Un momento del dibattito |
Per
onorare la memoria di Giuseppe Rumore, pubblichiamo questa lettera, scritta in un italiano con inflessione dialettale, e tradotta dalla prof.ssa Rosetta Faragi in un italiano più fluente, il più
possibile fedele, per quanto la scrittura l’abbia permesso, in modo da rendere più fruibile tale importante documento.
***
MARIA VALLONE
Compagni, non dimenticate che i signorotti che vogliono il voto, lo hanno comprato, non solo con la moneta, ma anche con la polvere e con il sangue, avendomi loro assassinato il mio sposo e lasciandomi in mezzo a mille sciagure.
Compagni, non dimenticate che i signorotti che vogliono il voto, lo hanno comprato, non solo con la moneta, ma anche con la polvere e con il sangue, avendomi loro assassinato il mio sposo e lasciandomi in mezzo a mille sciagure.
L'intervento di Rosa Faragi, Alla sua destra: Rosa Orlando |
Ma i loro
signori, credevano, che io mi fossi scoraggiata, dopo tutto il loro buon
operato, essendo sicuri che io avrei dato qualche rimprovero al mio sposo
perchè lui era troppo immedesimato a queste elezioni. Io, certamente,
volevo strapparlo a questa mano assassina, perché, mentre fingevo di essere contraria, fu un conto
sbagliato che lor signori si son fatti! Io, nel mentre, mi assicuravo chi erano
i nemici del mio sposo, tanto, che i lor signori dell’onesta borghesia, quando
mi vedevano per le strade, allora, si mettevano a strillare a parlare per farmi
sentire: ”i socialisti vogliono fare il socialismo in casa altrui”.Ed io..non
gli davo retta, ma andavo a trovare il mio sposo e gli raccontavo tutto…e
lui..mi confortava e mi diceva : non li ascoltare!E ora che non ho a chi
raccontare, non mi scoraggio, sono superba, orgogliosa di avere perso il mio
tutto che sarà indimenticabile per me e per tutti anche per i sicari stessi che
lo hanno assassinato. Sappiano quanto sono stati miseri a levare la vita di
quest’uomo, senza nessuna ragione, solo per l’ideale che lui aveva. Noi che
abbiamo l’idea di non lavorare,
chissà, come ci finirà. Già i lor signori, ci hanno dato quella miseria di
denaro e ora non lo abbiamo più……allora si incoraggiano…facciamo un altro…ma
ora le rispondo io: “Non vedete che il
sangue innocente di Rumore grida
vendetta, evviva la rivoluzione!”.
E
tu, moglie mia, non temere, svegliati, e non piangere più nel bugigattolo della
tua casa!
Vai per conto mio a fare ciò che la coscienza
ti detta..racconta ai miei compagni che per il voto quanto sono capaci di fare! Nel mentre, io mi scervello, cosa devo raccontare e.. vado a
dormire e lui un’altra volta mi sveglia…e mi...parla…”non impaurirti poiché il
mio spirito è sempre con te”. Invogliata da questo sogno, racconto ai compagni
reduci da una lunga guerra che non sono stati che la borghesia ad ucciderlo e
questa è l’ultima parola che ha pronunciato la dolce bocca del mio Rumore. Loro
lo hanno ucciso e dico nello stesso tempo che ai borghesi non interessa
nulla se il popolo in tempo di guerra ha provato la fame e anche la sete.
Quando era sindaco Valenza e cercava di
interessarsi ai poveri loro dissero: Che
facciamo? Lo uccidiamo? Ma siccome teneva una numerosa famiglia, tutti parenti
fra di loro e c’erano pure delle persone di legge che avrebbero potuto scoprire
l’omicidio e farcelo costare caro, meglio farlo morire di crepacuore.. per
esempio quando lui emette qualche ordine (ordinanza?) noi, non la
facciamo eseguire. Ad incominciare con lo zucchero che a me aveva dato
l’incarico di rivendere, solo per le mogli dei prigionieri c’era la tessera di un kg al mese. Poi
venivano i signori con un sacchetto e ne volevano 8 e 9 kg. Io le prime volte
glielo davo poi andavo a raccontare tutto al sindaco e lui mi rimproverava e mi
diceva: “falli venire da me per la tessera”. Essi tornavano un’altra volta e
dicevano: “ Noi abbiamo parlato con il Sindaco del resto è parente nostro e ci
farà la tessera anche per 100 chili e nel mentre lo zucchero se lo dividevano
tra di loro e lo mandavano di qua e di la perchè i poveri non dovevano averne
perchè avevano i legumi da mangiare, senza prendere rivoltella contro gli
onorevoli, poi veniva il petrolio e prima andavano i fidati perché avevano
la società di “Sette cappotto” e ne volevano 6 latte per la masseria, altre 4
per le loro famiglie che sono figlie di Dio, mentre spuntava un altro amico della
mafia e non poteva dispiacersi ne voleva altre 10 latte e il Sindaco non
aveva tempo di vedere quando usciva il prezzo poi se andava al municipio e
trovava un affollamento di popolo e ne concedeva tessere secondo le condizioni
