CORRADO ZUNINO,
ROMA - È la Nuova Onda, dice chi va con la memoria a dieci anni fa: le
contestazioni di massa contro la Gelmini. Chi ha visto le barricate del
Novecento assicura, invece: «È un ‘68 ambientale».
Ci siamo. Questa mattina, a partire dalle 9, in 208 piazze italiane un
popolo verde chiederà di salvare la Terra. Studenti, innanzitutto e in numero
preponderante. Lo strike, il primo sciopero ambientale globale, è il
loro, sorelle e fratelli di Greta, 16 anni, che da Stoccolma ha avuto le parole
per far iniziare tutto: « Questa è la crisi più grave che l’umanità abbia
mai subito » . Sulle spalle dei giovani cammineranno, però, pensionati della
Cisl e tabaccai di Vicenza, climatologi dell’Università dell’Aquila e migranti
di Torino. Grandi città e dimenticata provincia: ci sono presidie cortei a
Spilinbergo sul Tagliamento e a San Severo di Foggia. Sanno, ragazzi e anziani,
che l’evento avrà dirette dal mondo che scavalcheranno i fusi orari: 1.769
città di 122 Paesi partecipano, oggi, al "Fridaysforfuture".
Con le sue 208 piazze ( una per città, con poche eccezioni) l’Italia è la
seconda nazione per presenze dopo la Francia e prima della Germania. Siamo un
Paese che manifesta per tradizione, « ma un contagio così rapido non si vedeva
da anni » , dice Sarah, attivista cinquantenne sotto tutte le bandiere
ambientaliste che al primo " venerdì per il futuro", l’11 gennaio
scorso, si ritrovò in piazza di Montecitorio con altre cinque persone intorno.
Questa volta solo nella capitale 32 scuole hanno dato adesione ufficiale e altre
porteranno ragazzi sui sampietrini: si attendono ventimila persone. La questura
di Roma, che in un primo tempo aveva concesso solo un presidio al Colosseo, ha
richiamato gli organizzatori per dire loro: «Sarete troppi, lasciamo sfilare la
folla verso i Fori Imperiali ». Il corteo si chiamerà "passeggiata".
A Napoli gli striker cullano il sogno di trentamila in sciopero, a
Milano considerano un successo raggiungere quota diecimila. A Torino la sindaca
Appendino saluterà i manifestanti dalla finestra del Comune. Cinquemila sono
annunciati a Bologna, tremila a Genova con i centri sociali insieme ai
pescatori di Camogli, diecimila in tutta la Sicilia.
Sono stime poggiate sul liquido di Facebook, dove si sono allestite le
piattaforme comunicative città per città. La quantificazione preventiva è
impossibile: la maggior parte degli organizzatori locali è sotto i 25 anni e
fin qui al massimo ha messo su una partita di calcetto. « Avremo successo se
porteremo trecentomila persone in piazza » , dicono quelli che da febbraio
lavorano alla macchina anche se cullano speranze più larghe. «Niente bandiere,
per favore». Greenpeace, per dire, non porterà le sue.
Il gruppo italiano di partenza si è già diviso, travolto dal successo: c’è
una denuncia consegnata alla polizia postale nei confronti di un organizzatore
di Bruxelles che avrebbe rubato le password agli altri amministratori
mettendosi in proprio e progettando un’associazione
"Fridaysforfuture" con tessere a pagamento. Ma la forza di questo
nuovo movimento tracima i calcoli economici affidandosi all’autorganizzazione e
alla promozione selfie. A Trento oggi si organizzeranno incontri
sullo scioglimento dei ghiacci delle montagne intorno, a Belluno Confindustria
locale appoggia la marcia, a Rimini prima di andare in manifestazione
ripuliranno Parco Marecchia e una spiaggia libera. A Imperia i 50 alunni di
Nostra Signora Misericordia faranno lezione in piazza Cuneo per risparmiare
elettricità.
Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti è tornato sul suo «andate a
scuola». Ha detto: «È mio dovere garantire questo servizio pubblico » . Chi
sarà in piazza, anche per lui, disegnerà un orologio umano: «Non abbiamo più
tempo».
La Repubblica, 15 marzo 2019
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