I precari "storici" dell'Asp rischiano di essere sorpassati dai più giovani |
La speranza era che, spente le luci dei riflettori, rilassate le
menti e riflettuto su quanto si era deciso, qualcuno tornasse indietro sui suoi
passi e desse altri segnali. Invece, il silenzio assoluto, anzi la
conferma che lo sciopero indetto per il 5 e 6 novembre è stato
annullato, anche se lo stato dio agitazione permane fino alla fine di
novembre, “in attesa dell’ulteriore incontro promesso er chiudere
definitivamente l’accordo “.
Che i giochi di potere sono sempre a discapito dei più deboli è cosa nota,
ma i 647 contrattisti amministrativi precari dell’Asp di Palermo credevano
- e forse, in cuor loro, lo sperano ancora - che regolarizzare una
situazione che va avanti da oltre 30 anni non fosse come chiedere la luna. Del
resto, si è detto in tutte le salse, lo prevede la legge emanata dal ministro
Marianna Madia che punta proprio a eliminare tutte le situazioni di
precarietà storicizzata trasformando i contratti in essere da tempo determinato
a tempo indeterminato nell’ambito della categoria di appartenenza.
A sostenerli in questa travagliata vicenda, è stata la Fials
- Confsal che, nonostante avessero provato a escluderla dai tavoli di
trattativa, ha potuto sottoscrivere un accordo che individua il percorso per la
ricollocazione e la stabilizzazione, utilizzando anche l’eventuale
ricollocazione, di tutto il personale contrattista entro il 2020.
«A fronte della delibera
n. 522 che prevede la stabilizzazione ex Legge “Madia” di 384 posti di Ctg. B -
si legge nella nota del sindacato -, l’amministrazione ha proposto l’ulteriore
ampliamento del fabbisogno di altri 50 posti di OSS, assumendosi l’onere della
formazione previa modifica del piano triennale, ovviamente solo in presenza di
volontarietà espressa da parte del personale interessato. Su tale proposta,
intesa quale adesione volontaria da parte del personale contrattista, non ci
siamo opposti, ritenendo la decisione di ogni singolo insindacabile. Fermo
restando che, comunque, mantengono il diritto a essere inseriti nelle
graduatorie delle altre qualifiche, per cui anche a formazione avvenuta,
potrebbe determinarsi il diritto all’inquadramento in altra qualifica
professionale messa a bando. Il punto forte dell’intesa, è costituito,
dalla stabilizzazione in Categoria B di altri profili professionali -
coadiutori amministrativi, operatori tecnici e non solo - presso le
Aziende Sanitarie limitrofe della provincia di Palermo».
Ovviamente i lavoratori non ci stanno, lo hanno detto prima, durante e
continuano a dirlo oggi.
«Noi non riteniamo questo
accordo una vittoria per noi - raccontano loro stessi - , i
primi veri precari storici entrati nel marzo del ’96 con la legge 85 del ’95.
La storia è nota. Non avendo sanato il precariato storico, ci
furono varie ondate di ingressi, nel ’99, nel 2001 e nel 2004. Questo periodo
pregresso, che va dal marzo ’96 al dicembre 2004, mentre lavoravamo per conto
dell’Azienda, pagati quota parte Inps e quota parte Asp, ce lo
hanno azzerato facendoci partire tutti dalla stessa data, ossia il 31 Dicembre
2004. Questo vuol dire che tutti coloro i quali siamo ex art. 23
andremo a essere distribuiti laddove riterranno più opportuno,
cambiando sede di lavoro e anche vita».
Non rientrando più nel piano di fabbisogno e non facendo più parte
dell'Asp, quindi, saranno soggetti a qualunque decisione.
«Per 1.200 euro al mese
ci dovremo spostare anche fuori distretto, finendo alla fine di una lista,
sorpassati dai più giovani perché, avendo figli ormai cresciuti, usciti dallo
stato di famiglia perché magari nel frattempo si sono sposati, non possiamo
godere dei diritti che avevamo 30 anni fa. Questa non è una
vittoria del precariato storico, ma un volere a tutti i costi fare entrare
quelli che vogliono loro e noi essere buttati fuori a calci nel sedere. Come
non si fa a capire che il precariato storico è stato bistrattato solo
per tristi giochi di potere? Loro che ne sanno del passato? Siamo
arrivati in azienda che con i computer facevamo a turno per lavorare su quei
pochi che esistevano. Che ne sanno gli attuali dirigenti di quello che
abbiamo fatto per questa azienda? Dire che siamo demoralizzati non
rende l'idea, ma non intendiamo stare zitti a sopportare. Non ce ne
staremo in silenzio e lotteremo fin quando avremo fiato per farlo».
Palermo,
28 Ottobre 2019
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