L’Anpi
interviene sulla risoluzione approvata dal Parlamento europeo che equipara
nazismo e comunismo. Un voto che sta scatenando un fiume di polemiche,
dal sapore revisionista. L’associazione nazionale partigiani d’Italia
prende posizione con un comunicato, durissimo, in cui esprime tutta la propria
“preoccupazione per la risoluzione del Parlamento Europeo che equipara
nazifascismo e comunismo”. Qui il comunicato dell’Anpi. A seguire il testo integrale della risoluzione dell'Unione Europea:
Comunicato della Presidenza e della Segreteria
nazionali ANPI:
“L’ANPI esprime profonda preoccupazione per la recente risoluzione del Parlamento Europeo in cui si equiparano nazifascismo e comunismo, per altro in palese contrasto con la risoluzione antifascista, antinazista e antirazzista del 25 ottobre 2018. In un’unica riprovazione si accomunano oppressi ed oppressori, vittime e carnefici, invasori e liberatori, per di più ignorando lo spaventoso tributo di sangue pagato dai popoli dell’Unione Sovietica – più di 22 milioni di morti – e persino il simbolico evento della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata rossa. Davanti al crescente pericolo di nazifascismi, razzismi, nazionalismi, si sceglie una strada di lacerante divisione invece che di responsabile e rigorosa unità. L’ANPI si augura che al più presto giunga dal Parlamento Europeo, al fine della sua stessa autorevolezza e credibilità, il chiaro segnale di un radicale ripensamento, nel solco dei principi che ispirarono la creazione di un’Europa Unita, figlia dell’antifascismo e delle donne e uomini che si opposero ai regimi nazifascisti e frutto del pensiero dei confinati a Ventotene proprio dal regime fascista”.PRESIDENZA E SEGRETERIA NAZIONALI ANPI22 settembre 2019
LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO CHE METTE SULLO STESSO PIANO IL NAZI-FASCISMO E IL COMUNISMO
Il Parlamento europeo,
– visti
i principi universali dei diritti umani e i principi fondamentali dell'Unione
europea in quanto comunità basata su valori comuni,
– vista
la dichiarazione rilasciata dal primo Vicepresidente Timmermans e dalla
Commissaria Jourová il 22 agosto 2019, alla vigilia della Giornata europea
di commemorazione delle vittime di tutti i regimi totalitari e autoritari,
– vista
la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite adottata
il 10 dicembre 1948,
– vista
la sua risoluzione del 12 maggio 2005 sul sessantesimo anniversario della fine
della Seconda guerra mondiale in Europa, l'8 maggio 1945(1),
– vista
la risoluzione 1481 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, del
26 gennaio 2006, relativa alla necessità di una condanna internazionale
dei crimini dei regimi totalitari comunisti,
– vista
la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008,
sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante
il diritto penale(2),
– vista
la Dichiarazione di Praga sulla coscienza europea e il comunismo, adottata il
3 giugno 2008,
– vista
la sua dichiarazione sulla proclamazione del 23 agosto come Giornata europea di
commemorazione delle vittime dello stalinismo e del nazismo, approvata il 23 settembre
2008(3),
– vista
la sua risoluzione del 2 aprile 2009 su coscienza europea e totalitarismo(4),
– vista
la relazione della Commissione del 22 dicembre 2010 sulla memoria dei
crimini commessi dai regimi totalitari in Europa (COM(2010)0783),
– viste
le conclusioni del Consiglio del 9-10 giugno 2011 sulla memoria dei
crimini commessi dai regimi totalitari in Europa,
– vista
la Dichiarazione di Varsavia del 23 agosto 2011 sulla Giornata europea di
commemorazione delle vittime dei regimi totalitari,
– vista
la dichiarazione congiunta del 23 agosto 2018 dei rappresentanti dei governi
degli Stati membri dell'Unione europea per commemorare le vittime del
comunismo,
– vista
la sua storica risoluzione sulla situazione in Estonia, Lettonia e Lituania,
approvata il 13 gennaio 1983 in risposta al cosiddetto "appello
baltico", presentato da 45 cittadini di detti paesi,
– viste
le risoluzioni e le dichiarazioni sui crimini dei regimi totalitari comunisti,
adottate da vari parlamenti nazionali,
– visto
l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando
che quest'anno si celebra l'ottantesimo anniversario dello scoppio della
Seconda guerra mondiale, che ha causato sofferenze umane fino ad allora
inaudite e ha portato all'occupazione di taluni paesi europei per molti decenni
a venire;
B. considerando
che ottanta anni fa, il 23 agosto 1939, l'Unione Sovietica comunista e la
