Pietro Bartolo |
“Salvini ha chiamato ‘scafisti’ i
volontari della Sea Watch, lo ha fatto anche con quelli della Diciotti, non è
una novità. Adesso dobbiamo farci i conti di quanto abbiamo in banca prima di
salvare una persona. Salvare una persona è diventato un reato. Io penso ai
pescatori di Lampedusa che quando si trovano di fronte a un gommone in
difficoltà devono contare, devono vedere quanti soldi hanno per decidere se
salvarne uno, due o tre. Oppure si devono fare un mutuo e mangari pagare in 80
anni come fanno loro”. Lo dichiara a TPI Pietro Bartolo, medico di Lampedusa e
candidato al Parlamento Europeo nelle liste Pd-SE (collegi Italia centrale e
insulare) che commenta gli ultimi provvedimenti del governo come il Decreto
Sicurezza-bis (qui abbiamo spiegato cosa
prevede), la prossima tornata elettorale e gli ultimi fatti di
cronaca in Italia. Pietro Bartolo è lampedusano fino
al midollo.
Lavora come medico al poliambulatorio di Lampedusa ed è lui che
viene chiamato a qualsiasi ora del giorno e della notte se ci sono degli
sbarchi di migranti sull’isola. In 25 anni Bartolo e la sua squadra hanno
visitato, soccorso e medicato circa 300mila persone.
“La legge del mare non consente di
lasciare le persone in mare. È nel dna dei pescatori la spinta a salvare il
prossimo. Io prima di fare il medico ho fatto il pescatore, lo so cosa vuol
dire. È difficile che una persona si giri dall’altra parte, i marinai e i
pescatori non lo fanno. Nessuna persona di buon senso lo farà. Solo qualcuno
che è stato plagiato e spaventato può fare una cosa del genere. Anche le
persone che odiano e sono spaventate, di fronte a una scena del genere, fanno
la scelta giusta.
Sulla Sea Watch 3, ora ferma di fronte alle acque di
Lampedusa, “non c’è premier che tenga” ha detto Salvini.
Ha detto pure che per entrare in Italia
ci vuole il suo consenso, come se l’Italia fosse sua. Sono affermazioni di una
persona che credo abbia perso la bussola. Queste affermazioni non sono nemmeno
nelle corde degli italiani, se lui parla a nome degli italiani, non è così. Quelli
che non sono dalla sua parte credo che siano molti più, solo che sono
disorientati, abbiamo bisogno di metterci insieme per contrastare questa
cultura malsana che non fa parte degli italiani.
È per questo che ha deciso di scendere
in politica?
Ho fatto di tutto per far sapere quello
che succedeva a Lampedusa, nel Mediterraneo. Sono 28 anni che mi occupo di
queste persone, di queste signore, di questi bambini, non bambini
preconfezionati. È vergognoso parlare di bambini preconfezionati, ho vergogna. Ho
deciso di entrare in politica, non scendere, per portare questa testimonianza,
questi valori quasi persi. Dopo 30 mi sentivo quasi inutile.
È stata una scelta indipendente?
Sono stato tirato da tutte le parti ma è
stata una mia scelta e ho deciso di salire sul carro più piccolo, quello che è
nelle mie corde, che ha gli stessi valori, Demos, nasce dal basso, dalle
associazioni. E poi confluisce nel Pd, ma è chiaro. Non c’è alternativa a
questa onda che ci sta travolgendo, invece noi dobbiamo difenderci anche con le
unghie e con i denti. Non possiamo permettere che la nostra Costituzione e la
nostra democrazia venga calpestata tutti i giorni.
Cosa pensa dell’indagine sullo striscione esposto
a Salerno?
Ci dobbiamo aspettare di tutto, non
siamo più in democrazia, non c’è diritto di protestare, non c’è diritto di
pensiero, di nulla. Tutto quello che non gli sta bene viene sottoposto a
sequestro, piuttosto viene espulsa dalle scuole. Se la sono presa con Mimmo
Lucano, tra un po’ probabilmente se la prenderanno con me. Però io mi sento un
cittadino libero, che per 30 anni ha fatto il suo dovere, nel rispetto dei
principi universali, che sono quelli della solidarietà, dell’accoglienza, del
rispetto dei diritti umani. Io spero che tutta l’Italia torni a fare questo.
La sinistra sta facendo quello che
dovrebbe fare?
Penso di sì. Io vedo che c’è un
desiderio di ricompattarsi, di tornare a quei valori, solidarietà verso i più
deboli, verso i più fragili. La dimostrazione è che Zingaretti ha fatto una
lista allargata in cui ha fatto entrare un po’ tutti, emerge questo desiderio
di ricompattare quelle che erano le radici della sinistra. Insieme per essere
l’alternativa vera all’ondata di populismo, per non tornare a quel ventennio
dal quale ci hanno salvato migliaia di persone. Dobbiamo proteggere anche
l’Europa, che è da riformare sì, ma dobbiamo portare questi valori. La sinistra
deve ritrovare la strada maestra. Fino ad adesso questo governo non ha dato
niente, ha solo promesso.
Cosa succederà al governo dopo le
prossime elezioni?
Io credo che staccherà la spina, non c’è
un giorno o un momento della giornata in cui non sono in contrapposizione.
Quando si ripresenterà il problema europeo e non sapranno cosa andare a dire in
Europa, saranno disarmati. Si staccheranno la spina a vicenda. Non avranno
nulla per difendersi.
Cosa pensa del consenso che ha la Lega e
la figura di Matteo Salvini?
Certamente il mea culpa lo deve fare
anche la sinistra. Il Pd e tutti. Sicuramente non abbiamo saputo gestire al
meglio le cose. Dopo una campagna di odio e di terrore, hanno spaventato tutti.
La gente lo vede come il salvatore, il messia. La gente non è a conoscenza
della verità. È per questo che vado in giro, porto le testimonianza, ho scritto
dei libri, ho fatto un film, per aumentare la conoscenza e la consapevolezza
nelle persone. Sono state raccontate un sacco di bugie. Per tornare a essere
quel grande popolo che siamo.
www.tpi.it,
17 Mag. 2019
www.tpi.it/2019/05/17/pietro-bartolo-candidato-europee-crisi-governo/
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