Settimo Mineo, capo della Commissione Provinciale palermitana di Cosa Nostra e capo del mandamento di Pagliarelli |
La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha disposto
un fermo di indiziato di delitto - eseguito dai Carabinieri
del Comando Provinciale di Palermo - nei confronti di soggetti
ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo
mafioso, estorsioni consumate e tentate, con l’aggravante di avere favorito
l’associazione mafiosa denominata cosa nostra, fittizia
intestazione di beni aggravata, porto abusivo di armi comuni da sparo,
danneggiamento a mezzo incendio, concorso esterno in associazione mafiosa,
risultato di quattro distinti procedimenti penali.
In particolare, le attività di indagine hanno consentito di cogliere in presa diretta la
fase di riorganizzazione in atto all’interno di cosa nostra palermitana, documentando
l’avvenuta ricostituzione della “nuova” commissione provinciale di
Palermo che in data 29 maggio u.s. si è riunita in un luogo
segreto; ha ristabilito le vecchie regole di cosa nostra,
cristallizzate in una “cosa scritta”; ha deciso in capo a chi far ricadere la capacità di
interlocuzione fra mandamenti, per la discussione e risoluzione di interessi
illeciti comuni, individuando dei portavoce, delegati e presentati
ufficialmente dagli stessi capi mandamento.
IIdentificando/traendo
in arresto il nuovo capo, Settimo MINEO (capo
mandamento di Pagliarelli), prescelto nel più anziano tra i capi
mandamento, e una parte dei componenti della commissione provinciale di
Palermo, Francesco COLLETTI (capo mandamento di Villabate), Filippo BISCONTI
(capo mandamento di Belmonte Mezzagno) e Gregorio DI GIOVANNI (capo mandamento
di Porta Nuova); confermando
la centralità dell’organo collegiale per la discussione delle linee strategiche
dell’organizzazione criminale e la riaffermazione della centralità delle
dinamiche urbane rispetto ai poteri della provincia che si erano sviluppati
durante l’epoca corleonese;
- disarticolare gli organigrammi dei
citati mandamenti mafiosi di Pagliarelli, Porta Nuova,
Villabate e Belmonte Mezzagno;
- assicurare quindi alla Giustizia i
citati 4 capi mandamento, 10 tra capi famiglia, capi
decina e consiglieri, nonché 30 uomini d’onore e
altri 2 responsabili di reati fine;
- impedire l’esecuzione di un
progetto omicidiario ai danni di un pregiudicato di Villabate, reo di aver
eseguito furti ed estorsioni senza l’autorizzazione di cosa nostra;
- ricostruire 28 vicende estorsive
(delle quali 9 da subito denunciate spontaneamente dalle vittime) in danno di
commercianti e imprenditori operanti soprattutto nel settore dell’edilizia.
Come noto, la commissione provinciale, quale organismo
di vertice di cosa nostra, composto dai capi mandamento e
deputato ad assumere le decisioni di maggiore rilievo per l’organizzazione, fu
fondata alla fine degli anni ‘50, al Grand Hotel et des Palmes di Palermo,
durante una riunione tra i rappresentanti dellefamiglie mafiose americane
e siciliane.
Dopo la “seconda guerra di mafia”, agli inizi degli anni ’80,
la commissione mutava fisionomia, nel senso che il potere
ormai incontrastato dei corleonesi faceva sì che perdesse la sua natura di
organo collegiale e “democratico” per essere, invece, dominata da RIINA
Salvatore.
Con l’arresto di quest’ultimo, avvenuto nel 1993, la commissione,
ormai decapitata, cessava di funzionare, pur rimanendo nella struttura
ordinamentale di cosa nostra le cui regole, almeno nella
forma, non perdono vigore.
Bernardo PROVENZANO, pur assumendo il ruolo di vertice
dell’associazione mafiosa e di coordinamento tra i vari mandamenti, non risulta
abbia mai presieduto riunioni plenarie, anche in ragione della “strategia della
sommersione” con cui ha inteso dirigere cosa nostra.
L’insofferenza degli uomini d’onore a tale
situazione di impasse è emersa nel tempo in
svariate attivitàd’indagine.
Infatti, con Totò RIINA in carcere la commissione
provinciale non è più riuscita a riunirsi per più di 25 anni.
Nel 2008, però, le indagini condotte dal Comando Provinciale di
Palermo, culminate nell’operazione“PERSEO”, avevano documentato e
sventato il tentativo, ordito da CAPIZZI Benedetto, CAPIZZI Sandro, SCADUTO
Giuseppe ed ADELFIO Giovanni, di ricostituire la commissione
provinciale. Il vertice dell’organismo avrebbe dovuto essere assunto da
CAPIZZI Benedetto, tuttavia fortemente osteggiato dall’ala dissidente
capeggiata da LO PRESTI Gaetano, reggente del mandamento di
Porta Nuova, che ne disconosceva la legittimazione ad assumere siffatto ruolo “sul
presupposto della necessità della autorizzazione dei capi corleonesi detenuti,
ed in particolare di Riina Salvatore”.
