamone. Con una premessa: chi ha la curiosità di seguirlo integralmente, può ancora fare clic sul lungo video della seduta. A noi interessa solo fare alcune considerazioni da condividere con i lettori.
La prima considerazione è che una seduta consiliare aperta anche all’intervento dei cittadini è una scelta democratica da condividere (e da ripetere, come si è impegnato a fare o lo stesso sindaco). Ma regolamentandola in maniera rigorosa: gli interventi non devono durare più di 5-10 minuti. Altrimenti accadrà sempre che si parli per ore, ma ad intervenire siano solo poche persone. D’altra parte, quello che si dice in mezzora, lo si può dire (forse anche più efficacemente) in 5-10 minuti).

La seconda considerazione riguarda la denuncia del sindaco Nicolosi sul clima di violenza che si sta determinando a Corleone, anche per l’uso (a volte) inappropriato dei social, che ha portato un cittadino a dare uno schiaffo ad un consigliere comunale di maggioranza molto vicino allo stesso sindaco. Si tratta di un fatto gravissimo, che non può essere in alcun modo giustificato. Ma è necessario cercare di capire perché si verificano certe reazioni, che restano ingiustificabili, ma che occorre comprendere anche per prevenirne altre. Può darsi che ci sia un legame con le assunzioni fatte all’asilo-nido di amici e parenti di politici di maggioranza, giudicate clientelari? Certo, essere familiari di un politico o di qualcuno ad esso molto vicino non è in se’ una nota di demerito. Ma questi familiari dovrebbero anch’essi, come normali cittadini (quali sono!!!) Sottoporsi a regole condivise. Si faccia un bando (LO SI PUBBLICIZZI!!!), si stabiliscano dei criteri oggettivi di valutazione per le assunzioni e, alla luce di questi, si valutino le competenze di tutti, e quindi anche dei familiari dei politici in questione. Se invece con bandi non-bandi conosciuti solamente (o quasi) dagli “amici” o “parenti” interessati si assumono familiari con criteri esclusivamente discrezionali, questo può provocare la reazione (condannabile) di qualche cittadino. Magari sotto il profilo giuridico non si commetterà nessuna irregolarità, ma sotto il profilo morale qualche problema si pone.
La terza considerazione riguarda la famosa graduatoria dei bambini dell’asilo nido. Col bando si è preferito dare la precedenza ai figli di coppie in cui entrambi i genitori lavorano, e necessitano quindi di lasciare i bambini all’asilo nido. Criterio in se’ condivisibilie. ma questo ha fatto sì che, paradossalmente, si trovassero in pole position nella graduatoria i figli di coppie che lavorano con tutti i crismi, con regolare stipendio e annesi e connessi e che, proprio in virtù di questo, sono certamente più abbienti rispetto ad altri genitori che lavorano magari saltuariamente, svolgendo lavori più umili, magari senza contributi previdenziali, che necessiterebbero del servizio dell’asilo nido e che certamente avrebbero meno soldi per consentirsi di pagarlo! Ma se si ritiene sbagliato un criterio non lo si può modificare in corso d’opera con procedure opinabili; come, d’altra parte, per chiedere il rispetto del bando non ci dovrebbe essere bisogno del classico “lei non sa chi sono io!”.  

