Mario Francese (al centro col taccuino) in una foto d'archivio |
PIETRO SCAGLIONE
"Uomini
del Colorado vi saluto e me ne vado". Con queste parole, negli anni
Settanta, Mario Francese si congedava dai colleghi del Giornale di Sicilia. Era
uno dei più bravi cronisti d'Italia, denunciava le collusioni tra mafia e
potere, era uno dei protagonisti di un giornalismo d'altri tempi, in un'epoca
in cui non esistevano computer, ipad, smartphone e internet. Mario Francese fu
assassinato il 26 gennaio del 1979, in Viale Campania, in una zona residenziale
di Palermo. A Mario Francese e al figlio Giuseppe (anch'egli giornalista, scomparso molti
anni dopo, in circostanze tragiche, dopo avere lottato per la verità e la
giustizia sul papà) è dedicato il Premio Mario e Giuseppe Francese, promosso
dai familiari, dall' Odg Sicilia e
dall'associazione "Uomini del Colorado". I premiati di questa edizione sono la toscana Lucia Goracci (Premio
“Mario Francese”), il siciliano Paolo Borrometi (Premio
“Giuseppe Francese”) e il calabrese Alessandro Bozzo (Premio
“Giuseppe Francese alla memoria”).
Dalle motivazioni dellla commissione:
1) "Lucia Goracci con coraggio e fermezza da anni affronta situazioni estreme per informare. Continua a cercare i fatti e il loro senso anche e soprattutto nelle zone di confine, dove oltre al rischio professionale c’è anche quello della vita stessa. Ricorda con il suo impegno quotidiano che il mestiere del giornalista si impoverisce quando non è animato dalla ricerca, secondo il vecchio motto dei maestri: andare, vedere, raccontare. Lucia lo fa costantemente senza delegare lo sguardo e l’analisi, onorando il servizio pubblico e senza dimenticare in nessuno dei suoi reportage le vittime dei conflitti che i potenti sacrificano in ogni parte del mondo...".
1) "Lucia Goracci con coraggio e fermezza da anni affronta situazioni estreme per informare. Continua a cercare i fatti e il loro senso anche e soprattutto nelle zone di confine, dove oltre al rischio professionale c’è anche quello della vita stessa. Ricorda con il suo impegno quotidiano che il mestiere del giornalista si impoverisce quando non è animato dalla ricerca, secondo il vecchio motto dei maestri: andare, vedere, raccontare. Lucia lo fa costantemente senza delegare lo sguardo e l’analisi, onorando il servizio pubblico e senza dimenticare in nessuno dei suoi reportage le vittime dei conflitti che i potenti sacrificano in ogni parte del mondo...".
2) "Prova
di un impegno concreto capace di colpire quella che ha chiamato la mafia
invisibile, l'esperienza di Paolo Borrometi ha consentito di individuare anche
i protagonisti di cosche "senza coppola né lupara", come le indica
questo determinato cronista nelle inchieste pubblicate anche su un sito da lui
fondato. Deciso a scoprire quanto malaffare intriso di corruzione, violenze e
intrighi si annidi in un'area a lungo erroneamente ritenuta immune come quella
delle province di Ragusa e Siracusa, Borrometi non si è lasciato intimidire
nonostante un pestaggio, la frattura di una spalla e uno sventato attentato,
scoperto grazie alle intercettate minacce di un malavitoso che ne auspicava la
fine perché "ogni tanto un morto ci vuole".
3)
"Alessandro Bozzo, giornalista calabrese, nella sua Cosenza ha raccontato
per anni, con coraggio e passione, la sua terra, i suoi intrighi, i suoi lati
oscuri. Per questa coerenza rocciosa è stato isolato, nella sua città e nel suo
giornale, messo ai margini e maltrattato con conseguenze devastanti per la sua
vita personale e familiare. Il prezzo che ha pagato è stato altissimo, finché
le corde dell’ostinazione e della speranza si sono spezzate.... Ma la vita di
Alessandro, ricostruita con amore nel libro del collega Lucio Luca “L’altro
giorno ho fatto quarant’anni” (Laurana Editore) , racconta anche la statura
morale di un cronista di razza e ci ricorda che questo mestiere si nutre di
valori etici, desiderio di giustizia e fame di verità".
Nel corso della
conferenza, promossa dal Consiglio Nazionale, sono intervenuti Carlo Verna,
presidente del Consiglio
Nazionale Ordine Dei Giornalisti; Giulio Francese,
figlio di Mario Francese e presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia; Pietro Vento,
direttore di DEMOPOLIS -
Istituto Nazionale di Ricerche; i componenti della commissione del
Premio Francese.
Vento ha presentato i risultati dell’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, indagine voluta dall’Ordine.
