claudio gatti
Un documento, datato aprile 2017 e ottenuto in esclusiva da "La Repubblica", descrive le
“attività di promozione degli interessi russi” in Europa tra cui congressi e
proteste. Da noi i destinatari sono M5S e Lega
Da tempo si sospettava che la Russia stesse puntando a costruire una rete
di supporto politico nei Paesi dell’Unione Europea, Italia inclusa. Ma finora
nessuno aveva mai provato l’esistenza di un piano che elencasse il genere di
azioni da condurre e i partiti europei da coinvolgere. Ora è stato trovato un
documento che lo illustra. Per l’Italia cita due partiti. Sono quelli che
formano la coalizione di Governo: Movimento 5 Stelle e Lega Nord.
Si sta parlando di un messaggio di posta elettronica rinvenuto dal team
investigativo del Dossier Center, organizzazione creata e finanziata
da Mikhail Khodorkovskij, l’ex proprietario della società petrolifera russa
Yukos divenuto dissidente, oggi in esilio a Londra. Il Dossier Center lo
ha condiviso con Repubblica, la Bbc, la rete televisiva
tedesca Zdf e il settimanale Der Spiegel, e insieme si è
proceduto alla sua autenticazione.
L’email è stata inviata il 3 aprile 2017 da Pjotr Grigorievich Premjak, un
ex politico e funzionario dell’intelligence russa oggi assistente di Viktor
Shreyder, deputato di Russia Unita, il partito di Putin. Il destinatario viene
chiamato “ Serghej Aleksandrovich”, ed è identificabile con Serghej
Aleksandrovich Sokolov, che nel sito del Cremlino viene indicato come
responsabile del Dipartimento di politica estera della Presidenza.
A un team della Zdf, Premjak ha confermato di aver inviato
l’email, negando però di essere l’autore del documento ad esso allegato, un
documento Word intitolato “Attività del team di politica estera” nel quale
viene descritto un progetto “di promozione a medio e lungo termine degli
interessi della Federazione Russa”.
Il documento elenca cinque “attività”: 1. Organizzazione di conferenze o
forme di protesta in Paesi dell’Ue volte a screditare eventi o persone che si
oppongono alla politica estera della Federazione russa. Organizzazione di
manifestazioni a favore dell’abolizione delle sanzioni, a sostegno della Crimea
e in generale della politica estera della Federazione russa (anche sul fronte
siriano).
2. Organizzazione di visite di politici europei, personalità pubbliche e
uomini d’affari in Russia.
3. Promozione nei parlamenti nazionali e regionali dei Paesi dell’Ue di
misure contrarie alle sanzioni anti- russe, favorevoli al riconoscimento
dell’annessione della Crimea.
4. Pubblicazione nei media di Paesi Ue, Usa e Turchia di materiali che
supportino gli interessi nazionali della Federazione Russa.
5. Sviluppo e gestione di piattaforme di social media per la promozione dei
messaggi necessari.
Nella quinta pagina, il documento include una lista di partiti europei con
i quali costruire una “rete informale”. Per ogni singolo Paese sono elencati
uno o più partiti. Per la Francia c’è solo quello di Marine Le Pen. Per la
Germania ce ne sono tre, tutti di estrema destra: l’Alternative für
Deutschland ( Afd), il Partito Nazional- democratico ( Npd) e i Patrioti
europei contro l’islamizzazione dell’Occidente ( Pegida). Per l’Italia due: la
Lega Nord e il Movimento 5 Stelle. Il sospetto coltivato da molti — che dopo il
ridimensionamento politico di Silvio Berlusconi il Cremlino abbia deciso di
puntare sui due partiti che oggi costituiscono la coalizione governativa —
trova dunque per la prima volta una conferma ufficiale.
Il documento non chiarisce se i partiti elencati abbiano manifestato o
meno la disponibilità a collaborare e quindi, nello specifico italiano, se M5S
e Lega abbiano aderito alla “rete informale” prefigurata. È comunque
interessante verificare comportamenti e azioni dei due partiti sulle questioni
ritenute prioritarie per il Cremlino.
Per quel che riguarda il Movimento 5 Stelle, sappiamo che suoi esponenti si
sono recati a Mosca, hanno chiesto la fine delle sanzioni alla Russia e la
normalizzazione dei rapporti con il dittatore siriano Assad. In più è emerso
che siti o blog del circuito grillino hanno diffuso fake news promosse da
media russi quali Sputnik e Rt.
Sulla Lega di Salvini l’impegno è stato di gran lunga maggiore. E molto più
strutturato. A partire dal febbraio 2014 il giornalista Gianluca Savoini,
allora portavoce del Segretario Salvini e responsabile dei rapporti del
Carroccio con la Russia, ha infatti creato un soggetto ad hoc per
svolgere attività di supporto agli interessi geostrategici e commerciali del
Cremlino, l’Associazione Lombardia- Russia.
In seguito al lavoro di sherpa svolto dallo stesso Savoini, il 6 marzo
2017, quindi appena un mese prima che Premjak inviasse la sua mail, Salvini ha
anche firmato a Mosca un accordo di collaborazione di ampio respiro proprio con
il partito di Premjak (e Putin). Insomma grazie al lavoro svolto negli ultimi 5
anni prevalentemente da Savoini, per quel che riguarda il Carroccio, si può
apporre il segno di spunta su ogni singolo punto dei cinque elencati nel
documento allegato alla mail di Premjak.
Contattato da Repubblica Gianluca Savoini ha detto: « Io di
questo piano non so nulla. Ne apprendo in questo momento ma non mi sembra che
ci sia alcunché di male nel cercare di costruire ponti anziché abbatterli». Per
il M5S abbiamo contattato il portavoce del vicepremier e quelli del gruppo al
Senato e alla Camera. L’unica risposta è stata: « Così su due piedi […] è
difficile fare un commento».
Il parallelo con quello che è successo in America è evidente. Pur senza
trovare evidenza di “ collusione”, il procuratore Robert Mueller ha stabilito
che i servizi di intelligence russi hanno condotto operazioni di “ misure
attive” per influenzare l’elettorato americano e far vincere Trump, il quale ha
assunto una posizione soft nei confronti della Russia sin da candidato alla
presidenza.
Questo documento prova che, subito dopo aver firmato un patto di alleanza
con il Carroccio, il partito di Putin ha elaborato un piano con cinque
specifiche priorità strategiche per la Russia. Un’analisi dei fatti indica poi
che i partiti italiani identificati in quel piano — e la Lega in modo
sistematico — si sono mossi lungo le direttive da esso proposte. Solo
convergenze politiche, o collusione? Dal punto di vista della sicurezza
nazionale è quasi secondario.
La Repubblica, 6 aprile 2019
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