  1. Resta grave il fatto che anche quest’anno scolastico non comincia con il servizio di refezione. E, come ha denunciato il preside dell’I.C. “G. Vasi”, Vincenzo Di Salvo, è a rischio il tempo pieno per alcune classi (e di conseguenza alcuni posti di lavoro nella scuola). Possibile che la politica non riesca a trovare una soluzione? Tra l’appalto ad una ditta esterna e la gestione diretta sarebbe da preferire questa seconda soluzione. Ma si sta formando il personale? Si è completato l’acquisto delle attrezzature?
La quarta considerazione riguarda l’intervento in consiglio dell’on. Giuseppe Chiazzese. Certamente è stato sbagliato trascurare di invitare alle manifestazioni per l’anniversario della strage di via D’Amelio l’unico parlamentare nazionale corleonese. Però, on. Chiazzese, avremmo preferito che nel suo intervento entrasse più nel merito delle varie questioni drammaticamente aperte nel nostro territorio (a cominciare dal disastro della nostra rete viaria: sp4, sp2, ss118, strade interpoderali nelle campagne), lasciando cadere un velo di pietoso silenzio sul suo mancato invito ad una manifestazione o sulla mancata pubblicazione di foto in cui c’era anche lei...
La quinta considerazione riguarda l’intervento di Giuseppe Puccio, presidente della Confraternita del SS. Crocifisso della Catena, che ha sottolineato lo sforzo fatto dalla sua Confraternita per recuperare alcune tradizioni storico-religiose, con grande successo di pubblico e di critica. Magari potrebbe migliorare un po’ l’organizzazione, perfezionare i dialoghi del corteo storico con Federico II (che a Corleone non è mai arrivato) ed Oddone de Camerana, ma con l’esperienza tutto questo potrà certamente avvenire. Da prendere certamente in considerazione la proposta di Puccio di un coordinamento fra le confraternite corleonesi. Al riguardo, bisogna fare i complimenti anche alla Confraternita di San Bernardo, che ha organizzato una rivisitazione della vita del santo. Forse sarebbe stata auspicabile una “cantata” più sintetica e meglio intervallata dalla tradizionale “parlata” del cantastorie. Ma con l’esperienza anche questo potrà migliorare. 
Da sottolineare l’intervento DI Pino Marino, un anziano allevatore, che con la sua ars oratoria “naturale” ha sottolineato l’importanza vitale che ancora oggi hanno per Corleone e il Corleonese l’agricoltura e l’allevamento.
Infine, l’intervento dell’arch. Biagio Cutropia, molto polemico nei confronti del sindaco e dell’amministrazione comunale. In particolare Cutropia ha stigmatizzato l’atteggiamento di Nicolosi che “ha citato ironicamente il mio nome e cognome, pur non avendo io nessuna carica pubblica, con tentativi di irrisione per le mie proposte e per le mie critiche”. E il giorno dopo sulla sua pagina facebook ha aggiunto: “Vi è uno scivolamento verso una personalizzazione che trovo pericoloso. Per queste ragioni sospendo qualunque mia critica verso questa amministrazione”.
Nicolosi aveva irriso la proposta di Cutropia di una Corleone “capitale della cultura” italiana. C’è da dire che Cutropia, da parte sua, aveva fatto un accostamento tra l’amministrazione Nicolosi di oggi e l’amministrazione Savona di ieri, sciolta per infiltrazioni mafiose.
Voglio ricordare che Nicolosi, nella sua prima sindacatura (2002-2007) aveva presentato tre querele per diffamazione contro di me (che non avevo cariche pubbliche) e contro Città Nuove. Non per questo non lo ho più criticato. Nonostante non mi facesse alcun piacere essere querelato, non posso comunque non ricoscere che in una Corleone città di mafia costituiva un passo avanti la sostituzione della sub-cultura della violenza con la cultura della parola (foss’anche quella utilizzata per le querele). Nella Corleone di allora (con Provenzano ancora latitante) la contrapposizione col sindaco certamente non rafforzava me e Città Nuove. Ed accadde che la notte tra il 28 e il 29 gennaio 2006 “ignoti” bruciarono la mia vecchia Opel. Nella manifestazione di solidarietà organizzata dalla Cgil il sindaco Nicolosi partecipò con la fascia tricolore all’iniziativa del 30 gennaio in piazza Falcone e Borsellino, dando inizio alla stagione di rapporti anche critici, ma comunque civili.
Ecco, ci auguriamo che Cutropia continui – quando ne ravviserà le ragioni – a criticare il sindaco e la giunta, e che il sindaco e la giunta accettino serenamente le critiche di un cittadino. Nella consapevolezza che tutto si deve mantenere nell’alveo di un confronto democratico. Ancora una volta, a Corleone ad affermarsi dev’essere la “cultura della parola”, non la “subcultura della violenza” mafiosa e non. (dp)


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