Pietro Macchiarella |
“E' la prima volta che la Cgil ricorda Pietro Macchiarella. Con la nostra operazione di scavo e di recupero della memoria, stiamo riportando alla luce le storie di tutti i nostri dirigenti sindacali uccisi negli anni dell'offensiva nei confronti delle Camere del Lavoro – dichiara il segretario generale Enzo Campo - Il delitto del dirigente sindacale di Ficarazzi è caduto nell'oblio come tanti altri omicidi di quegli anni.
Sul caso furono fatte le indagini ma tutto poi si concluse con l'assoluzione del capomafia indicato come mandante. E in paese, sulla vicenda calò una coltre di silenzio. In quest'area della fascia costiea, in centri come Ficarazzi, Villabate e Trabia, dove era fortissima la produzione di agrumi, la lotta di conquista della terra si tradusse in lotta per il giusto salario e per il rispetto dell'orario di lavoro dei braccianti che lavoravano per la raccolta nei campi, sfruttati dai proprietari terrieri”.
“Questa zona – aggiunge Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria per la Cgil Palermo – fu teatro di diverse aggressioni violente nei confronti del movimento bracciantile che portava avanti la battaglia per i diritti. Macchiarella era uno dei giovani che lottava insieme al capopopolo del posto, Mario Contrò, leader delle lotte dei braccianti, per migliorare le condizioni di lavoro della classe operaia agricola. Evidentemente la loro azione disturbava molto, all'interno di quel clima di normalizzazione che portò tra il '44 e il '46 agli omicidi di Raia, D'Alessandria e Passafiume, tutti uccisi tra Ficarazzi, Casteldaccia e Trabia.
E' significativo che dal '47 a oggi stiamo riuscendo a fare chiarezza su questa storie. In occasione della nostra iniziativa, registriamo l'impegno del sindaco di Ficarazzi di intitolare l'anno prossimo una via. Anche il paese di Pietro Macchiarella è intenzionato al recupero pieno della sua memoria”.
L'intitolazione delle 19 strade da parte della Cgil e dell'amministrazione comunale è stata avviata il 5 dicembre scorso con l'intestazione di Largo del Camoscio a Giuseppe Puntarello, segretario della Camera del Lavoro di Ventimiglia di Sicilia, e il 7 dicembre con l'intitolazione di via del Bassotto a Felicia Impastato, simbolo dell'antimafia.
SCHEDA BIOGRAFICA Pietro Macchiarella, dirigente sindacale di Ficarazzi
Pietro Macchiarella era un dirigente sindacale, iscritto al Partito comunista e impegnato nelle lotte dei braccianti agricoli per il rispetto del salario e dell'orario di lavoro. Venne ucciso a Ficarazzi la sera del 16 gennaio 1947, dalla mafia dei giardini, lungo il vialetto d'accesso al fondo Macchiarella, tra Ficarazzi e Villabate. Il sindacalista fu raggiunto da due colpi di lupara alla schiena, mentre stava per aprire il cancello. Figlio di Filippo e di Antonia Caronia, era nato il 18 agosto 1906. Faceva il vaccaro. La voce popolare e i giornali indicarono come mandante dell’omicidio il noto mafioso Francesco Paolo Niosi. Il giorno dopo l’omicidio, i carabinieri avevano inviato a prefettura, questura, procura della repubblica un messaggio in cui in modo telegrafico comunicavano che il delitto era stato commesso per ragioni e interessi privati. “La Voce della Sicilia” invece titolava: «Terzo omicidio politico a Ficarazzi». La prefettura di Palermo, annunciando l’arresto del presunto assassino di Macchiarella, il pregiudicato Francesco Paolo Niosi, precisava ancora che il movente del delitto era esclusivamente dovuto a interessi privati. Secondo il rapporto dei carabinieri, Niosi aveva più volte manifestato la sua invidia verso Pietro Macchiarella perché ambiva a far pascolare le sue vacche nel fondo di 46 tumoli di Macchiarella e aveva cercato più volte di scalzarlo. Infatti lui aveva invece a disposizione solo un fondo di 8 tumuli, scomodo e insufficiente. Come per molti delitti di mafia, nel rapporto di allora si fece cenno anche a una presunta infedeltà della moglie di Niosi e a una vendetta contro Macchiarella. Ma questo movente venne escluso dagli stessi inquirenti. A conclusione dell’inchiesta, Niosi fu assolto per insufficienza di prove. Negli anni '49-'50 i carabinieri ripresero a indagare su alcuni fatti di sangue avvenuti nei territori dei comuni di Ficarazzi, Misilmeri e Villabate. Ma anche a conclusione di un secondo processo celebrato per l'omicidio Macchiarella, tutti gli imputati furono prosciolti.
L'intitolazione delle 19 strade da parte della Cgil e dell'amministrazione comunale è stata avviata il 5 dicembre scorso con l'intestazione di Largo del Camoscio a Giuseppe Puntarello, segretario della Camera del Lavoro di Ventimiglia di Sicilia, e il 7 dicembre con l'intitolazione di via del Bassotto a Felicia Impastato, simbolo dell'antimafia.
SCHEDA BIOGRAFICA Pietro Macchiarella, dirigente sindacale di Ficarazzi
Pietro Macchiarella era un dirigente sindacale, iscritto al Partito comunista e impegnato nelle lotte dei braccianti agricoli per il rispetto del salario e dell'orario di lavoro. Venne ucciso a Ficarazzi la sera del 16 gennaio 1947, dalla mafia dei giardini, lungo il vialetto d'accesso al fondo Macchiarella, tra Ficarazzi e Villabate. Il sindacalista fu raggiunto da due colpi di lupara alla schiena, mentre stava per aprire il cancello. Figlio di Filippo e di Antonia Caronia, era nato il 18 agosto 1906. Faceva il vaccaro. La voce popolare e i giornali indicarono come mandante dell’omicidio il noto mafioso Francesco Paolo Niosi. Il giorno dopo l’omicidio, i carabinieri avevano inviato a prefettura, questura, procura della repubblica un messaggio in cui in modo telegrafico comunicavano che il delitto era stato commesso per ragioni e interessi privati. “La Voce della Sicilia” invece titolava: «Terzo omicidio politico a Ficarazzi». La prefettura di Palermo, annunciando l’arresto del presunto assassino di Macchiarella, il pregiudicato Francesco Paolo Niosi, precisava ancora che il movente del delitto era esclusivamente dovuto a interessi privati. Secondo il rapporto dei carabinieri, Niosi aveva più volte manifestato la sua invidia verso Pietro Macchiarella perché ambiva a far pascolare le sue vacche nel fondo di 46 tumoli di Macchiarella e aveva cercato più volte di scalzarlo. Infatti lui aveva invece a disposizione solo un fondo di 8 tumuli, scomodo e insufficiente. Come per molti delitti di mafia, nel rapporto di allora si fece cenno anche a una presunta infedeltà della moglie di Niosi e a una vendetta contro Macchiarella. Ma questo movente venne escluso dagli stessi inquirenti. A conclusione dell’inchiesta, Niosi fu assolto per insufficienza di prove. Negli anni '49-'50 i carabinieri ripresero a indagare su alcuni fatti di sangue avvenuti nei territori dei comuni di Ficarazzi, Misilmeri e Villabate. Ma anche a conclusione di un secondo processo celebrato per l'omicidio Macchiarella, tutti gli imputati furono prosciolti.
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