EMANUELE MACALUSO
L’agenzia
Ansa ci informa che Luca Lotti dal 5 al 7 luglio riunirà la sua corrente per
lanciare il “Manifesto dell’Italia riformista” e per “non rinunciare al profilo
più innovativo del Pd”. Trascuriamo il fatto, ridicolo, che la sua correntina
possa lanciare nientemeno che un manifesto per l’Italia. Ma Lotti, come è noto,
si è “autosospeso” dal Pd. E chi è sospeso da un partito non può svolgere
attività che interessa e, comunque chiama in causa,
quel partito. La corrente di Lotti è o non è una parte del Pd? E, se con il suo
manifesto vuole riproporre nientedimeno il “profilo più innovativo del Pd”,
chiama in causa o no il Pd? A
questo punto c’è da chiedersi: il segretario di questo partito non ha nulla da
obiettare? E nel Pd c’è o no una commissione di garanzia? Spero che non siano
domande senza risposte.
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I
FONDI SPRECATI, IERI ED OGGI
Oggi
leggendo il Corriere della Sera, un’altra notizia mi ha colpito. La Corte di
giustizia europea ha respinto il ricorso dell’Italia presentato per sperare di
avere restituiti dall’Ue 380 milioni di euro di Fondi strutturali negati alla
Sicilia a causa di “gravi carenze nella gestione negli anni 2000-2006”
(presidenza Cuffaro). Ecco le carenze: “spese di personale non correlate al
tempo effettivamente impiegato per i progetti; consulenti esterni privi delle
qualifiche richieste; spese non attinenti ai progetti”.
Le
consulenze fasulle, purtroppo, si vedono ancora oggi nei ministeri di questo
governo. Oggi leggo, infatti, che le Regioni hanno deciso che i cosiddetti
“navigator”, assunti da Di Maio per trovare il lavoro a chi beneficia del
reddito di cittadinanza, potranno solo aiutare i Centri dell’Impiego già
esistenti. Ai burocrati si sommano, dunque, altri burocrati. Ma il lavoro non
lo creano mica loro. Un lavoro che, peraltro, non c’è. Si spendono miliardi per
aggiungere burocrati a burocrati invece di aiutare a far nascere imprese che
producano lavoro effettivo. E questo doveva essere il governo del cambiamento.
(27
giugno 2019)
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