lunedì, settembre 23, 2019

Ciminna, la commemorazione del 60° anniversario dell’eccidio del carabiniere Clemente Bovi

Un momento della commemorazione in piazza Umberto I a Ciminna

CIMINNA - In occasione della ricorrenza del 60° anniversario dell’eccidio del carabiniere scelto Clemente Bovi, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, alla presenza dei familiari del decorato, del comandante provinciale di Palermo, col. Arturo GUARINO, del sindaco dott. Vito BARONE, del procuratore generale presso la corte d’appello di Trento dott. Giovanni ILARDA, del procuratore capo di Termini Imerese dott. Ambrogio CARTOSIO, di una rappresentanza dell’associazione nazionale carabinieri, e di tanti concittadini, venerdì scorso alle 17.00, nel cimitero di Ciminna, è stato deposto un omaggio floreale ai piedi del busto commemorativo del  decorato, ed a seguire una  corona d’alloro presso la lapide del caduto in piazza Umberto I.

Nell’atrio della scuola primaria di Ciminna, il sindaco ha poi consegnato degli encomi solenni al vice brigadiere Salvatore DISPARTI ed all’appuntato Giovanni CALDERONE, entrambi in servizio alla locale stazione carabinieri ed ha altresì assegnato il premio “Clemente BOVI” agli studenti della scuola elementare e media distintisi nella composizione di opere artistiche o letterarie dedicate al decorato.

CHI ERA CLEMENTE BOVI?
Clemente BOVI nacque a Ciminna il 28 ottobre 1926 da una famiglia di operai che aveva visto perdere due figli durante il secondo conflitto mondiale. Si era arruolato il 19 maggio 1946 e nominato Carabiniere, era stato destinato alla Legione di Milano e nel 1948 alla Legione di Messina e successivamente, nel marzo 1950 a quella di Palermo. Nell’agosto del 1957 fu trasferito nella sua ultima sede, la Stazione Carabinieri di Caltabellotta (Ag). Nel luglio di quell’anno sposò la Signora Maria PERI, sua compaesana, e dalla loro unione, il 18 giugno del 1959 nacque il figlio Vito Andrea. La sera dell’8 settembre 1959 Clemente BOVI, dopo aver trascorso un permesso presso la propria famiglia a Ciminna con la quale aveva assistito alle celebrazioni per la festa del patrono San Vito, aveva lasciato la giovane moglie e il figlioletto per fare rientro alla stazione di Caltabellotta. Viaggiava a bordo di un’autovettura privata condotta da un amico, quando sulla statale 116 a 6 km da Corleone poco prima delle 2 di notte, i due trovarono la strada interrotta da grosse pietre, da tre automezzi fermi con gli occupanti a bordo. Il giovane militare capito subito la situazione: alcuni banditi (si accerterà che erano sei, tutti i pregiudicati di Gibellina, specializzati in quella forma di rapina cosiddetta “a passo”) avevano bloccato in sequenza i tre mezzi con a bordo dieci persone in tutto, depredandole di denaro e preziosi ed ora si apprestavano a derubare anche loro due. Ma il Bovi deciso di non accettare quella prepotenza, saltò fuori dalla macchina, si gettò sul bordo della strada ingaggiò un conflitto a fuoco nel buio completo contro gli unici due banditi al momento visibili, uccidendone uno e ferendone l’altro. Purtroppo non poteva sapere che c’erano altri quattro assassini nascosti, che aprirono il fuoco contro di lui, uccidendolo con una fucilata al petto. La sua azione consentirà l’identificazione di tutta la pericolosa banda, ma ad un prezzo veramente alto soprattutto per il piccolo figlio di 3 mesi. Nel 2011 Vito Andrea Bovi, figlio dell’Eroe che ha svolto in gioventù servizio nell’Arma, ha onorato la memoria paterna con il libro “Un eroe semplice”.

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