Germania nazista firmarono il trattato di non aggressione, noto come patto
Molotov-Ribbentrop, e i suoi protocolli segreti, dividendo l'Europa e i
territori di Stati indipendenti tra i due regimi totalitari e raggruppandoli in
sfere di interesse, il che ha spianato la strada allo scoppio della Seconda
guerra mondiale;
C. considerando
che, come diretta conseguenza del patto Molotov-Ribbentrop, seguito dal
"trattato di amicizia e di frontiera" nazi-sovietico del 28 settembre
1939, la Repubblica polacca fu invasa prima da Hitler e due settimane dopo da
Stalin, eventi che privarono il paese della sua indipendenza e furono una
tragedia senza precedenti per il popolo polacco; che il 30 novembre 1939
l'Unione Sovietica comunista iniziò una guerra aggressiva contro la Finlandia e
nel giugno 1940 occupò e annesse parti della Romania, territori che non furono
mai restituiti, e annesse le Repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed
Estonia;
D. considerando
che, dopo la sconfitta del regime nazista e la fine della Seconda guerra
mondiale, alcuni paesi europei sono riusciti a procedere alla ricostruzione e a
intraprendere un processo di riconciliazione, mentre per mezzo secolo altri
paesi europei sono rimasti assoggettati a dittature, alcuni dei quali
direttamente occupati dall'Unione sovietica o soggetti alla sua influenza, e
hanno continuato a essere privati della libertà, della sovranità, della
dignità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico;
E. considerando
che, sebbene i crimini del regime nazista siano stati giudicati e puniti
attraverso i processi di Norimberga, vi è ancora un'urgente necessità di
sensibilizzare, effettuare valutazioni morali e condurre indagini giudiziarie
in relazione ai crimini dello stalinismo e di altre dittature;
F. considerando
che in alcuni Stati membri la legge vieta le ideologie comuniste e naziste;
G. considerando
che, fin dall'inizio, l'integrazione europea è stata una risposta alle
sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha
portato all'Olocausto, e all'espansione dei regimi comunisti totalitari e
antidemocratici nell'Europa centrale e orientale, nonché un mezzo per superare
profonde divisioni e ostilità in Europa attraverso la cooperazione e
l'integrazione, ponendo fine alle guerre e garantendo la democrazia sul
continente; che per i paesi europei che hanno sofferto a causa dell'occupazione
sovietica e delle dittature comuniste l'allargamento dell'UE, iniziato nel 2004,
rappresenta un ritorno alla famiglia europea alla quale appartengono;
H. considerando
che occorre mantenere vivo il ricordo del tragico passato dell'Europa, onde
onorare le vittime, condannare i colpevoli e gettare le basi per una
riconciliazione fondata sulla verità e la memoria;
I. considerando
che la memoria delle vittime dei regimi totalitari, il riconoscimento del
retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista
e di altro tipo, nonché la sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale
importanza per l'unità dell'Europa e dei suoi cittadini e per costruire la
resilienza europea alle moderne minacce esterne;
J. considerando
che trent'anni fa, il 23 agosto 1989, ricorreva il cinquantesimo anniversario
del patto Molotov-Ribbentrop e le vittime dei regimi totalitari sono state
commemorate nella Via Baltica, una manifestazione senza precedenti cui hanno
partecipato due milioni di lituani, lettoni ed estoni, che si sono presi per
mano per formare una catena umana da Vilnius a Tallinn, passando attraverso
Riga;
K. considerando
che, nonostante il 24 dicembre 1989 il Congresso dei deputati del popolo
dell'URSS abbia condannato la firma del patto Molotov-Ribbentrop, oltre ad
altri accordi conclusi con la Germania nazista, nell'agosto 2019 le autorità
russe hanno negato la responsabilità di tale accordo e delle sue conseguenze e
promuovono attualmente l'interpretazione secondo cui la Polonia, gli Stati
baltici e l'Occidente sarebbero i veri istigatori della Seconda guerra mondiale;
L. considerando
che la memoria delle vittime dei regimi totalitari e autoritari, il
riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura
comunista, nazista e di altro tipo, nonché la sensibilizzazione a tale riguardo,
sono di vitale importanza per l'unità dell'Europa e dei suoi cittadini e per
costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne;
M. considerando
che gruppi e partiti politici apertamente radicali, razzisti e xenofobi
fomentano l'odio e la violenza all'interno della società, per esempio
