lunedì, gennaio 21, 2019

A proposito del ristorante parigino «Corleone by Lucia Riina». Il punto di vista Crim’HALT.

Il ristorante parigino di Lucia Riina

A Parigi, Via Daru, ha appena aperto un ristorante italiano chiamato « Corleone by Lucia Riina». Lucia Riina è la figlia di Totò Riina, capo della mafia siciliana tra il 1974 e il 1993. La giustizia itialiana ha condannato Salvatore Riina, in modo definitivo, a 26 volte l’ergastolo, tra l’altro per l’omicidio di circa 200 persone, tra cui molti innocenti, donne e bambini compresi. I figli non sono mai responsabili degli atti dei loro genitori e Lucia Riina ha una fedina penale pulita. Eppure, la figlia del capo mafioso non ha mai preso le distanze dagli atti criminali di suo padre, ne li ha mai condannati moralmente. Crim’HALT considera che la seconda parte del nome del ristorante, «by Lucia Riina», costituisca una provocazione e un’insulto per le famiglie delle vittime della mafia: 500 morti solo per Cosa Nostra.

Così, il nome di questo ristorante è un atto pro-mafia. Tutte le pubblicazioni non critiche equivalgono ad una promozione della criminalità mafiosa, così come lo è l’atto di mettere una maiuscola alla parola « mafia », che è solo un nome comune… o con questo tipo di libro : « A tavola con la mafia ». Immaginiamo l’analogio col terrorismo. Un ristorante afgano apre a New York : « Kandahar by Momo Bin Laden » : venite ad assaggiare la minestra di pasta a forma di corpi che si buttano da una torre di 100 piani.
Possiamo anche immaginare un ristorante nell’Est parigino : « Dutroux (ossia Del buco), by Monique Fourniret » : venite ad assaggiare le sue specialità, dalla salsiccia Guy Georges, alla quenelle Francis Haulmes, passando per la salsiccia Emile Louis.
Crim’HALT invita i giornalisti francesi a dimostrare un poco più di rigore nel trattare quest’informazione, interrogandosi sui concetti dell’antimafia italiana anziché lasciarsi andare al gossip come segue : “A Parigi, il « Corleone », ristorante siciliano di una delle figlie di Totò Riina attira i curiosi”.
Crim’HALT propone anche ai giornalisti di ricordare  che Corleone è la capitale dell’antimafia, che ha visto contadini senza terre essere massacrati dalla mafia 100 anni fa, per una migliore distribuzione delle ricchezze. Corleone ha visto nascere, sulle terre confiscate ai mafiosi, la prima cooperative  Libera Terra , legata all’ONG antimafia « Libera »  (cf. « la redistribution à des fins sociales des biens confisqués » et « Coopératives et réutilisation sociale des biens confisqués à la mafia. Le projet LiberaTerra en Sicile »). La prima delle cooperative agricole è stata chiamata « Placido Rizzotto », dal nome di un sindacalista assassinato nel 1948 da Cosa Nostra (materialmente dai mafiosi Michele Navarra e da Luciano Liggio).
Crim’HALT propone che il 21 marzo sia dichiarato, come in Italia, « Giornata mondiale delle vittime di tutte le mafie », perché le organizzazioni criminali non uccidono solo in Italia.
Infine, Crim’HALT propone che il Governo adotti al più presto una disposizione sull’uso sociale dei beni confiscati : Communicato di stampa : les biens confisqués échappent à la société civile !
Così, quando la giustizia confisca un bene, Crim’HALT propone che sia messo a disposizione della società civile, per diventare, per esempio, un’istituto alberghiero nel quale i giovani Francesi potranno imparare la professione.
 https://altritaliani.net
18 janvier 2019

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