Nonostante il tentativo fallito, le successive indagini condotte
nel tempo e senza soluzione di continuità dai Carabinieri e denominate “OSCAR”,
“PEDRO”, “SISMA”, “ARGO”, “ALEXANDER”, “IAGO”,
“RESET”, “PANTA REI” e, in ultimo “TALEA”,
hanno documentato che cosa nostra, al fine di sopperire alla
mancanza di un organismo decisionale idoneo a dare risposte urgenti in una fase
di emergenza, aveva riconosciuto legittimità ad agire ad un organismo
collegiale “provvisorio”, costituito dai più influentireggenti dei mandamenti della
città, con mere funzioni di consultazione e raccordo strategico fra imandamenti palermitani.
Nulla a che vedere, però, con la sacralità e i poteri della commissione
provinciale.
Ecco perché il 17 novembre 2017, data della morte di Totò RIINA,
costituisce uno storico spartiacque percosa nostra.
Da quella data, infatti, le indagini condotte dai Carabinieri del
Nucleo Investigativo di Palermo suimandamenti di Porta Nuova,
Pagliarelli, Villabate e Belmonte Mezzagno hanno consentito di registrare un
grande fermento all’interno di cosa nostra e - mediante le
intercettazioni, le telecamere e i servizi dinamici sul territorio - è stata
documentata un’escalation di incontri tra vari esponenti apicali
dei mandamenti mafiosicittadini e della provincia.
Le motivazioni di tale effervescenza venivano decodificate a
seguito della captazione di alcune conversazioni ambientali che svelavano i
dettagli di un’importantissima riunione avvenuta, il 29 maggio 2018 –
poco più di sei mesi dopo la morte del capo corleonese – tra i reggenti dei mandamenti
mafiosidella provincia palermitana. Alcune modalità
organizzative, nonché le ragioni dell’importante incontro emergevano, in
particolare, dall’intercettazione di una conversazione intercorsa tra COLLETTI Francesco,
attuale capo del mandamento mafioso di
Villabate, e il suo fidato autista CUSIMANO Filippo,
anch’egliuomo d’onore alla famiglia di Villabate,
e in quanto tale legittimato a conoscere.
Nello specifico, COLLETTI Francesco,
riferendo di aver partecipato alla riunione da poco conclusa, effettuava chiari
riferimenti:
- ad altri importanti capi di mandamenti
mafiosi della città e della provincia, anch’essi partecipanti alla
riunione, quali MINEO Settimo (capo del mandamento
mafioso di Palermo Pagliarelli), BISCONTI Filippo (capo del mandamento
mafioso di Belmonte Mezzagno) e DI GIOVANNI Gregorio (capo delmandamento
mafioso di Palermo Porta Nuova);
- ad altri uomini d’onore che,
sebbene ricoprissero ruoli apicali nelle diverse articolazioni mafiose
territoriali, non avevano l’autorità per partecipare alla riunione;
- alla presenza alla riunione di
altri “vecchi di paese”, e cioè di capi di mandamenti
mafiosi anche esterni alla città di Palermo, oltre a quelli
espressamente citati;
- alla centralità del
ruolo che MINEO Settimo aveva assunto in seno alla
riunione, durante la quale aveva preso la parola e ricordato le relative
regole agli altri intervenuti;
- alla necessità di periodiche
riunioni durante le quali i rappresentanti dei mandamenti dovrebbero
scegliere i vertici delle famiglie mafiose (e in tal senso
durante la prima riunione si accennano a due casi: quello relativo alla scelta
del capo del mandamento della Noce e quello
relativo alla scelta del capo dellafamiglia mafiosa di
Bagheria), dirimere gli eventuali contrasti tra i componenti delle varie
articolazioni, nonché sanzionare gli uomini d’onore in caso di
inadempienze o comportamenti censurabili allontanandoli temporaneamente o
definitivamente dalle rispettive famiglie.
Quindi, dalle parole di COLLETTI traspare che
il 29 maggio 2018 era stata ricostituita la commissione provinciale di
cosa nostra palermitana, la cui sola esistenza e operatività
rappresentano un gravissimo pericolo per l’ordine pubblico sul territorio
dell’intera Provincia.
