Il ristorante parigino di Lucia Riina |
A Parigi, Via Daru, ha
appena aperto un ristorante italiano chiamato « Corleone by Lucia
Riina». Lucia Riina è la figlia
di Totò Riina, capo della mafia siciliana tra il 1974 e il 1993. La
giustizia itialiana ha condannato Salvatore Riina, in modo definitivo, a 26
volte l’ergastolo, tra l’altro per l’omicidio di circa 200 persone, tra cui
molti innocenti, donne e bambini compresi. I figli non sono mai
responsabili degli atti dei loro genitori e Lucia Riina ha una fedina penale
pulita. Eppure, la figlia del capo mafioso non ha mai preso le distanze dagli
atti criminali di suo padre, ne li ha mai condannati moralmente. Crim’HALT considera
che la seconda parte del nome del ristorante, «by Lucia Riina»,
costituisca una provocazione e un’insulto per le famiglie delle vittime della
mafia: 500 morti solo per Cosa Nostra.
Così, il nome di
questo ristorante è un atto pro-mafia. Tutte le pubblicazioni non critiche
equivalgono ad una promozione della criminalità mafiosa, così come lo è l’atto
di mettere una maiuscola alla parola « mafia », che è solo un
nome comune… o con questo tipo di libro : « A tavola con la
mafia ». Immaginiamo l’analogio col terrorismo. Un ristorante afgano
apre a New York : « Kandahar by Momo Bin Laden » : venite
ad assaggiare la minestra di pasta a forma di corpi che si buttano da una torre
di 100 piani.
Possiamo anche
immaginare un ristorante nell’Est parigino : « Dutroux (ossia Del
buco), by Monique Fourniret » : venite ad assaggiare le
sue specialità, dalla salsiccia Guy Georges, alla quenelle Francis Haulmes,
passando per la salsiccia Emile Louis.
Crim’HALT invita i
giornalisti francesi a dimostrare un poco più di rigore nel trattare
quest’informazione, interrogandosi sui concetti dell’antimafia italiana anziché lasciarsi
andare al gossip come segue : “A Parigi, il
« Corleone », ristorante siciliano di una delle figlie di Totò Riina
attira i curiosi”.
Crim’HALT propone
anche ai giornalisti di ricordare che Corleone è la capitale
dell’antimafia, che ha visto contadini senza terre essere massacrati dalla
mafia 100 anni fa, per una migliore distribuzione delle ricchezze. Corleone ha
visto nascere, sulle terre confiscate ai mafiosi, la prima cooperative Libera Terra ,
legata all’ONG antimafia « Libera » (cf. « la redistribution à des fins sociales des biens confisqués »
et « Coopératives et réutilisation sociale des biens confisqués à la mafia. Le projet
LiberaTerra en Sicile »). La prima delle
cooperative agricole è stata chiamata « Placido Rizzotto », dal
nome di un sindacalista assassinato nel 1948 da Cosa Nostra (materialmente dai
mafiosi Michele Navarra e da Luciano Liggio).
Crim’HALT propone che
il 21 marzo sia dichiarato, come in Italia, « Giornata mondiale delle
vittime di tutte le mafie », perché le organizzazioni criminali non
uccidono solo in Italia.
Infine, Crim’HALT
propone che il Governo adotti al più presto una disposizione sull’uso sociale
dei beni confiscati : Communicato di stampa : les biens
confisqués échappent à la société civile !
Così, quando la
giustizia confisca un bene, Crim’HALT propone che sia messo a disposizione
della società civile, per diventare, per esempio, un’istituto alberghiero nel
quale i giovani Francesi potranno imparare la professione.
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