Corleone fu terra
demaniale fra le più importanti della Sicilia. Dopo la sua rifondazione nel
XIII secolo, ad opera di una nutrita comunità proveniente dall’Oltrepò pavese,
dall’alessandrino e dal piacentino, raggiunse, nel corso del tempo, una consistenza
demografica tale da essere classificata il quarto agglomerato urbano dell’isola.
Nel volume “CORLEONE
NEL TARDO MEDIOEVO”, di recente dato alle stampe da Calogero Ridulfo per i tipi
di Palladium Editrice, viene ricostruito, grazie ad una ricerca archivistica e
bibliografica pluriennale, un mondo in buona parte sconosciuto, una società,
quella corleonese, per certi versi sorprendente, in cui gli attori socio-economico-produttivi
calcano un palcoscenico naturale in cui recitano un copione non scritto ma di
cui sembrano conoscere le partiture e agiscono quindi nella comune
consapevolezza di essere parte integrante di un programma di crescita e di
benessere.
E’ pertanto una realtà interessante quella che emerge dall’analisi della comunità corleonese, in cui risultano sottili e permeabili gli steccati sociali, in cui convivono e interagiscono, in un clima di esemplare tolleranza, soggetti della comunità cristiana con elementi della minoritaria comunità ebraica, in cui differenti livelli produttivi cooperano per il benessere economico, in cui i vari strati sociali trovano rappresentanza nell’esercizio della vita democratica: nel 1447, su cinque, forse settecento fuochi che conta Corleone, l’assemblea generale raduna duecentosessantadue capi famiglia.
E’ pertanto una realtà interessante quella che emerge dall’analisi della comunità corleonese, in cui risultano sottili e permeabili gli steccati sociali, in cui convivono e interagiscono, in un clima di esemplare tolleranza, soggetti della comunità cristiana con elementi della minoritaria comunità ebraica, in cui differenti livelli produttivi cooperano per il benessere economico, in cui i vari strati sociali trovano rappresentanza nell’esercizio della vita democratica: nel 1447, su cinque, forse settecento fuochi che conta Corleone, l’assemblea generale raduna duecentosessantadue capi famiglia.
Nel libro vengono quindi
rappresentate le diverse realtà produttive di una comunità comunque molto
laboriosa, viene ampiamente descritto il tessuto urbano con le sue mura, le
strutture civiche e gli opifici, i quartieri e le emergenze architettoniche
preminenti, ma anche il territorio rurale con le sue numerose contrade.
Si presta particolare
attenzione alla vita quotidiana, specie alle vicende umane, positive e negative,
al vivere quotidiano, all’essere e apparire, agli ambienti domestici e all’organizzazione familiare.
Non si tralascia di
tracciare un’ampia panoramica sulle più importanti famiglie che hanno
calpestato il suolo corleonese nel corso del XIII e fino al XVI secolo e, per
completare, un dizionario di termini d’uso comune durante il periodo e oramai
desueti o scomparsi.
Un mondo interessante che
apre la visuale delle conoscenze e si svela strumento di riflessione per la
comprensione di un passato che ci appartiene, e di confronto con un presente che spesso trattiamo come se
non ci appartenesse.
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