La seduta del consiglio comunale in villa del 28 settembre scorso |
DINO PATERNOSTRO
La seduta-fiume del consiglio comunale di
sabato scorso. Si, parliamone. Con una premessa: chi ha la curiosità di
seguirlo integralmente, può ancora fare clic sul lungo video della seduta. A
noi interessa solo fare alcune considerazioni da condividere con i lettori.
La prima considerazione è che una seduta
consiliare aperta anche all’intervento dei cittadini è una scelta democratica
da condividere (e da ripetere, come si è impegnato a fare o lo stesso sindaco).
Ma regolamentandola in maniera rigorosa: gli interventi non devono durare più
di 5-10 minuti. Altrimenti accadrà sempre che si parli per ore, ma ad
intervenire siano solo poche persone. D’altra parte, quello che si dice in
mezzora, lo si può dire (forse anche più efficacemente) in 5-10 minuti).
La seconda considerazione riguarda la
denuncia del sindaco Nicolosi sul clima di violenza che si sta determinando a
Corleone, anche per l’uso (a volte) inappropriato dei social, che ha portato un
cittadino a dare uno schiaffo ad un consigliere comunale di maggioranza molto
vicino allo stesso sindaco. Si tratta di un fatto gravissimo, che non può
essere in alcun modo giustificato. Ma è necessario cercare di capire perché si
verificano certe reazioni, che restano ingiustificabili, ma che occorre
comprendere anche per prevenirne altre. Può darsi che ci sia un legame con le
assunzioni fatte all’asilo-nido di amici e parenti di politici di maggioranza,
giudicate clientelari? Certo, essere familiari di un politico o di qualcuno ad
esso molto vicino non è in se’ una nota di demerito. Ma questi familiari
dovrebbero anch’essi, come normali cittadini (quali sono!!!) Sottoporsi a
regole condivise. Si faccia un bando (LO SI PUBBLICIZZI!!!), si stabiliscano
dei criteri oggettivi di valutazione per le assunzioni e, alla luce di questi,
si valutino le competenze di tutti, e quindi anche dei familiari dei politici
in questione. Se invece con bandi non-bandi conosciuti solamente (o quasi) dagli
“amici” o “parenti” interessati si assumono familiari con criteri
esclusivamente discrezionali, questo può provocare la reazione (condannabile)
di qualche cittadino. Magari sotto il profilo giuridico non si commetterà nessuna
irregolarità, ma sotto il profilo morale qualche problema si pone.
La terza considerazione riguarda la famosa
graduatoria dei bambini dell’asilo nido. Col bando si è preferito dare la
precedenza ai figli di coppie in cui entrambi i genitori lavorano, e
necessitano quindi di lasciare i bambini all’asilo nido. Criterio in se’
condivisibilie. ma questo ha fatto sì che, paradossalmente, si trovassero in
pole position nella graduatoria i figli di coppie che lavorano con tutti i
crismi, con regolare stipendio e annesi e connessi e che, proprio in virtù di
questo, sono certamente più abbienti rispetto ad altri genitori che lavorano
magari saltuariamente, svolgendo lavori più umili, magari senza contributi previdenziali, che
necessiterebbero del servizio dell’asilo nido e che certamente avrebbero meno
soldi per consentirsi di pagarlo! Ma se si ritiene sbagliato un criterio non lo
si può modificare in corso d’opera con procedure opinabili; come, d’altra
parte, per chiedere il rispetto del bando non ci dovrebbe essere bisogno del
classico “lei non sa chi sono io!”.
- Resta grave il fatto che anche quest’anno scolastico non comincia con il servizio di refezione. E, come ha denunciato il preside dell’I.C. “G. Vasi”, Vincenzo Di Salvo, è a rischio il tempo pieno per alcune classi (e di conseguenza alcuni posti di lavoro nella scuola). Possibile che la politica non riesca a trovare una soluzione? Tra l’appalto ad una ditta esterna e la gestione diretta sarebbe da preferire questa seconda soluzione. Ma si sta formando il personale? Si è completato l’acquisto delle attrezzature?