di famiglia questi si recavano dal rivenditore e già il petrolio era esaurito
in parte lo avevano fatto uscire di nascosto e alla bassa plebe gli toccava di
tornare con le bottiglie vuote e andare al letto al buio. Se qualcuno andava da
qualche consigliere della borghesia gli rispondevano di dire al sindaco che con
questa tessera se ne serva quando va alla latrina e il povero sindaco taceva ed
inghiottiva fiele . Anche Rumore, tutte e due tacevano, e aspettavano tempi
migliori, ma loro sono scomparsi e hanno lasciato i compagni che combattono con
la speranza di godere i loro figli. Io non ho più cosa dire, sono una
donna, ma mi limito a dirvi che la sedia che occupava il mio sposo, ora, vado dalle Leghe per occuparla io. Ora voglio dirvi
che al Sindaco Valenza giorni prima della sua malattia gli bruciarono una casa
in campagna e questa fu la cagione della sua morte, dalla rabbia! Non meritava simili
trattamenti. Il popolo non aveva ora più una persona dignitosa che lo ascoltava,
poi era rimasto il suo discepolo Rumore e siccome si sono persuasi che stava
superando la sua intelligenza credettero opportuno farlo assassinare …con la certezza di farsi le elezioni allegri
e cuocendo come la lumaca nel fuoco, la giustizia non è andata mai con le vittime cadute per l’idea specialmente
se cade un socialista. Se cade un cappello allora si che i socialisti li
mandano ( all’isola) persino le mogli…Appunto
per questo la mafia va avanti. Prima di uccidere il mio sposo, ci sono
state persone che sapevano qualcosa da persone di mafia fidata e non
hanno potuto salvare quella sera
quest’uomo! Spero di vendicarmi solo con la rivoluzione! Non c’è giustizia, io
non ho fiducia in nessuno, tutti sono fra di loro, Anche il Governo ha paura di
questa mafia e, con gli omicidi allo scoperto, non può fare il proprio dovere,
tanto che tengono le carceri pieni di innocenti, che non hanno fatto nulla. Per
ora ci sta un mio parente Giuseppe Marò, un vecchio socialista a motivo del suo
ideale gli hanno rubato le vetture mentre i tre figli prestavano
servizio in guerra, poi per un nonnulla lo hanno insultato nei suoi propri
fondi e per chiederne le ragioni lo hanno messo in carcere e fu tutta opera
di partito e mentre stava in carcere avvenne un mancato omicidio nella
stessa contrada e ne diedero la colpa a lui e lo dichiararono come mandatario e
per questo lo scesero nel carcere a Palermo a scontare per quello che a
lui non competeva. Se non finiscono queste elezioni, non si aprono le porte
dell’Ucciardone di Palermo, perché certi signori dell’alta borghesia hanno utilizzato
bene la penna sempre a suo carico, facendo capire alla famiglia che si interessavano
per farlo uscire.-------E per l’omicidio di questo socialista Rumore non
piangono i sicari stessi ne i mandatari, che furono allo scoperto la
stessa notte, non mi hanno interrogata, quando io stessa ho parlato per
l’intera notte. Mi domando come mai non vogliono sapere nulla. Dopo 4 o 5
giorni di lutto, venne in casa il capitano Minichetti per una visita per
informarsi di ciò che avevo detto la notte. Questo signore, non era sicuro di
quel mormorio che sentiva per le strade? E dov’ è il processo che lui ha
costruito con quel pezzo di carta che teneva in mano inutilmente? Poteva farne
a meno dopo tanti giorni recarsi in casa mia! Cosa mi importa che lo hanno mandato via! Ma nulla ancora
vedo spuntare di ciò che il mio cuore desidera e mi sento una voce all’orecchio:
Cosa vuoi tu con questo parlare? Dai solo fiato al vento senza che il tuo sposo
possa tornare. Io non ho nulla da sperare da parte di nessuno, solo mi resta di
dirvi, che quando il mio dire vi annoia, venite un’altra volta nella strada che
certo sarà chiamata Giuseppe Rumore
e così, vi vendicherete, del mio parlar tanto. Io, sarò pronta a sfidarmi con
voi! Infine vi dico: ” Io tutto mi sarei potuta aspettare e non sentire alla
mia porta due colpi feroci e lasciarmi vedova. Così senza neanche darmi tempo
di dargli l’ultimo addio ne io ne la sua sventurata figlia di 4 anni. Che su di
voi ricada un fulmine da Dio e vi strappi alle vostre famiglie se ne avete!
Maria
Vallone
(N.B. Mi scuso per delle frasi, che troverete sottolineate
e che si son dovute ricostruire, poiché, qualche parola, risultava poco
comprensibile). Mi auguro di essere
stata fedele allo spirito della lettera!
Rosa Faragi
N.B
La lettera è stata
consegnata in data 23.09.2019 nell’Auditorium dell’I.I.S.S. (sede di Prizzi)
nelle mani della signora Rosa Orlando, figlia di Maria Vallone.
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