"La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta. - afferma Carlo Verna, presidente dell' Ordine dei Giornalisti - E’ una dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio soprattutto via web e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo come cane da guardia della democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti sia e resti quello di raccontare i fatti senza non fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di internet)".
Vento ha presentato i risultati dell’indagine sui giovani e l’informazione in Italia, indagine voluta dall’Ordine.
"La ricerca di Demopolis mostra come i giovani siano interessati al giornalismo e alla sua funzione fondamentale per una corretta informazione dei cittadini, con particolare riferimento al giornalismo di inchiesta. - afferma Carlo Verna, presidente dell' Ordine dei Giornalisti - E’ una dato che ci conforta in questa fase in cui abbondano fake news, linguaggi di odio soprattutto via web e dove si cerca di neutralizzare la funzione del giornalismo come cane da guardia della democrazia. Ritengo che compito essenziale dei giornalisti sia e resti quello di raccontare i fatti senza non fare sconti a nessuno, a nessun governo (di qualsiasi colore) a nessun potere (comprese le grandi piattaforme di internet)".
ABSTRACT DEI
RISULTATI DELL'INDAGINE DEMOPOLIS
Il 95% degli
under 30 italiani fruisce quotidianamente della Rete. E il 60% è di fatto
sempre connesso ad Internet.
Il trend 2009-2019, disegnato dall’Istituto Demopolis, racconta numericamente un cambio d’epoca: la fruizione dei TG e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31 al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei Social quale strumento di informazione. È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata: in pochi acquistano un giornale in edicola, anche se i quotidiani continuano ad essere letti, online, in tempo reale.
Dei media italiani, a quasi i 2/3 dei giovani intervistati, non piace la faziosità dell’informazione politica; il 56% stigmatizza la scarsa obiettività, il 48% la superficialità di molte notizie. I media tradizionali sono comunque percepiti dagli under 30 come più affidabili rispetto ai Social Network: una simbolica rivincita, in questo caso, per la stampa tradizionale.
Ma colpisce un altro dato nell’analisi Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti: ad interessare di più chi ha meno di 30 anni sono per il 70% i fatti locali che avvengono nella propria città o regione. Ma anche, per i due terzi, l’informazione nazionale. Più bassa, poco sopra il 40 per cento, l’attenzione su quanto accade in Europa e nel resto del mondo.
Un altro dato appare estremamente significativo: il 73% dei giovani italiani riconosce oggi al giornalismo una funzione fondamentale o importante nel nostro Paese.
Dall’indagine emerge infine un risultato di particolare interesse. “Il 70% dei giovani – ha detto il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – si dichiara interessato al giornalismo d’inchiesta e di denuncia. Le nuove generazioni lo vorrebbero più presente sui media italiani: ed è un dato che assume particolare valore in una giornata che ricorda l’assassinio in Sicilia del giornalista Mario Francese nel gennaio di 40 anni fa”.
Il trend 2009-2019, disegnato dall’Istituto Demopolis, racconta numericamente un cambio d’epoca: la fruizione dei TG e dei programmi d’informazione passa in 10 anni dal 76 al 66%, quella dei siti di informazione online dal 31 al 75%; cresce di quasi 50 punti, dal 15% al 63%, l’utilizzo dei Social quale strumento di informazione. È invece sempre più residuale, tra gli under 30, il peso della carta stampata: in pochi acquistano un giornale in edicola, anche se i quotidiani continuano ad essere letti, online, in tempo reale.
Dei media italiani, a quasi i 2/3 dei giovani intervistati, non piace la faziosità dell’informazione politica; il 56% stigmatizza la scarsa obiettività, il 48% la superficialità di molte notizie. I media tradizionali sono comunque percepiti dagli under 30 come più affidabili rispetto ai Social Network: una simbolica rivincita, in questo caso, per la stampa tradizionale.
Ma colpisce un altro dato nell’analisi Demopolis per l’Ordine dei Giornalisti: ad interessare di più chi ha meno di 30 anni sono per il 70% i fatti locali che avvengono nella propria città o regione. Ma anche, per i due terzi, l’informazione nazionale. Più bassa, poco sopra il 40 per cento, l’attenzione su quanto accade in Europa e nel resto del mondo.
Un altro dato appare estremamente significativo: il 73% dei giovani italiani riconosce oggi al giornalismo una funzione fondamentale o importante nel nostro Paese.
Dall’indagine emerge infine un risultato di particolare interesse. “Il 70% dei giovani – ha detto il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – si dichiara interessato al giornalismo d’inchiesta e di denuncia. Le nuove generazioni lo vorrebbero più presente sui media italiani: ed è un dato che assume particolare valore in una giornata che ricorda l’assassinio in Sicilia del giornalista Mario Francese nel gennaio di 40 anni fa”.
Nessun commento:
Posta un commento