La sede del Giornale di Sicilia a Palermo |
“E' un colpo ferale, che va respinto. Chiediamo un piano
industriale all'altezza. Le istituzioni e la città stiano accanto ai
lavoratori”.
Palermo 20 giugno 2019 – L'Slc Cgil Palermo esprime profonda amarezza e
preoccupazione per il dramma che stanno vivendo i poligrafici del
Giornale di Sicilia, in sciopero per cinque giorni dopo la decisione
dell'azienda, la S.E.S società editrice della Gazzetta del Sud, di dichiarare
34 esuberi su 43 lavoratori.
“Quando due anni fa – dichiara il segretario generale Slc Cgil
Palermo Maurizio Rosso - il 51 per cento delle quote del Giornale di
Sicilia fu acquistata dalla Ses, noi dicemmo subito che una fusione tra due
giornali, in un momento di crisi dell'editoria, poteva essere un'operazione
bellissima ma anche molto pericolosa. Ci risposero che l'ottimizzazione delle
risorse avrebbe comportato anche dei sacrifici ma che il progetto era il
rilancio. Dicemmo di stare attenti, individuando il segnale negativo del
centro stampa spostato da Palermo a Messina, la prima cosa che fecero. Poco
tempo dopo scattò la solidarietà al 50 per cento”.
“Oggi, dopo questo piano lacrime e sangue, possiamo
ben dire che ci hanno raccontato un libro dei sogni. Dichiarare dall'oggi
al domani 34 esuberi su 43 significa che la produzione di fatto è spostata a
Messina e che la sede di Palermo viene ridimensionata, a un passo dalla
chiusura – prosegue Rosso - In un momento in cui Palermo ha
riacquistato visibilità, è diventata capitale culturale e turistica, assestare
questo colpo ai lavoratori di una testata fondamentale per una città dove
hanno trionfato per anni mafia, malaffare e corruzione è un
assassinio”.
Secondo l'Slc Cgil, un'azienda editoriale che produce
informazione deve essere considerata alla stregua di una
istituzione culturale e si deve levare alto il grido delle istituzioni
politiche in sua difesa. “E' insopportabile che lavoratori che hanno creduto
nel rilancio di questa testata, decurtandosi gli stipendi e facendo sacrifici,
vengano non considerati e messi in mezzo alla strada – aggiunge Maurizio Rosso
- Chiedo l'intervento immediato del sindaco e del presidente della Regione per
esigere piani industriali veri. Il piano industriale 2018-2022, che prevedeva
un graduale ritorno a un equilibrio economico finanziario, evidentemente non si
è rivelato all'altezza dei risultati. Ma chi l'ha fatto, Paperino, un piano in
cui pochi mesi dopo ci si accorge di un forte disallineamento? Come si può
pensare che un'azienda seria faccia errori così madornali? Secondo noi, c'è del
marcio in Danimarca”.
“Faccio un appello forte – conclude Rosso - al sindaco, alle
istituzioni, agli intellettuali, all'Università, ai centri studi e di
ricerca, per scendere in piazza con i poligrafici e i lavoratori del giornale,
a salvaguardia dell'informazione e di una testata storica per l'Isola
intera. Staremo accanto ai lavoratori giorno e notte e faremo tutte
le azioni di lotta possibili per salvare i posti di lavoro”.
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