Incendio ieri in un terreno di Canicattì coltivato dalla cooperativa
sociale Lavoro e non solo, che gestisce terre confiscate alla mafia
tra l'Alto Belice Corleonese e l'Agrigentino. In fumo 50 quintali di grano che
avrebbero prodotto seimila pacchi di pasta
Il danno è di quelli destinati a pesare
sul bilancio annuale. L'amara sorpresa, per la Cooperativa Lavoro e non Solo,
che dal 2000 gestisce beni confiscati alla mafiatra Corleone e Canicattì,
è arrivata con le prime ore del mattino, quando i soci sono giunti nella
tenuta dell'Agrigentino e hanno trovato in fiamme circa due ettari
coltivati a grano.
Si stima che in fumo siano andati circa 50
quintali di grano, dai quali si sarebbero confezionati seimila
pacchi di pasta, per un valore commerciale di circa 10mila euro. Pasta che
nell'ultimo anno la cooperativa - nata in seno all'Arci Sicilia con
un progetto di inserimento socio-lavorativo di persone con patologie
psichiatriche e successivamente impegnata sul riutilizzo dei beni confiscati -
aveva dedicato alla memoria di Rita Borsellino, scomparsa lo scorso
15 agosto.
A darne notizia, sui social network, è stata proprio
la cooperativa che in un post ha raccontato la vicenda. «I nostri soci - si
legge - si sono recati nei campi di Canicattì per ultimare i
lavori sui vigneti, e hanno visto che uno degli appezzamenti di circa due ettari
coltivati a grano, era stato incendiato nella notte da ignoti, con una perdita
di circa 50 quintali di grano che sarebbe diventata la nostra pasta. Come
sempre l'attenzione dei carabinieri di Canicattì è importante, ed è stata
aperta un'indagine per individuare la dinamica dei fatti e le
responsabilità. Continuiamo nel nostro impegno quotidiano portando
avanti i nostri valori e l'amore per la nostra terra».
Immediata la solidarietà e il sostegno dell'Arci
Sicilia, che in una nota ha sottolineato: «Ci stringiamo attorno a una
delle esperienze di cui siamo più orgogliosi e restiamo fiduciosi che le
indagini dei carabinieri di Canicattì facciano luce sulla dinamica dei fatti e
le responsabilità, sicuri che la Cooperativa saprà andare avanti nel proprio
percorso di legalità e sviluppo nei terreni confiscati alla mafia».
A intervenire, anche Vittorio Teresi,
presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, che ha
sottolineato il valore sociale dell'esperienza di Lavoro e non solo,
che dal 2005 organizza i campi di studio e lavoro sulle terre confiscate alla
mafia, ai quali ogni estate prendono parte centinaia di ragazzi da tutta
Italia. «Rimarcando l'unità di intenti e di sentimenti di tutti coloro che sono
impegnati nelle attività sociali sui beni confiscati alle mafie e per reagire
con la massima determinazione contro l'ennesima aggressione di un manipolo di
vigliacchi al soldo di organizzazioni criminaliche continuano a sperare,
inutilmente, nella prevalenza della forza e della prepotenza - aggiunge -. L'incendio
del raccolto dei campi di grano, pur avendo creato un danno economico, non ha
minimamente intaccato la forza, la determinazione e la coesione di tutti gli
operatori. Presto saremo a Canicattì per manifestare concretamente la nostra
vicinanza».
In molti, intanto, si chiedono in queste ore come
sostenere la cooperativa. A rispondere a Meridionews è il
presidente, Calogero Parisi, che lancia un appello: «A chiunque
voglia supportarci in questo, come negli altri momenti del nostro percorso,
chiediamo di sostenere il nostro lavoro acquistando i nostri prodotti. Sapere
che i pochi pacchi di pasta che riusciremo a produrre finiranno sulle tavole di
chi ci sostiene è la gratificazione migliore che possa arrivare».
Meridionews, 27 giugno 2019
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