CLAUDIA BRUNETTO
Davanti alla caserma dei carabinieri passano da nove anni. Ma per la prima
volta si sono fermati. E a lungo. Per un inchino ai militari con la statua di
Padre Pio portata in processione. Lo hanno fatto «per rispetto delle forze
dell’ordine, per rispetto delle istituzioni» . Sono gli anziani dello Zen che
fanno parte dell’associazione San Pio. Ogni anno, nell’anniversario della morte del santo, il 23 settembre,
organizzano una processione per le strade del quartiere. «Per scelta — dice
Marco Di Blasi, presidente dell’associazione bocciofila San Pio — non ci
fermiamo mai da nessuna parte. Partiamo ad anni alterni dalla parrocchia San
Filippo Neri o dalla sede della nostra associazione e poi facciamo una pausa
soltanto agli incroci, mai sotto casa di qualcuno». La loro paura è di
imbattersi, anche casualmente, nell’abitazione di un mafioso della zona. Così,
per non correre il rischio, evitano da sempre qualsiasi tappa.
«Abbiamo detto di no — dice Di Blasi — anche alla mamma di un ragazzo
disabile che ci chiedeva una sosta sotto casa sua per chiedere la grazia a
Padre Pio. Ci è dispiaciuto, ma abbiamo preferito fare così».
Quest’anno la lunga tappa davanti alla caserma di San Filippo Neri è stata
d’obbligo. « Per noi è un omaggio dovuto — dice il presidente dell’associazione
— un segno di rispetto verso chi allo Zen cerca di cambiare le cose per il bene
di tutti, e non è una missione facile. Apprezziamo davvero l’impegno dei
carabinieri per il nostro quartiere».
L’associazione di San Pio è nata nove anni fa per la grande devozione
di Di Blasi nei confronti di padre Pio. Lui ha 64 anni, ma gli altri 39
componenti dell’associazione sono ancora più grandi di età. Il più anziano
sfiora i 90 anni. Tutti sono accomunati da un’unica grande passione: giocare a
bocce.
In piazza Gino Zappa, davanti all’ufficio postale dello Zen 1,
hanno il loro campo e si sfidano ogni pomeriggio. « Organizziamo anche i
tornei — dice Di Blasi — piazza Gino Zappa è il nostro regno, c’è il campo, c’è
la sede della nostra associazione, ma soprattutto c’è la statua di Padre Pio al
quale sono devotissimo. Una piccola cappella che curiamo ogni giorno e che tutti
i residenti rispettano».
Lunedì scorso sono partiti in corteo nel primo pomeriggio dalla chiesa di
San Filippo Neri e sono arrivati in caserma. Senza sparare fuochi di artificio,
così come prevede una disposizione della questura.
« I carabinieri allo Zen fanno molto di più di quello che dovrebbero —
dicono gli anziani dell’associazione San Pio — Sono il nostro contatto con il
mondo delle istituzioni e della legalità, sono la nostra garanzia di bellezza
perché sollecitano tutti gli uffici per far pulire le strade, riaccendere
le luci e tutto il resto. Ci siamo fermati davanti alla caserma con la statua
di Padre Pio per dare un segnale a tutti. Anche a chi ancora persevera sulla
strada della criminalità».
Anniversario di Padre Pio a parte, l’associazione più volte l’anno
organizza iniziative per il quartiere. « A Natale, per esempio — dice Di Blasi
— facciamo sempre qualcosa per i bambini. Un po’ di animazione e qualche
regalino. L’appuntamento più importante, però, rimane il 23 settembre. Anche
l’anno prossimo torneremo davanti alla caserma. Perché crediamo nelle
istituzioni e lo vogliamo dire nel modo più eclatante che abbiamo. Con la
statua del santo portata in processione».
— c. b.
La Repubblica Palermo, 27 sett 2019
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