Il manifesto denuncia del 1948 per gli assassinii di 36 sindacalisti in Sicilia |
Martedì 30 aprile si
svolgerà la prima delle giornate della memoria, dedicata ai sindacalisti
uccisi dalla mafia. E’ un’iniziativa della Cgil che ha deciso, nel corso
dell’ultimo congresso, di istituzionalizzare questa giornata per il 30
aprile di ogni anno. L’appuntamento è alle 16 presso la Cgil Sicilia (via
Bernabei 22). In programma gli interventi di Dino Paternostro, responsabile
del dipartimento legalità della Cgil di Palermo, Michele Pagliaro, segretario
generale della Cgil siciliana, Enzo Campo, segretario generale della Cgil
Palermo, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, Emanuele Macaluso, storico
dirigente della Cgil e del Pci, Gianna Fracassi, vice-segretaria generale della
Cgil nazionale. Saranno presenti i familiari delle vittime.
La giornata della memoria giunge dopo
un percorso che ha visto impegnate le Camere del lavoro della Sicilia in
una ricostruzione storica che, ad esempio a Palermo, ha visto in questi
anni svolgere parecchie iniziative dedicate a sindacalisti, braccianti,
capilega uccisi dalla mafia, con il “Calendario della memoria” e con l’intitolazione delle “Vie
dei diritti”. “La memoria - dice Michele Pagliaro, segretario generale
della Cgil Sicilia – da un lato come omaggio a chi ha pagato con la vita
la lotta per il diritto al lavoro, contro lo sfruttamento, per
l’emancipazione sociale, contro latifondisti e mafiosi, dall’altro come
tracciato su cui continuare la nostra iniziativa contro le nuove forme di
schiavitù, contro i continui attacchi al diritto del lavoro, contro la
mancanza di iniziativa politica per il lavoro e lo sviluppo della nostra
terra. Vogliamo rimarcare la nostra identità- aggiunge- che è un’identità antimafiosa fortemente incentrata sul valore della democrazia e delle
libertà che una società democratica deve garantire”. Aggiunge Enzo Campo,
segretario della Cgil di Palermo: “L'iniziativa porta a compimento il
lavoro svolto in questi anni per tenere alto il ricordo di tutti i
dirigenti sindacali caduti nella lotta contro la mafia degli agrari.
Per noi la rivolta contro la mafia, alla quale ha partecipato un
movimento di migliaia di lavoratori, con le donne in prima fila, ha
trovato il suo punto di forza in quegli anni con le lotte contadine.
Tornare a parlare di questo passato è fondamentale per fare conoscere le
conquiste fatte dal movimento dei lavoratori in termini di libertà, diritti,
giustizia. I sindacalisti uccisi sono stati
partigiani e dirigenti costruttori di democrazia e di libertà nel nostro
Paese . Sono eroi non solo della Sicilia ma fanno piena parte della
memoria nazionale e ancora oggi non hanno avuto giustizia: l'unico
ad aver riconosciuto il tributo dei funerali di Stato, nel 2012, è
stato Palcido Rizzotto. Chiediamo alla magistratura per tutti gli
altri di fare verità e giustizia”.
"Sono orgoglioso e contento - sottolinea Dino Paternostro - di avere dato il mio contributo per il recupero della memoria dei tanti dirigenti ed attivisti sindacali assassinati dalla mafia in Sicilia dai primi del '900 agli anni '60. Siamo andati in tanti comuni, in tante case dei familiari delle vittime, abbiamo chiesto scusa per i tanti (troppi) anni di silenzio, ma poi a testa alta e con grande determinazione abbiamo intrapreso un percorso per fare in modo che i nostri caduti diventino nella coscienza collettiva "caduti per la libertà, la democrazia e il lavoro in Sicilia". E "le vie dei diritti" costruite a Palermo, grazie alla condivisione del progetto col sindaco Leoluca Orlando e la sua amministrazione comunale, è un passo decisivo in questa direzione".
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