Il commissario Losacco a Palermo, mentre Dipasquale
lancia una corrente con quattro deputati L’accordo con i grillini è un
argomento tabù, ma i pontieri sono già al lavoro. Ecco chi sono
Il dibattito sui rapporti con il Movimento 5
Stelle spezza il Partito democratico in tre tronconi. Perché ai due fronti già
esistenti, quello che fa capo al presidente del gruppo all’Ars Giuseppe Lupo e
quello che fa riferimento al segretario regionale destituito Davide Faraone, si
aggiungerà da stamattina una nuova area che si proclama terza: all’Ars l’ex
forzista ed ex renziano Nello Dipasquale, che all’ultimo congresso ha sostenuto
Nicola Zingaretti, presenta la nuova componente con Giuseppe Arancio e Michele
Catanzaro, ai quali probabilmente si aggiungeranno Franco De Domenico e Baldo
Gucciardi. Un annuncio che arriva proprio nel giorno in cui approda a Palermo
il nuovo commissario dem Alberto Losacco, lanciato in Sicilia con il difficile
compito di conciliare un partito diviso: da un lato ci sono Faraone e il suo
vice Antonio Rubino, che continuano ad accusare gli avversari e il partito
nazionale di averli messi alla porta per cercare un accordo con i Cinquestelle,
e dall’altro ci sono Lupo, l’ex assessore Antonello Cracolici e gli
zingarettiani doc, che invece accusano il segretario destituito di volere «
dare un vestitino politico a una cosa tecnica », per dirla con Cracolici.
I dialoganti dem
Anche perché, se è vero che nei dem qualcuno pronto a dialogare con i
grillini c’è, i sostenitori della linea del confronto escludono che l’accordo
possa diventare un’intesa elettorale: « Noi – scandisce ad esempio Cracolici –
siamo all’opposizione con i Cinquestelle. Essere entrambi all’opposizione ci
obbliga a condividere passaggi d’aula: tutto qui. Mi pare chiaro che l’intesa
sarebbe solo parlamentare. Non sarà un accordoper il futuro governo della
Sicilia. D’altro canto l’unica operazione dei renziani era fare asse con Forza
Italia, come hanno squallidamente fatto sulla presidenza dell’Ars». Un
riferimento alla prima seduta della legislatura, quando su presidenza e
commissioni una parte del gruppo fece asse con il centrodestra, mentre il resto
del partito tentava un accordo proprio con Giancarlo Cancelleri e i
Cinquestelle. E se Lupo ha parlato di dialogo « difficile ma necessario » con i
grillini, l’ex assessore Anthony Barbagallo individua già i temi: «Su temi come
l’Ambiente o il protocollo di Kyoto – osserva – ci uniscono tante cose.
Sulla riforma dei rifiuti abbiamo molti punti in comune. Con Trizzino ci troviamo
in sintonia su tanti argomenti».
Le sponde grilline
Quando parla di " Trizzino" Barbagallo si riferisce a Giampiero,
l’ex presidente della commissione Ambiente dell’Ars da sempre ascrivibile alla
categoria dei " dialoganti" in casa Cinquestelle. Fra i disponibili
al confronto su singoli temi, però, c’è anche il suo omonimo Giorgio, deputato
alla Camera: « Non posso che apprezzare l’apertura – ha detto subito dopo la
presa di posizione di Dario Franceschini, che la settimana scorsa ha
ipotizzato un asse fra i dem e i grillini – M5S è portatore di valori
innovativi proiettati esclusivamente alla tutela della dignità umana e che in
parte sono comuni a un mondo moderato rappresentato anche da settori del Pd».
All’inizio di luglio, del resto, ad aprire al dialogo su singoli temi era stato
lo stesso leader di fatto dei grillini siciliani, il vicepresidente dell’Ars
Giancarlo Cancelleri: «Se ci sono idee interessanti – aveva detto a Repubblica
– noi ci siamo sempre. Ovviamente non stiamo parlando di alleanze elettorali.
Potremmo confrontarci sul lavoro, sulle infrastrutture, sui rifiuti, sull’acqua
» . Aperture, nelle ultime settimane, sono arrivate anche dall’eurodeputato
Ignazio Corrao, che però chiude la porta a un accordo a livello nazionale,
mentre su una linea intermedia si trovano altri deputati regionali come
Salvatore Siragusa e Luigi Sunseri, che la settimana scorsa è stato sorpreso da
Live-Sicilia a criticare in un’assemblea a porte chiuse i " deputati
alzamano" che alla Camera sostengono la maggioranza gialloverde.
La corsa di Dipasquale
In questo contesto esce allo scoperto Dipasquale: l’ex sindaco di Ragusa ha
sostenuto Zingaretti a Roma ma Faraone a Palermo e subito dopo la decisione
della commissione di garanzia si è detto disponibile a correre per la guida del
Pd regionale. «Del dialogo con M5S – dice – non ha senso parlare adesso, perché
non c’è un voto in programma. Non ha senso dividerci su un argomento che non è
all’ordine del giorno». Determinanti saranno i numeri: del gruppo dem all’Ars
fanno parte 10 deputati, e averne almeno 4 al seguito farebbe della nuova area
l’ago della bilancia.
La Repubblica Palermo, 31 luglio 2019
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