La visita alla Compagnia CC di Corleone |
Il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Giovanni Nistri nel corso della sua visita in Sicilia - in occasione dell’anniversario dell’assassinio del generale di corpo d’armata Carlo Alberto dalla Chiesa, prefetto di Palermo, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente scelto della Polizia di Stato Domenico Russo - ha visitato alcuni reparti dei carabinieri: la compagnia di Corleone, la stazione di Montelepre e quella di San Filippo Neri a Palermo.
Le visite alla compagnia di Corleone ed alla stazione di Montelepre hanno avuto una particolare valenza simbolica, per il rilevante contributo dato, alla fine degli anni 40, dall’allora giovane capitano dalla Chiesa alla lotta al banditismo in Sicilia.
In particolare, dal 3 settembre 1949 al 22 giugno
1950, dalla Chiesa, ricoprì l’incarico di comandante del gruppo squadriglie
delle forze repressione banditismo di Corleone, con sede nella caserma
“m.o.v.m. Remigio Taroni”, sita in piazza Giudici Falcone e Borsellino (sede dell’attuale
compagnia carabinieri), alle dipendenze del generale Ugo Luca, che lo volle
come primo collaboratore nella durissima guerra contro il bandito Salvatore
Giuliano di Montelepre e gli altri ferocissimi gruppi criminali che
imperversavano nelle campagne della Sicilia occidentale.
Dalla Chiesa giunse a Corleone offrendosi volontario
ed accogliendo le interpellanze governative volte a rafforzare il comando forze
repressione banditismo dell’isola. Nei dieci mesi di lotta al banditismo, il
capitano dalla Chiesa riusciva, dopo lunga, intensa ed estenuante azione, a
scompaginare e a debellare numerosi agguerriti nuclei di banditi, responsabili
di gravissimi delitti. Per le sue grandi doti militari, l’aver diretto
complesse indagini e capeggiato rischiosi servizi, col concorso di pochi
dipendenti, il 10 febbraio del 1953 gli fu conferita con decreto presidenziale
la medaglia d’argento al valor militare, con la seguente motivazione:
«Durante nove mesi di
lotta contro il banditismo in Sicilia cui partecipava volontario, dirigeva
complesse indagini e capeggiava rischiosi servizi, riuscendo dopo lunga,
intensa ed estenuante azione a scompaginare ed a debellare numerosi agguerriti
nuclei di malfattori responsabili di gravissimi delitti. Successivamente,
scovati i rifugi dei più pericolosi, col concorso di pochi dipendenti, riusciva
con azione rischiosa e decisa a catturarne alcuni e ad ucciderne altri in
violento conflitto a fuoco nel corso del quale offriva costante esempio di
coraggio.» – Sicilia occidentale, settembre 1949 - giugno 1950.
Il comandante generale
accompagnato dal comandante interregionale “Culqualber” generale di corpo
d’armata Luigi Robusto e dal comandante della legione Sicilia generale di
divisione Giovanni Cataldo si è intrattenuto con i militari a cui ha
rivolto un particolare ringraziamento per l’impegno profuso in un territorio
storicamente nevralgico per la radicata presenza mafiosa esortando gli stessi a
continuare nel raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
Ha poi sottolineato
l’importanza del servizio che i carabinieri sono chiamati ad assicurare sul
territorio per la tutela dei diritti di tutti i cittadini, specie di quelli più
deboli ed indifesi , ricordando altresì loro la necessità di essere sempre
all’altezza delle aspettative della collettività.
La visita alla stazione CC di Montelepre |
La visita alla stazione CC di S. Filippo Neri a Palermo |
Nessun commento:
Posta un commento