Un momento della commemorazione in piazza Umberto I a Ciminna |
CIMINNA - In occasione della
ricorrenza del 60° anniversario dell’eccidio del carabiniere scelto Clemente
Bovi, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, alla presenza dei
familiari del decorato, del comandante provinciale di Palermo, col. Arturo GUARINO,
del sindaco dott. Vito BARONE, del procuratore generale presso la corte
d’appello di Trento dott. Giovanni ILARDA, del procuratore capo di Termini
Imerese dott. Ambrogio CARTOSIO, di una rappresentanza dell’associazione
nazionale carabinieri, e di tanti concittadini, venerdì scorso alle 17.00, nel
cimitero di Ciminna, è stato deposto un omaggio floreale ai piedi del busto
commemorativo del decorato, ed a seguire una corona d’alloro presso
la lapide del caduto in piazza Umberto I.
Nell’atrio della scuola primaria di
Ciminna, il sindaco ha poi consegnato degli encomi solenni al vice brigadiere
Salvatore DISPARTI ed all’appuntato Giovanni CALDERONE, entrambi in servizio
alla locale stazione carabinieri ed ha altresì assegnato il premio “Clemente
BOVI” agli studenti della scuola elementare e media distintisi nella
composizione di opere artistiche o letterarie dedicate al decorato.
CHI ERA CLEMENTE BOVI?
Clemente BOVI nacque a Ciminna il 28
ottobre 1926 da una famiglia di operai che aveva visto perdere due figli
durante il secondo conflitto mondiale. Si era arruolato il 19 maggio 1946 e
nominato Carabiniere, era stato destinato alla Legione di Milano e nel 1948
alla Legione di Messina e successivamente, nel marzo 1950 a quella di Palermo.
Nell’agosto del 1957 fu trasferito nella sua ultima sede, la Stazione
Carabinieri di Caltabellotta (Ag). Nel luglio di quell’anno sposò la Signora
Maria PERI, sua compaesana, e dalla loro unione, il 18 giugno del 1959 nacque
il figlio Vito Andrea. La sera dell’8 settembre 1959 Clemente BOVI, dopo aver
trascorso un permesso presso la propria famiglia a Ciminna con la quale aveva
assistito alle celebrazioni per la festa del patrono San Vito, aveva lasciato
la giovane moglie e il figlioletto per fare rientro alla stazione di
Caltabellotta. Viaggiava a bordo di un’autovettura privata condotta da un
amico, quando sulla statale 116 a 6 km da Corleone poco prima delle 2 di notte,
i due trovarono la strada interrotta da grosse pietre, da tre automezzi fermi
con gli occupanti a bordo. Il giovane militare capito subito la situazione:
alcuni banditi (si accerterà che erano sei, tutti i pregiudicati di Gibellina,
specializzati in quella forma di rapina cosiddetta “a passo”) avevano bloccato
in sequenza i tre mezzi con a bordo dieci persone in tutto, depredandole di
denaro e preziosi ed ora si apprestavano a derubare anche loro due. Ma il Bovi
deciso di non accettare quella prepotenza, saltò fuori dalla macchina, si gettò
sul bordo della strada ingaggiò un conflitto a fuoco nel buio completo contro
gli unici due banditi al momento visibili, uccidendone uno e ferendone l’altro.
Purtroppo non poteva sapere che c’erano altri quattro assassini nascosti, che
aprirono il fuoco contro di lui, uccidendolo con una fucilata al petto. La sua
azione consentirà l’identificazione di tutta la pericolosa banda, ma ad un
prezzo veramente alto soprattutto per il piccolo figlio di 3 mesi. Nel 2011
Vito Andrea Bovi, figlio dell’Eroe che ha svolto in gioventù servizio
nell’Arma, ha onorato la memoria paterna con il libro “Un eroe semplice”.
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