La commemorazione del maresciallo Vito Ievolella |
Ieri, nel 38° anniversario dell’omicidio, è stato ricordato a Palermo il maresciallo dei Carabinieri Vito Ievolella. Alle 10:00 in Piazza Principe di Camporeale è stata deposta una corona d’alloro sulla lapide dedicata al caduto, ed alle 10:30 è stata celebrata la Santa Messa nella chiesa di Santa Maria Maddalena, officiata da Don Salvatore FALZONE, cappellano militare dei Carabinieri di Sicilia, all’interno della Caserma “Carlo Alberto dalla Chiesa” sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia.
Alla
cerimonia erano presenti:
- la
figlia del decorato, la Prof.ssa Lucia Assunta IEVOLELLA;
- il
Generale di Divisione Giovanni CATALDO, Comandante della Legione Carabinieri
Sicilia;
- il
vice Prefetto di Palermo vicario Dott.ssa Daniela Lupo;
- il
Questore di Palermo Dott. Renato CORTESE;
- il
Generale di Brigata Antonio Nicola QUINTAVALLE, Comandante Provinciale della
Guardia di Finanza di Palermo;
- il
Generale di Divisione, Riccardo RAPANOTTI Comandante Regionale della Guardia di
Finanza di Palermo;
- il
Generale di Divisione Claudio MINGHETTI, Comandante Militare dell’Esercito in
Sicilia;
- il
Col. Arturo GUARINO Comandante Provinciale Carabinieri di Palermo;
- il
Dott. Matteo FRASCA, Presidente della Corte d’Appello di Palermo;
- il
vice Presidente Regione Sicilia Gaetano ARMAO;
- il
vice sindaco di Palermo Dott. Fabio GIAMBRONE;
oltre ad
alte Autorità cittadine e rappresentanze dell’Associazione Nazionale
Carabinieri in congedo.
Al termine
della cerimonia religiosa, il Generale di Divisione Giovanni CATALDO, nel
commemorare il Maresciallo Vito IEVOLELLA, ha ricordato come questo Eroe, sia
stato ucciso per aver compiuto il proprio dovere fino in fondo. Un esempio di
spirito di servizio, distintosi per le sue capacità professionali e acume
investigativo, il Maresciallo è stato colpito dalla mafia perché aveva compreso
le dinamiche criminali volte a incrementare gli illeciti profitti della
criminalità organizzata. Il Maresciallo Vito IEVOLELLA, concludeva il
Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, “sapeva che andando a
contrastare le spartizioni che governavano la criminalità organizzata
rischiava, ma non si è fermato, riaffermando così il senso del dovere. Lo
spirito che ci deve animare è quello di riaffermare i nostri doveri, tutelando
automaticamente i diritti altrui, per poter essere sicuri di aver fatto ciò per
il quale siamo chiamati a prestare la nostra attività”.
NOTE
BIOGRAFICHE DEL MARESCIALLO VITO
IEVOLELLA
Il 10
settembre 1981, Vito IEVOLELLA, a bordo della propria autovettura Fiat 128 con
la moglie Iolanda, nell’attesa della figlia Lucia, impegnata in una lezione di
scuola guida, veniva freddato da sicari di cosa nostra in Piazza Principe di
Camporeale di Palermo.
All’agguato
parteciparono quattro killer mafiosi armati di pistole calibro 7,65 e fucili
caricati a pallettoni, che giunti a bordo di una Fiat Ritmo, risultata poi
rubata, scesi dall’autovettura fecero fuoco in direzione del Maresciallo
Ievolella, nell’occorso la moglie riportò una leggera ferita alla regione
sopraccigliare destra.
Il mezzo
usato dai killer fu dato alle fiamme e quindi abbandonato in via Caruso dove fu
ritrovato dai Carabinieri.
Fu chiaro
immediatamente che l’assassinio del Maresciallo Ievolella era da inquadrare in
un programma mafioso teso all’eliminazione di quanti si opponessero
all’espansione degli interessi criminali.
Il
Maresciallo IEVOLELLA era molto noto negli ambienti investigativi dell’Arma e
tra i Magistrati per le sue capacità professionali, per l’impegno investigativo
e per la determinazione nel fare luce, tanto sul delitto comune, quanto su
quello mafioso.
Prestava
servizio a Palermo dalla sua nomina a Vicebrigadiere, prima presso le Stazioni
di Palermo Duomo e Palermo Centro e dal 1965 presso il Nucleo Investigativo del
Gruppo di Palermo.
Il valore
e l’impegno nell’attività investigativa, gli erano valsi sette encomi solenni e
quattordici lettere di apprezzamento del Comandante Generale dell’Arma. Da
parte della stampa, aveva ricevuto appellativi come “segugio temuto dai boss”
e “specialista in casi difficili”.
Al
Maresciallo IEVOLELLA, il Capo dello Stato concedeva la Medaglia d’Oro al
Valore Civile con la seguente motivazione:
“Addetto
a Nucleo Operativo di Gruppo, pur consapevole dei rischi a cui si esponeva, si
impegnava con infaticabile slancio ed assoluta dedizione al dovere in
prolungate e difficili indagini – rese ancora più ardue dall’ambiente
caratterizzato da tradizionale omertà - che portavano all’arresto di numerosi e
pericolosi aderenti ad organizzazioni mafiose. Proditoriamente fatto segno a
colpi d’arma da fuoco in un vile agguato tesogli da quattro malfattori,
immolava la vita ai più nobili ideali di giustizia e di grande eroismo”.
Nessun commento:
Posta un commento