Emanuele Macaluso parla a Portella della Ginestra |
EMANUELE LAURIA
Venti minuti di discorso appassionato, davanti a duemila persone assiepate
a Portella della Ginestra: un richiamo ai valori della lotta sociale,
dell’unità dei lavoratori, dell’antimafia. Quell’uomo che ha animato il Primo
maggio siciliano, in uno dei più suggestivi luoghi della memoria dell’isola,
entra nel guinnes dei primati. Perché quell’uomo, Emanuele Macaluso, 95 anni, è
probabilmente il politico più anziano ad avere mai tenuto un comizio pubblico.
Coppola in testa, stretto in un impermeabile beige, bastone in mano, Macaluso
ha arringato la folla sottolinendo un momento «politico grave,
gravissimo», con il ritorno al potere «di una destra molto pericolosa». Ha
sferzato la sinistra, esercizio al quale non ha mai abdicato, ribadendo come in
questo campo «si sia scordata la questione sociale».
E ha invitato i giovani
all’impegno politico e sociale, da non testimoniare solo in occasioni
sporadiche ma «con una militanza quotidiana» come quella di Pio La Torre, che
fu suo grande compagno di viaggio. Un costante riferimento all’importanza di
tornare a comprendere il senso delle lotte, da parte dell’ex dirigente della
Cgil che ha conosciuto le battaglie dei braccianti e degli zolfatari, da
parte dell’ex segretario del Pci che alla militanza ha però unito nella sua
lunghissima carriera il pragmatismo e l’apertura al dialogo dei miglioristi. È
voluto tornare alle sue radici, Macaluso, a una Portella che per lui è memoria
tragica ma che fu anche l’anticamera di un’attività sindacale di vertice: dopo
la strage del ‘47, ha ricordato dal palco, Giuseppe Di Vittorio celebrò il
primo congresso della Cgil siciliana che lo elesse segretario. «Credo che è
l’ultima volta che mi metto su un aereo per andare in Sicilia», ha detto
Macaluso prima di tuffarsi in una tre giorni che l’ha visto impegnato
nella presentazione del suo libro e nelle celebrazioni all’Ars di La Torre. Ma
è stato a Portella, appunto, che Macaluso ha consegnato in qualche modo il suo testamento
politico, quello di un uomo ancora attivissimo che si divide fra fatiche
letterarie e una sorprendente attività sul blog, nella sua pagina chiamata
«Em.Ma. in corsivo». Chi, a Portella, l’ha seguito mentre richiamava i valori
dell’antifascismo e del riformismo, chi l’ha ascoltato rievocare figure
storiche dei fasci siciliani come Nicola Barbato e il sindaco di Corleone
Bernardino Verro ucciso dalla mafia («Ma Salvini lo sa?»), chi l’ha apprezzato
mentre legava il filo della memoria attraverso quasi un secolo di fatti
controversi (a partire proprio dall’eccidio del ‘47 ad opera della banda di
Salvatore Giuliano), ha riconosciuto in Macaluso quello che Macaluso non può
essere solo per ragioni anagrafiche: un leader. Ma nella sua performance da
primato c’è comunque tutta la voglia e la nostalgia della sinistra per un punto di riferimento autentico.
La Repubblica Palermo, 3 maggio 2019
Nessun commento:
Posta un commento