di Salvo Palazzolo
La targa scomparsa del delitto Mattarella, i testimoni
dell’attentato all’Addaura e del caso Agostino Un cronista ha riaperto le buste
custodite alla Biblioteca regionale: foto e articoli conservano indizi
In un archivio conservato dentro vecchi
scatoloni, all’interno della Biblioteca regionale, c’è forse la chiave per
scoprire alcuni dei misteri di Palermo, quelli che ancora proteggono assassini
e mandanti degli omicidi eccellenti che hanno segnato la storia d’Italia.
Nella busta sul delitto di Piersanti Mattarella, è rimasta la foto della
Fiat 127 utilizzata dai killer ancora senza nome: si vede la targa che i
magistrati di Palermo hanno cercato di recente, perché porta a un covo
dell’estrema destra di Torino, quella targa è scomparsa. Nella busta
sull’omicidio di Peppino Impastato, ci sono le foto della scena del delitto (e
del depistaggio), le uniche rimaste, perché quelle del sopralluogo fatto dai
carabinieri non si trovano più. Un articolo sul fallito attentato
all’Addaura riferisce invece il racconto di un testimone: il borsone di tanti
misteri fu portato dagli scogli, non dal mare.
L’archivio de “ L’Ora” di Palermo, il giornale di tante battaglie che
terminò le pubblicazioni all’inizio del 1992, è disseminato di indizi e tracce.
Qualcuna, mai emersa fino ad oggi. Ad esempio, nella cronaca dell’omicidio del
poliziotto Nino Agostino e della moglie — 5 agosto 1989 — il giornalista
racconta di un testimone che ha visto un’auto subito dietro la moto dei killer.
Altri sicari e altri complici rimasti senza nome.
Ogni articolo, ogni foto nelle buste de “ L’Ora” è un indizio. Negli anni
più difficili di Palermo, i cronisti del giornale non hanno mai smesso di
raccogliere tracce piccole e grandi, che sono rimaste conservate nell’archivio
del quotidiano, fatto di articoli, pagine e foto. Dopo tante vicissitudini —
iniziate già all’indomani della chiusura del giornale, alla vigilia delle
stragi Falcone e Borsellino — quell’archivio è stato salvato da uno
straordinario gruppo di lavoro della Biblioteca centrale della Regione
Siciliana. L’indice delle “buste” della cronaca è oggi on line.
Fra quelle buste, conservate alla Biblioteca regionale, sono tornato a
cercare le tracce e gli indizi degli assassini e dei complici ancora senza
nome. Ne è nata una mostra, si intitola: “Cadaveri eccellenti. I delitti
irrisolti di Palermo: nell’archivio del giornale L’Ora, tracce e indizi”.
I delitti eccellenti di Palermo hanno segnato la storia del Paese. Perché
quelle vittime sono il simbolo dell’Italia migliore: Mauro De Mauro, Pietro
Scaglione, Peppino Impastato, Michele Reina, Piersanti Mattarella, Gaetano
Costa, Paolo Giaccone, Nino Agostino e Giovanni Falcone. Morti senza ancora
giustizia.
La mostra “ Cadaveri eccellenti” è un cantiere aperto all’interno della
Biblioteca centrale della Regione Siciliana: su ognuno dei nove pannelli del
percorso ci sono stralci di articoli, foto e poi appunti con i dati che
emergono dalle più recenti carte giudiziarie, la conferma di quegli spunti
raccolti tanti anni fa. Il giornalismo d’inchiesta del giornale L’Ora
resta uno strumento prezioso per scavare ancora nei misteri di Palermo,
quei cronisti insegnano la cura del dettaglio, la necessità di cercare sempre
nuove fonti, diverse da quelli ufficiali, e ricordano che ancora oggi il
giornalismo deve vivere di racconti sul campo, di curiosità, di analisi.
La mostra, allestita all’interno della Biblioteca “ Alberto Bombace” (corso
Vittorio Emanuele 431), sarà inaugurata martedì 21 maggio con una tavola
rotonda a cui prenderanno parte il prefetto di Palermo Antonella De Miro, il
vice direttore de L’Ora Franco Nicastro e alcuni familiari delle vittime:
Vincenzo Agostino, Giovanni Impastato e Antonio Scaglione. L’installazione sarà
visitabile fino al 19 luglio, l’ingresso è libero.
La Repubblica Palermo, 17 maggio 2019
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