Alfio Mannino |
Non ci sono state sorprese: Alfio Mannino è il
nuovo segretario regionale della Cgil. «Sono commosso e sento il peso della
responsabilità», ha detto appena eletto dall’Assemblea generale del sindacato
con 119 voti a favore, 16 contrari e 3 astenuti. Il suo nome era stato proposto
dal leader nazionale Maurizio Landini, dopo aver sentito le varie componenti
dell’organizzazione dell’Isola. Una grande mobilitazione per lo sviluppo della
Sicilia è il perno sui cui gira il discorso programmatico che Mannino ha
pronunciato davanti alla platea.
«Oggi come Cgil siciliana – ha detto il sindacalista - abbiamo il dovere
di mettere al centro della nostra iniziativa la questione meridionale, dalle
ragioni e dai bisogni delle persone che lavorano e cercano un lavoro nella
nostra isola, dai bisogni dei precari, dalle aspettative di futuro dei giovani,
dai diritti delle donne dalla necessità di ricostruire un sentimento di fiducia
e speranza». Cita dei dati il neosegretario: nei prossimi 30 anni la Sicilia
perderà circa un 1 milione di abitanti. E punta il dito contro la Regione e il
governatore Nello Musumeci ( « Il più veloce di tutti a salire sul carro
salviniano « ): « Lo sfaldamento del nostro apparato produttivo, le
criticità evidenziate del tessuto sociale siciliano richiederebbero
determinazione, coraggio, innovazione nell’azione di governo » . Servono,
continua, istruzione e infrastrutture. Davanti all’assemblea, prima che si
andasse al voto, Mannino ha sostenuto il proposito di « rilanciare la vertenza
Sicilia, assieme a Cisl e Uil, sulla base di un progetto attorno al quale
coagulare il massimo del consenso, costruendo il più ampio ventaglio di
alleanze ». Una vertenza che la Cgil è pronta a sostenere con la mobilitazione
unitaria, « fino allo sciopero generale in mancanza di risposte».
Mannino, nato in Germania 46 anni fa, ha vissuto a Randazzo, nel Catanese.
Laureato in Giurisprudenza, milita nella Cgil da molti anni: l’ultimo incarico
è stato quello di segretario della Flai siciliana. Adesso, prenderà il posto lasciato
vuoto da Michele Pagliaro che dopo sei anni è andato alla presidenza nazionale
dell’Inca. Non ci sono soltanto lavoro e sviluppo nel programma di Mannino.
«Nell’epoca che vede comparire nuove formazioni esplicitamente razziste e
neofasciste che conducono alla deriva democratica e all’imbarbarimento sociale,
non si può arretrare dalla scelta di contrasto forte di questi fenomeni, per
rinsaldare i valori della Costituzione a partire dall’antifascismo e dalla
laicità dello Stato». Non a caso il neosegretario è stato in prima linea
durante alcune tra le più importanti mobilitazioni per l’accoglienza, come
quella a Catania dell’agosto di un anno fa, quando la Cgil scese in piazza per
chiedere lo sbarco dei migranti a bordo della Diciotti. « Mi metto subito a
lavoro. C’è molto da fare » , inizia il mandato Mannino.
La Repubblica Palermo, 11.7.2019
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