I falchi pellegrini vengono rimessi in libertà dai carabinieri e dal responsabile del Centro di Ficuzza dott. G. Giardina |
Il 3 luglio scorso,
nell’ambito di una più vasta operazione denominata “Biarmicus”, dal nome
scientifico del Falco lanario, condotta dai Carabinieri del SOARDA
(Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati in Danno di Animali) di Roma e dei
Nuclei CITES di Catania e Palermo, sotto la direzione della Procura della
Repubblica di Enna, era stato inferto un duro colpo al fenomeno del prelievo
in natura di esemplari particolarmente protetti di rapaci a rischio di
estinzione: 8 i soggetti denunciati, 26 gli esemplari di avifauna sequestrati, oltre a 31 tartarughe terrestri.
Collezionisti, spesso legati al mondo della
falconeria, prelevano dai nidi giovanissimi esemplari appartenenti a tali
specie che gli appassionati, anche del mercato estero, sono disposti a pagare
migliaia di euro.
L’operazione aveva
permesso di accertare la contraffazione dei documenti relativi agli esemplari
illecitamente prelevati allo scopo di potere essere rivenduti sul mercato,
dissimulandone la natura selvatica, dotandoli di anelli identificativi
contraffatti e falsificando certificati Cites, normalmente necessari per
rendere lecita la detenzione e il commercio di tali specie, altrimenti
rigorosamente vietati.
I rapaci sequestrati
sono stati inizialmente affidati alle cure del personale del Centro Recupero
Fauna Selvatica della LIPU di Ficuzza, che si è altresì occupato di verificare
– unitamente agli esperti tecnici del progetto Life ConRaSi (conservazione
rapaci siciliani) - la possibilità di procedere ad una tempestiva
liberazione degli esemplari. In questi casi infatti il ritorno alla libertà
deve essere effettuato nel più breve tempo possibile poiché, maggiore è la
permanenza in cattività, più alto è il rischio che gli esemplari perdano le
capacità di sopravvivere in natura.
Pertanto, questa
mattina, in provincia di Palermo, i Carabinieri Forestali del Centro
Anticrimine Natura di Palermo – Nucleo Cites hanno proceduto alla liberazione
dei 5 giovani esemplari di Falco pellegrino.
Ciò è stato possibile,
seguito autorizzazione della Procura della Repubblica di Enna, solo dopo un
periodo di "riabilitazione" in cui gli esemplari hanno raggiunto una
perfetta forma fisica, che potesse consentire il trasferimento in una voliera
appositamente realizzata per prendere confidenza con l’ambiente naturale,
collocata nell’area in cui è avvenuto il rilascio, molto vocato a questa
specie.
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