di Francesco Patanè
Finanza e carabinieri in azione: cento le denunce per
truffe sull’assegno. Cambi di residenza, false separazioni, licenziamenti
fittizi e lavoro nero
False separazioni fra coniugi, finti cambi di
residenza, licenziamenti fittizi, ma soprattutto l’esercito di lavoratori in
nero che percepiscono il reddito di cittadinanza. Sono centinaia i casi sui
quali carabinieri e guardia di finanza stanno indagando per truffa allo Stato.
A nemmeno due mesi dal via del sussidio, a Palermo sono stati già denunciati
all’autorità giudiziaria venticinque "furbetti" del reddito di
cittadinanza.
Complessivamente in Sicilia le denunce per truffa allo Stato sono oltre un
centinaio, su poco più di 250 mila sussidi erogati. Ma sono solo i primi casi
fra le migliaia di accertamenti ancora in corso. «I cento finora denunciati
sono solo una piccola parte degli irregolari — commenta un investigatore — ci
sono diverse indagini in tutte le province che a breve faranno salire il
totale, in maniera considerevole».
La gran parte di controlli sono affidati al Nucleo ispettorato del lavoro
dei carabinieri (Nil) e ai reparti territoriali della guardia di finanza. Nel
caso di Palermo si tratta del Gruppo comandato dal colonnello Alessandro
Coscarelli, che da mesi sta lavorando sulle truffe intorno al reddito di
cittadinanza. Le indagini in corso sono diverse, tutte coordinate dal
procuratore aggiunto Sergio Demontis.
Quattro gli stratagemmi più diffusi per ottenere la carta gialla prepagata.
Quello più comune è il cambio fittizio di residenza: di solito sono i
figli che escono di casa solo "sulla carta" per poter chiedere il
sussidio, ma in realtà restano a casa con i genitori.
A seguire ci sono i matrimoni e le convivenze che finiscono solo per
l’Agenzia delle Entrate. A Palermo negli ultimi quattro mesi il numero
delle separazioni è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2018. Un dato
che non è passato inosservato ai finanzieri.
Immediatamente sono scattati i controlli, con pedinamenti alla vecchia
maniera che hanno permesso di immortalare coppie ufficialmente separate baciarsi
appassionatamente e vivere sotto lo stesso tetto per settimane, hanno
registrato figli che invece di abitare nella nuova residenza continuavano a
tornare a casa dei genitori.
Un altro sistema utilizzato spesso dai truffatori è il
licenziamento dagli impieghi part time. Con la benedizione del datore di
lavoro che non paga più i contributi, il lavoratore preferisce fare le stesse
mansioni in nero, in modo da risultare disoccupato e poter richiedere il
reddito di cittadinanza. Grazie alle banche dati a disposizione delle fiamme
gialle, tutti i reparti territoriali della Sicilia stanno controllando se i
licenziamenti degli ultimi mesi corrispondono realmente a un’interruzione del
lavoro. E anche in questo caso il pedinamento diventa l’unico modo per
dimostrare il reato.
Accanto alle separazioni fasulle, ai falsi cambi di residenza e ai finti
licenziamenti ci sono i normali controlli sui lavoratori in nero. Soprattutto
manovali nei cantieri edili, collaboratrici domestiche, badanti e lavoratori
stagionali sono finiti nel mirino dei carabinieri del Nil. In questo caso i
controlli nei cantieri o negli esercizi commerciali non sono altro che le
normali verifiche sul lavoro sommerso. Da due mesi a questa parte viene
controllato che il lavoratore irregolare non sia destinatario di reddito di
cittadinanza. E i 25 denunciati finora a Palermo rientrano in questo tipo di
controlli. Ci vorrà più tempo invece per chiudere il cerchio delle indagini
sulle false separazioni, sui finti cambi di residenza e sui
licenziamenti sulla carta. Anche perché per questi casi il sospetto
delle fiamme gialle è che dietro i " furbetti" ci sia un’unica regia,
qualche addetto ai lavori con competenze fiscali, in grado di consigliare e
seguire le pratiche dei truffatori.
La Repubblica Palermo, 25 giugno 2019
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