Un momento dell'incontro di mercoledì sera |
Si sono incontrati ieri sera nei locali
comunali del complesso di S. Agostino gli agricoltori corleonesi, ai quali la
Curia di Monreale e la Parrocchia di S. Leoluca hanno chiesto il pagamento dei
canoni arretrati per i loro terreni di contrada “Poira” gravati da livelli. Un
incontro autoconvocato, che ha consentito loro di confrontarsi sulla
problematica che da qualche mese non li lascia tranquilli. Proprio ad apertura
dei lavori è arrivato anche il sindaco Nicolò Nicolosì al quale gli agricoltori
si erano rivolti, consegnandogli un pro-memoria dove riassumevano la vicenda,
per avere una mediazione con l’arcivescovo di Monreale, Mons. Michele Pennisi. E
il primo cittadino ha rasserenato gli animi, comunicando di aver sentito Mons.
Pennisi e di avere avuto dallo stesso l’assicurazione della massima
disponibilità ad un confronto sereno nel rispetto dei diritti di tutti.
Ovviamente, gli agricoltori, ai quali da
oltre sessant’anni non era stato più richiesto il canone (molti nemmeno sapevano
che sui loro fondi gravavano questi livelli di origine medievale), hanno
contestato i conteggi fatti dalla società Consul Medi Immobiliare e dallo
studio legale Durante, ritenendoli esosi. Ma gli interventi di Giuseppe Crapisi
e di Paolino Misuraca hanno cercato di portare elementi di equilibrio e di
ragionevolezza. “Sul fatto che la chiesa abbia questo diritto non ci sono dubbi
e noi non vogliamo metterlo in discussione. Dobbiamo pagare quello che è
giusto. Chiediamo però che ci sia una disponibilità a valutare con serenità la
questione, considerando anche la grave crisi in cui versa la nostra
agricoltura, che non consente grandi redditi a nessuno degli addetti”, hanno
detto. In sostanza, i contadini vorrebbero
la disponibilità della Curia e della Parrocchia a raggiungere un accordo
transattivo, come si è fatto in tante parti d’Italia.
A conclusione dell’assemblea hanno costituito
un comitato di agricoltori, che chiederà un incontro a padre Luca Leone, parroco
della Parrocchia di S. Leoluca, per intavolare un confronto sereno. Un confronto
a cui il sacerdote sicuramente non si sottrarrà, nonostante l’amarezza di
queste settimane in cui non gli sono state risparmiate critiche anche feroci. Il
parroco, che dell’argomento ha parlato esplicitamente anche in chiesa durante l’omelia,
si dice convinto che bisogna chiedere ai contadini solamente quello che è
previsto dalla legge, nella massima trasparenza e legalità. Anche perché il
senso del pagamento di questi livelli – spiega padre Luca - è quello di
consentire alla parrocchia di poter effettuare la normale manutenzione dei
locali e di destinare fondi all’assistenza ai tanti bisognosi. Tra l’altro, a
quanto pare, della questione censi, livelli e problematiche connesse all’entiteusi
– che si pone in tante regioni d’Italia - si parlerà nella Chiesa anche a
livello diocesano e nazionale nei prossimi mesi. (dp)
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