Paul Yaw Aning con Biagio Conte |
di PIETRO SCAGLIONE
Paul Yaw Aning - l'idraulico ghanese cinquantenne a rischio di espulsione
dopo la scadenza del permesso di soggiorno, nonostante viva da 10 anni in
Italia - non sarà al momento espulso, grazie alla saggia decisione del
Tribunale Amministrativo Regionale della Sicilia di sospendere il provvedimento
di espulsione. Una vittoria (sia pure temporanea) del diritto, del buon senso,
dell'umanità e della solidarietà. Da 16 giorni, il missionario laico palermitano Biagio Conte - fondatore
della "Missione Speranza Carità" e della "Cittadella del
Povero" - digiuna in segno di protesta contro l'espulsione di Paul, suo
decennale collaboratore. Uno sciopero della fame iniziato anche dai mille
ospiti (sia italiani sia stranieri) delle strutture gestite da Biagio
Conte.
Ecco le ragioni dello sciopero della fame iniziato a fine Aprile nella
piazza Anita Garibaldi, a Brancaccio, luogo dell'uccisione di Padre Pino
Puglisi: “Fratel Biagio ferito nel più profondo del cuore si rivolge alle
autorità italiane affinché liberino Paul. Non lo ammanettate! Non lo arrestate!
Non lo rimpatriate! Attenzione! Non è un delinquente. È un disperato. In 10
anni di permanenza nell’Italia non ha mai commesso un reato. È una persona
giusta. Non potete condannare un giusto. Questa ingiustizia sarà un male per
tutta la nostra società”.
Paul ha 50 anni, è originario del Ghana, da oltre dieci anni vive a Palermo
nei locali della Missione Speranza e Carità di Via Archirafi, in maniera
volontaria svolge l'attività di idraulico e aiuta italiani e immigrati che
necessitano di assistenza.
L'appello di Biagio Conte è un anatema contro le politiche repressive e
autoritarie in tema di immigrazione: "Come è possibile accettare che
questi nostri fratelli immigrati, come Paul Aning da oltre 15 anni in Italia,
possano essere colpiti da un decreto di espulsione che non lascia scampo? Sono
persone fuggite dalla guerra, dalla fame, dalla povertà, da vessazioni di ogni
tipo! Attraversare il mare per giungere nel nostro Paese è l’ultimo tratto di
un lungo e penoso viaggio che dura mesi, attraversando il deserto e tanti
luoghi in guerra fra loro. Un viaggio della speranza, dove, però, molti di loro
trovano la morte già prima di potersi imbarcare. Coloro che riescono a giungere
in Italia sperano di trovare rifugio e accoglienza, ma le recenti disposizioni
legislative penalizzano questi nostri fratelli, oltre ogni logica umana. È
certamente giusto normare in favore della regolazione dei flussi migratori,
tuttavia desideriamo e chiediamo che sia mantenuto saldo il principio dell’accoglienza
che il nostro Paese ha “quasi” sempre perseguito. È forse il caso di ricordare
quali provvedimenti legislativi furono adottati negli anni ’30 del secolo
scorso, in conseguenza dei quali si aprirono le porte al secondo conflitto
mondiale?".
A Paul non era stato rinnovato il permesso di soggiorno per motivi di
lavoro ed era stato notificato un decreto di espulsione da parte della Questura
di Palermo. L'avvocato Giorgio Bisagna, rappresentante dell'associazione
Adduma, aveva depositato subito il ricorso al Tar contro il rigetto della
domanda di rinnovo del permesso di soggiorno. Tenuto conto del "danno
grave e irreparabile" per Paul, la presidentessa della sezione del Tar
Sicilia, Maria Cristina Quiligotti, ha annullato di fatto il decreto di espulsione,
nonchè l'obbligo di firma e di dimora, sospendendo il rigetto della richiesta
di rinnovo del permesso di soggiorno dell'idraulico ghanese, in attesa della
Camera collegiale dell'11 giugno.
Esultanza da parte dell'avvocato Bisagna: "Sono molto soddisfatto per
la decisione del Tar e aspettiamo che la questione possa condurre a una veloce
conclusione della vicenda".
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