attraverso la diffusione dell'incitamento all'odio online, che spesso porta a
un aumento della violenza, della xenofobia e dell'intolleranza;
1. ricorda
che, come sancito dall'articolo 2 TUE, l'Unione si fonda sui valori del
rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia,
dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani,
compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze; rammenta che questi
valori sono comuni a tutti gli Stati membri;
2. sottolinea
che la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della storia
d'Europa, è iniziata come conseguenza immediata del famigerato trattato di non
aggressione nazi-sovietico del 23 agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop,
e dei suoi protocolli segreti, in base ai quali due regimi totalitari, che
avevano in comune l'obiettivo di conquistare il mondo, hanno diviso l'Europa in
due zone d'influenza;
3. ricorda
che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e
deportazioni, causando, nel corso del XX secolo, perdite di vite umane e di
libertà di una portata inaudita nella storia dell'umanità, e rammenta l'orrendo
crimine dell'Olocausto perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima
fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l'umanità e le massicce
violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista
e da altri regimi totalitari;
4. esprime
il suo profondo rispetto per ciascuna delle vittime di questi regimi totalitari
e invita tutte le istituzioni e gli attori dell'UE a fare tutto il possibile
per garantire che gli orribili crimini totalitari contro l'umanità e le gravi e
sistematiche violazioni dei diritti umani siano ricordati e portati dinanzi ai
tribunali, nonché per assicurare che tali crimini non si ripetano mai più;
sottolinea l'importanza di mantenere vivo il ricordo del passato, in quanto non
può esserci riconciliazione senza memoria, e ribadisce la sua posizione unanime
contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia;
5. invita
tutti gli Stati membri dell'UE a formulare una valutazione chiara e fondata su
principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi
totalitari comunisti e dal regime nazista;
6. condanna
tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie, come il
nazismo e lo stalinismo, all'interno dell'Unione;
7. condanna
il revisionismo storico e la glorificazione dei collaboratori nazisti in alcuni
Stati membri dell'UE; è profondamente preoccupato per la crescente accettazione
di ideologie radicali e per il ritorno al fascismo, al razzismo, alla xenofobia
e ad altre forme di intolleranza nell'Unione europea ed è turbato dalle notizie
di collusione di leader politici, partiti politici e forze dell'ordine con
movimenti radicali, razzisti e xenofobi di varia denominazione politica in
alcuni Stati membri; invita gli Stati membri a condannare con la massima
fermezza tali accadimenti, in quanto compromettono i valori di pace, libertà e
democrazia dell'UE;
8. invita
tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la Giornata europea
di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a livello sia nazionale
che dell'UE e a sensibilizzare le generazioni più giovani su questi temi
inserendo la storia e l'analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei
programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole dell'Unione; invita
gli Stati membri a promuovere la documentazione del tragico passato europeo, ad
esempio attraverso la traduzione dei lavori dei processi di Norimberga in tutte
le lingue dell'UE;
9. invita
gli Stati membri a condannare e contrastare ogni forma di negazione
dell'Olocausto, compresa la banalizzazione e la minimizzazione dei crimini
commessi dai nazisti e dai loro collaboratori, e a prevenire la banalizzazione
nei discorsi politici e mediatici;
10. chiede
l'affermazione di una cultura della memoria condivisa, che respinga i crimini
dei regimi fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del
passato come modalità per promuovere la resilienza alle moderne minacce alla
democrazia, in particolare tra le generazioni più giovani; incoraggia gli Stati
membri a promuovere l'istruzione attraverso la cultura tradizionale sulla
diversità della nostra società e sulla nostra storia comune, compresa
l'istruzione in merito alle atrocità della Seconda guerra mondiale, come
l'Olocausto, e alla sistematica disumanizzazione delle sue vittime nell'arco di
alcuni anni;
11. chiede
inoltre che il 25 maggio (anniversario dell'esecuzione del comandante
