Antonio Bassolino |
GENEROSO PICONE
Bassolino: «Siamo solo al primo passo la risalita sarà molto lunga»
Me lo aspettavo, abbastanza. Ma siamo solo al primo passo, la risalita sarà
molto lunga». Il buon risultato del Pd visto da Antonio Bassolino. «Non escludo
a breve il voto per il governo». «Siamo solo al primo passo la risalita sarà
molto lunsa» Generoso Picone Se lo aspettava? «Abbastanza. Perché questi dati
sono il frutto di tutto quello che è accaduto soprattutto nel corso dello
scorso anno. Anche se qualche sondaggio sembrava tendere ad attenuarne i toni,
era evidente già dai risultati elettorali delle ultime tornate regionali che si
arrivasse a un impetuoso mutamento di scenario». Per antica scuola, Antonio
Bassolino è abituato ad aprire la riflessione e istruire l'analisi dopo ogni
appuntamento al voto. L'ex sindaco di Napoli e già presidente della Campania ha
avviato la sua valutazione sulle Europee con un post affidato a facebook.
Bassolino, perché lo
scenario politico è mutato in maniera tanto impetuosa?
«Innanzitutto perché si sono rovesciati i rapporti di forza tra i due
partiti al governo: la Lega ha oggi più della percentuale che il M5S aveva un
anno fa e il M5S ha la stessa percentuale di allora della Lega. Si tratta di un
sommovimento importante rispetto a quanto consegnatoci il 4 marzo dell'anno
scorso e occorre ricordare che il processo non si è ancora fermato».
Ma appare consolidata la
dimensione del blocco elettorale sociale che si era affermato alle scorse
elezioni politiche.
«Certo, però non è una questione che può ridursi soltanto in questi
termini. Anche in relazione alle vicende internazionali rispetto alle
quali c'è sempre una scarsa attenzione in Italia e soprattutto alle dimensioni
crescenti dell'astensionismo che pure viene troppo sottovalutato nelle analisi
nonostante abbia decisamente effetti importanti e significativi. Voglio dire
che troppo spesso si ragiona come se ci trovassimo all'interno di un vecchio
mondo e non si comprende che dietro il distacco e l'indifferenza c'è una scelta
politica. Il partito degli astensionisti è il primo in Italia e avrà un peso
rilevante in un prossimo teatro politico sempre più instabile».
Si andrà a nuove
elezioni politiche a breve?
«Se il rapporto di forza M5S-Lega si è rovesciato, alla fase dei due
governi di quest'anno - con due partiti che prima andavano d'accordo, poi
litigavano e quindi hanno sdoppiato l'attività dell'esecutivo - ora subentrerà
quella dei "due Parlamenti».
Cioè?
«Il Parlamento attuale è l'esito del voto del 4 marzo scorso. Ora il quadro
è cambiato e ciò vorrà dire ulteriore instabilità».
Salvini ha però escluso
crisi di governo o richiesta di nuove poltrone.
«Ha comunque indicato le priorità da seguire. Flat tax, decreto sicurezza,
il cosiddetto regionalismo differenziato che renderà legge dello Stato la
divisione tra Nord e Sud. Sono scelte di merito fondamentali per la Lega. È
evidente che avendo entrambi convenienza a non porre problemi formali sul governo,
i rapporti tra Lega e M5S determineranno una situazione di costante e
progressiva conflittualità: con conseguenze in primo luogo per l'Italia e per
le decisioni di bilancio che occorrerà assumersi».
Del resto,
l'atteggiamento di Salvini è comprensibile visto lo straordinario successo.
«Il suo è stato un trionfo. Nel risultato elettorale c'erano tre elementi
simbolici sul versante nazionale: la Lega oltre il 30%, il M5S sotto il 20%, il
Pd sopra il 20% e superando il M5S. La Lega ha conseguito un successo
travolgente, affermandosi come forza nazionale e primo partito, vincendo anche
in Piemonte dove nella coalizione di centrodestra ha battuto un amministratore
bravo come Chiamparino. Dimostrazione che l'onda era proprio lunga, davvero
impressionante. Anche se poi in diverse e importanti città il buon lavoro dei
sindaci Pd viene giustamente premiato. Il M5S ha subito un colpo pesante,
dimezzando addirittura i suoi voti in un anno».
Secondo lei perché?
«Alla verifica del governo ha mostrato troppe oscillazioni, in difficoltà
di fronte a casi dalla Tav all'Uva. Negli ultimi giorni aveva tentato di
riprendere i toni di una volta, pur essendo forza di governo. Ma invano».
Il Pd di Zingaretti ha
cominciato la sua risalita?
«Dopo aver perduto un anno dal 4 marzo scorso, senza alcuna riflessione su
quello che era avvenuto, finalmente dalle Primarie è venuto un segnale di
risposta significativa: la larga partecipazione e la vittoria di Zingaretti
hanno delineato la possibilità di una inversione di tendenza dopo le sconfitte
degli ultimi anni. Ora c'è da registrare un primo passo verso la risalita che
sarà lunga, mentre invece sono andate male altre forze di centrosinistra come
la Sinistra, i Verdi e +Europa».
Lei propone una larga
alternativa di governo: assieme a chi?
«Con umiltà, intelligenza e pazienza si deve costruire un rapporto vero con
il Paese reale e un'ampia alternativa allargando il campo. In questo senso, c'è
da augurarsi che sia apra una positiva riflessione critica in altre forze di
sinistra e che succeda qualcosa anche in mondi moderati».
Individua questo
obiettivo per le prossime scadenze, alle elezioni per Regione Campania e Comune
di Napoli?
«Indico un percorso con respiro più ampio. Ci vuole lucida intelligenza e
consapevolezza che la politica può spostare gli equilibri, innanzitutto
riconquistando alla partecipazione democratica il 40% degli astenuti a Napoli.
Poi, chi ci dice che il prossimo appuntamento elettorale sia proprio quello di
Regione e Comune? È possibile che si voti prima per il nuovo parlamento
nazionale».
Il Mattino, 28/5/2019
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