In controtendenza rispetto al dato nazionale, a Corleone
è Forza Italia il primo partito alle elezioni europee, con 1.732 voti (44,04%).
E il mattatore è senza ombra di dubbio il sindaco Nicolò Nicolosi, che si è
speso per questa formazione politica, portando ben 672 preferenze al suo
candidato Giuseppe Milazzo. Al secondo posto nelle preferenze Francesco Saverio
Romano con 594 voti. Secondo partito è il M5S con 684 voti (17,39%). Il suo
candidato più votato è Ignazio Corrao con 275 voti di preferenza. La Lega è
terza con 589 voti (14,98%): 350 le preferenze date a Salvini. Quarta formazione
è il Pd con 406 (10,32%). Al primo posto nelle preferenze anche qui si è
piazzato Pietro Bartòlo con 249 voti di preferenza, seguito da Caterina Chinnici
che di voti di preferenza ne ha ottenuti 149. Fratelli d’Italia con 384 (9,76%)
è la quinta formazione politica. Maria Carolina Varchi la candidata più votata
con 238 voti di preferenza. Percentuali da 0, per tutte le altre liste.
Si può dire che a Corleone
i “sovranisti” non hanno prevalso, grazie ad un centrodestra fortissimo, che fa
incetta di voti con Forza Italia: quasi triplica i suoi voti rispetto ai 641
(17,70%) del 2014; ed ottiene un ottimo risultato con Fratelli d’Italia, che 5
anni fa aveva appena 58 voti (1,60%). Rovinoso il crollo del Pd rispetto a 5
anni fa, quando aveva ottenuto 1.386 voti (38,20%), anche se in leggera ripresa
rispetto alle politiche dell’anno scorso, quando aveva ottenuto appena 415 voti
pari al 7,37%. Crolla il M5S rispetto alle politiche dell’anno scorso, ma si
mantiene sullo stesso livello di 5 anni fa, quando aveva ottenuto 646 voti (17,08%).
Una riflessione che dovrebbe impegnare tutte le forze
politiche e, in particolare, quelle di sinistra ridotte ai minimi termini,
riguarda la scarsa partecipazione al voto. A Corleone su 9.721 elettori ne hanno
votato solo 4.147, il 42,66%. Un po’ più della percentuale registrata in
Sicilia (37,50%), ma molto meno del 56,10% dell’intero Paese. A Corleone 6
elettori su 10 non vanno a votare. In Sicilia un poco di più, quasi 7 su 10. È normale
che la partecipazione democratica si abbassi così tanto? Senza partecipazione
democratica a rischiare è … la democrazia. (dp)
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