Witold Pilecki, eroe di Auschwitz) sia proclamato "Giornata internazionale
degli eroi della lotta contro il totalitarismo", in segno di rispetto e
quale tributo a tutti coloro che, combattendo la tirannia, hanno reso
testimonianza del loro eroismo e di vero amore nei confronti dell'umanità,
dando così alle future generazioni una chiara indicazione dell'atteggiamento
giusto da assumere di fronte alla minaccia dell'asservimento totalitario;
12. invita
la Commissione a fornire un sostegno effettivo ai progetti di memoria e
commemorazione storica negli Stati membri e alle attività della Piattaforma
della memoria e della coscienza europee, nonché a stanziare risorse finanziarie
adeguate nel quadro del programma "Europa per i cittadini" per
sostenere la commemorazione e il ricordo delle vittime del totalitarismo, come
indicato nella posizione del Parlamento sul programma "Diritti e
valori" 2021-2027;
13. dichiara
che l'integrazione europea, in quanto modello di pace e di riconciliazione, è
il frutto di una libera scelta dei popoli europei, che hanno deciso di
impegnarsi per un futuro comune, e che l'Unione europea ha una responsabilità
particolare nel promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti
umani e dello Stato di diritto, sia all'interno che all'esterno del suo
territorio;
14. sottolinea
che, alla luce della loro adesione all'UE e alla NATO, i paesi dell'Europa
centrale e orientale non solo sono tornati in seno alla famiglia europea di paesi
democratici liberi, ma hanno anche dato prova di successo, con l'assistenza
dell'UE, nelle riforme e nello sviluppo socioeconomico; sottolinea, tuttavia,
che questa opzione dovrebbe rimanere aperta ad altri paesi europei, come
previsto dall'articolo 49 TUE;
15. sostiene
che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo comunista e che il
suo sviluppo in uno Stato democratico continuerà a essere ostacolato
fintantoché il governo, l'élite politica e la propaganda politica continueranno
a insabbiare i crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario
sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il suo tragico
passato;
16. è
profondamente preoccupato per gli sforzi dell'attuale leadership russa volti a
distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime
totalitario sovietico; considera tali sforzi una componente pericolosa della
guerra di informazione condotta contro l'Europa democratica allo scopo di
dividere l'Europa e invita pertanto la Commissione a contrastare risolutamente
tali sforzi;
17. esprime
inquietudine per l'uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera
pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni paesi europei hanno vietato
l'uso di simboli sia nazisti che comunisti;
18. osserva
la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di monumenti e
luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.) che esaltano regimi
totalitari, il che spiana la strada alla distorsione dei fatti storici circa le
conseguenze della Seconda guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi
politici totalitari;
19. condanna
il fatto che forze politiche estremiste e xenofobe in Europa ricorrano con
sempre maggior frequenza alla distorsione dei fatti storici e utilizzino
simbologie e retoriche che richiamano aspetti della propaganda totalitaria, tra
cui il razzismo, l'antisemitismo e l'odio nei confronti delle minoranze
sessuali e di altro tipo;
20. esorta
gli Stati membri ad assicurare la loro conformità alle disposizioni della
decisione quadro del Consiglio, in modo da contrastare le organizzazioni che
incitano all'odio e alla violenza negli spazi pubblici e online, nonché a
vietare di fatto i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione
o associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o qualsiasi
altra forma di totalitarismo, rispettando nel contempo l'ordinamento giuridico
e le giurisdizioni nazionali;
21. sottolinea
che il tragico passato dell'Europa dovrebbe continuare a fungere da ispirazione
morale e politica per far fronte alle sfide del mondo odierno, come la lotta
per un mondo più equo e la creazione di società aperte e tolleranti e di
comunità che accolgano le minoranze etniche, religiose e sessuali, facendo in
modo che tutti possano riconoscersi nei valori europei;
22. incarica
il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla
Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alla Duma russa e
ai parlamenti dei paesi del partenariato orientale
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