La quarta considerazione riguarda l’intervento
in consiglio dell’on. Giuseppe Chiazzese. Certamente è stato sbagliato
trascurare di invitare alle manifestazioni per l’anniversario della strage di
via D’Amelio l’unico parlamentare nazionale corleonese. Però, on. Chiazzese, avremmo
preferito che nel suo intervento entrasse più nel merito delle varie questioni drammaticamente
aperte nel nostro territorio (a cominciare dal disastro della nostra rete viaria:
sp4, sp2, ss118, strade interpoderali nelle campagne), lasciando cadere un velo
di pietoso silenzio sul suo mancato invito ad una manifestazione o sulla
mancata pubblicazione di foto in cui c’era anche lei...
La quinta considerazione riguarda l’intervento
di Giuseppe Puccio, presidente della Confraternita del SS. Crocifisso della
Catena, che ha sottolineato lo sforzo fatto dalla sua Confraternita per
recuperare alcune tradizioni storico-religiose, con grande successo di pubblico
e di critica. Magari potrebbe migliorare un po’ l’organizzazione, perfezionare
i dialoghi del corteo storico con Federico II (che a Corleone non è mai
arrivato) ed Oddone de Camerana, ma con l’esperienza tutto questo potrà certamente
avvenire. Da prendere certamente in considerazione la proposta di Puccio di un
coordinamento fra le confraternite corleonesi. Al riguardo, bisogna fare i complimenti
anche alla Confraternita di San Bernardo, che ha organizzato una rivisitazione
della vita del santo. Forse sarebbe stata auspicabile una “cantata” più
sintetica e meglio intervallata dalla tradizionale “parlata” del cantastorie.
Ma con l’esperienza anche questo potrà migliorare.
Da sottolineare l’intervento DI Pino Marino,
un anziano allevatore, che con la sua ars oratoria “naturale” ha sottolineato
l’importanza vitale che ancora oggi hanno per Corleone e il Corleonese
l’agricoltura e l’allevamento.
Infine, l’intervento dell’arch. Biagio Cutropia,
molto polemico nei confronti del sindaco e dell’amministrazione comunale. In
particolare Cutropia ha stigmatizzato l’atteggiamento di Nicolosi che “ha
citato ironicamente il mio nome e cognome, pur non avendo io nessuna carica
pubblica, con tentativi di irrisione per le mie proposte e per le mie
critiche”. E il giorno dopo sulla sua pagina facebook ha aggiunto: “Vi è uno
scivolamento verso una personalizzazione che trovo pericoloso. Per queste
ragioni sospendo qualunque mia critica verso questa amministrazione”.
Nicolosi aveva irriso la proposta di Cutropia
di una Corleone “capitale della cultura” italiana. C’è da dire che Cutropia, da
parte sua, aveva fatto un accostamento tra l’amministrazione Nicolosi di oggi e
l’amministrazione Savona di ieri, sciolta per infiltrazioni mafiose.
Voglio ricordare che Nicolosi, nella sua
prima sindacatura (2002-2007) aveva presentato tre querele per diffamazione contro
di me (che non avevo cariche pubbliche) e contro Città Nuove. Non per questo
non lo ho più criticato. Nonostante non mi facesse alcun piacere essere
querelato, non posso comunque non ricoscere che in una Corleone città di mafia
costituiva un passo avanti la sostituzione della sub-cultura della violenza con
la cultura della parola (foss’anche quella utilizzata per le querele). Nella
Corleone di allora (con Provenzano ancora latitante) la contrapposizione col
sindaco certamente non rafforzava me e Città Nuove. Ed accadde che la notte tra
il 28 e il 29 gennaio 2006 “ignoti” bruciarono la mia vecchia Opel. Nella
manifestazione di solidarietà organizzata dalla Cgil il sindaco Nicolosi partecipò
con la fascia tricolore all’iniziativa del 30 gennaio in piazza Falcone e
Borsellino, dando inizio alla stagione di rapporti anche critici, ma comunque
civili.
Ecco, ci auguriamo che Cutropia continui –
quando ne ravviserà le ragioni – a criticare il sindaco e la giunta, e che il
sindaco e la giunta accettino serenamente le critiche di un cittadino. Nella
consapevolezza che tutto si deve mantenere nell’alveo di un confronto
democratico. Ancora una volta, a Corleone ad affermarsi dev’essere la “cultura
della parola”, non la “subcultura della violenza” mafiosa e non. (dp)
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