Emanuele Macaluso |
Lo scorso 29
giugno Carola Rackete, tedesca, comandante della Sea Watch 3, venne arrestata
perché, nonostante il divieto salviniano di chiusura dei porti, dopo giorni di
attesa e lo sfinimento dei naufraghi, volle approdare a Lampedusa sfiorando una
motovedetta dei finanzieri che si era posizionata accanto al molo. In quella
occasione, Matteo Salvini disse che si trattava di una nave pirata, comandata
da una criminale che meritava decine di anni di
carcere. La socia di Salvini, Giorgia Meloni, aggiunse che quella nave dovesse
essere distrutta e affondata.
Il
presidente della Repubblica tedesca, Frank-Walter Steinmeier, ridimensionando i
fatti per quel che effettivamente erano, difese la sua connazionale arrestata.
Apriti cielo. La stampa della destra levò contro di lui alte e violente
proteste e anche la stampa moderata si mobilitò insieme a tanti parlamentari e
personalità diverse. Di fronte a tato rumore, il presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, con garbo ma con chiaro riferimento al presidente tedesco,
disse che in Italia avrebbe deciso la magistratura, rivendicandone
l’indipendenza. Ben detto.
La
magistratura italiana, infatti, ha deciso con una ordinanza di un giudice di
Agrigento la scarcerazione della comandante Rackete. Le motivazioni sono
pubbliche e si possono leggere su tutti i giornali e smentiscono, punto per
punto, le accuse mosse da Salvini. Non c’è stato reato, ha detto il giudice,
salvare migranti era dovere della comandante, “la motovedetta non era una nave
da guerra ed il soccorso termina quando c’è un porto sicuro”.
Il
Salvini, ministro dell’Interno e vicepresidente del governo italiano, dopo la
decisione del giudice, ha dichiarato: “Una sentenza vergognosa e politica che
libera una delinquente e che fa male all’Italia”. Salvini, ancora una volta, si
identifica con l’Italia. Le parole usate dal ministro, ripeto vicepresidente
del Consiglio, offendono pesantemente la magistratura e negano, con arroganza,
quel che dichiarò il presidente Mattarella in garbata polemica con il suo
collega tedesco Steinmeier, quando rivendicò l’indipendenza della magistratura.
Conosco
e stimo Mattarella. Penso che non mancherà un suo giudizio su questo grave
accadimento.
(3
luglio 2019)
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