Aurelio Grimaldi |
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Lo definisce un "film militante" e ammette di avere avuto un "crollo emotivo nella ripresa della scena dell'omicidio" di Piersanti Mattarella, l'ex Presidente della Regione siciliana che voleva "le carte in regola" per la sua isola. Aurelio Grimaldi ha finito di girare da poche ore le ultime scene del film 'Il delitto Mattarella' che racconta la storia del governatore ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980 sotto la sua abitazione in via Libertà mentre tornava dalla messa dell'Epifania. La location scelta per incontrare la stampa è quella dei Cantieri culturali della Zisa. In prima fila il Presidente della regione Nello Musumeci, il Presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè e i sindaci di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, di Tusa, Luigi Miceli e di Corleone, Nicolò Nicolosi, che hanno anche finanziato il film. Oltre al produttore e ad Alessandro Rais della Sicilia Film Commission. "Spero che la famiglia Mattarella possa riconoscersi ed emozionarsi in questo film, mi chiedo come mai dopo 39 anni nessuna fiction sia stata dedicata all'omicidio di Piersanti Mattarella - ha spiegato Grimaldi incontrando la stampa - Questo per me è un mistero, ma mi ha dato l'onore di raccontare questa questa".
Il regista Aurelio Grimaldi ha voluto ringraziare anche il sindaco Leoluca Orlando, assente perché all'estero, che gli ha raccontato di come sia cambiata la sua vita dopo l'uccisione dell'ex Presidente della Regione. "Orlando mi ha scritto che la sua vita è cambiata da quel 6 gennaio 1980, ma credo che sia cambiata quella di tanti siciliani. Ed io, ero un siciliano 'controemigrato', avevo commesso il peccato di cadere in quello stereotipo di chi pensava 'se hanno ucciso un democristiano chissà cosa avrà combinato', e invece ho scoperto una famiglia eccezionale, che ad esempio non aveva mai pensato di creare una fondazione per la grande discrezione che la contraddistingue".
Grimaldi ha voluto ricordare durante la presentazione della fine delle riprese ilo contribuito dato alle riprese dall'associazione delle Donne di Benin City al quartiere Danisinni, "con frate Mauro". "Per me è un grande onore e onere fare questo film - dice ancora Grimaldi - Ed è un grande onere perché credo che la famiglia Mattarella, oggi lo possiamo dire, è una famiglia che ha dato moltissimo al Paese. E continua a dare tantissimo perché abbiamo il nostro Presidente della Repubblica, fratello di Piersanti Mattarella".
"Il mio auspicio è che la famiglia Mattarella vedendo il film si possa riconoscere ed emozionare. Questo film è una volontà di memoria storica". La pellicola è coprodotta da Cine 1 Italia con mezzi propri e in qualità d'investitore esterno dalla società Edilizia Acrobatica Spa e da Arancia Cinema (con il supporto della Sicilia Film Commission e Sensi Contemporanei). Le riprese sono cominciate ai primi di marzo, hanno coinvolto un ricco cast siciliano, composto da Claudio Castrogiovanni, Domenico Ciaramitaro, David Coco, Fabio Costanzo Vincenzo Crivello, Francesco Di Leva, Donatella Finocchiaro, Lollo Franco, Sergio Friscia, Ivan Giambortone, Leo Gullotta, Guia Jelo, Francesco La Mantia, Vittorio Magazzù, Tuccio Musumeci, Toni Sperandeo, Andrea Tidona. Grimaldi tiene a sottolineare che 'Il delitto Mattarella' non è un film sulla mafia. Ma è "un film impegnato, militante, alla Francesco Rosi, un film che prende dei documenti e laddove ci sono dei buchi interviene secondo procedimenti logici non arbitrari". Il regista ha voluto anche rispondere ai consiglieri del M5S di Corleone che si erano opposti alle riprese. "Ritengo che siano state polemiche politiche solo strumentali...", taglia corto Grimaldi.
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