Elenco degli arrestati:
1) ALBANESE
Stefano, nato
a Termini Imerese (PA) il 24.05.1984, affiliato alla famiglia mafiosa
di Polizzi Generosa(PA);
2) AMODEO Giusto, nato a
Palermo il 26.04.1970;
3) ANNATELLI Filippo,
nato a Palermo il 03.07.1963, capo della famiglia di Corso Calatafimi;
4) BADAGLIACCA
Gioacchino, nato
a Palermo il 30.11.1977, affiliato alla famiglia di Rocca Mezzo
Monreale;
5) BISCONTI Filippo
Salvatore, nato a Belmonte Mezzagno (PA) il 01.01.1960, capo
mandamento di Belmonte Mezzagno - Misilmeri;
6) BONANNO
Giuseppe,
detto Andrea, nato a Misilmeri (PA) il 13.07.1961, affiliato alla
famiglia mafiosa di Misilmeri;
7) CANCEMI
Giovanni, nato
a Palermo il 10.09.1970, affiliato alla famiglia mafiosa di
Pagliarelli;
8) CAPONETTO
Francesco,
nato a Palermo il 11.05.1970, vice capo della famiglia di Villabate;
9) COLLETTI Francesco,
nato a Palermo il 28.02.1969, capo del mandamento di Villabate;
10) COSTA Giuseppe, nato a Palermo il
18.04.1982, affiliato alla famiglia di Villabate;
11) CRINO’ Maurizio, nato a Palermo il
04.02.1971, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
12) CRINO’ Rosalba, nata a Palermo il
07.01.1989;
13) CUSIMANO Filippo, nato a Palermo il
01.04.1976, affiliato alla famiglia di Villabate;
14) D’AGOSTINO Rubens, nato a Palermo il
10.02.1975, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova;
15) DI GIOVANNI Giuseppe, nato a Palermo il
04.01.1980, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova;
16) DI GIOVANNI Gregorio, nato a Palermo il
26.05.1962, capo del mandamento di Palermo Porta Nuova;
17) DI PISA Filippo, nato a Palermo il
11.02.1973, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
18) FERRANTE Andrea, nato a Palermo il
14.05.1975, affiliato alla famiglia mafiosa di Pagliarelli;
19) FUMUSO Francesco Antonino, nato a Palermo il
03.07.1967, affiliato alla famiglia di Villabate;
20) GANCI Vincenzo, nato a Palermo il
30.09.1966, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
21) GRASSO Michele, nato a Palermo il
03.09.1975, affiliato alla famiglia mafiosa di Pagliarelli;
22) LA
BARBERA Simone nato a Mezzojuso 28.7.62
23) LA ROSA Marco, nato a Palermo il
29.08.1981, affiliato alla famiglia mafiosa di Corso Caltafimi;
24) LETO Gaetano, nato a Palermo il
26.12.1980, capo della famiglia mafiosa di Porta Nuova – quartiere
Capo;
25) MADONIA Michele, nato a Palermo il
18.06.1970 affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova;
26) MANISCALCO Matteo, nato a Palermo il
13.07.1955, affiliato alla famiglia mafiosa di Pagliarelli;
27) MARINO Luigi, nato a Palermo il
03.10.1974, , affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova;
28) MERENDINO Pietro, nato a Misilmeri (PA) il
10.04.1965, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
29) MESSICATI VITALE Fabio, nato a Villabate (PA) il
22.01.1974, affiliato alla famiglia di Villabate;
30) MIGLIORE Giovanni Salvatore, nato a Belmonte
Mezzagno (PA) il 06.10.1968, affiliato alla famiglia mafiosa di
Belmonte Mezzagno;
31) MINEO Settimo, nato a Palermo il
28.11.1938 capo della Commissione Provinciale palermitana di Cosa
Nostra e capo del mandamento di Pagliarelli;
32) MIRABELLA Rosolino, nato a Palermo il
11.04.1986, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova;
33) MIRINO Salvatore, nato a Palermo il
18.03.1967, affiliato alla famiglia mafiosa di Corso Calatafimi;
34) MULE’ Massimo, nato a Palermo il
03.02.1972, capo della famiglia mafiosa di Porta Nuova – quartiere
Ballarò;
35) NOCILLA Domenico, nato a Misilmeri (PA) il
21.09.1946, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
36) ORLANDO Nicolò, nato a Misilmeri (PA)
il 06.12.1966, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
37) PISPISCIA Salvatore, nato a Palermo il
14.07.1965, elemento di vertice della famiglia mafiosa di Porta Nuova;
38) RIZZUTO Gaspare, nato a Palermo il
26.10.1982, capo della famiglia mafiosa di Palermo Centro;
39) RUBINO Michele, nato a Palermo il
08.12.1960, affiliato alla famiglia di Villabate;
40) SALERNO Giovanni, nato a Palermo il
20.02.1950, affiliato alla famiglia mafiosa di Porta Nuova;
41) SCAFIDI Pietro, nato a Palermo il
03.04.1992, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
42) SCIARABBA Salvatore, nato a Palermo il
11.11.1950, ivi residente in via Roma n. 59/A, già a capo del
mandamento di Misilmeri - Belmonte Mezzagno;
43) SORRENTINO Salvatore, nato a Palermo il
16.01.1965, capo della famiglia del Villaggio Santa
Rosalia;
44) SUCATO Giusto, nato a Palermo il
28.04.1969, affiliato alla famiglia mafiosa di Misilmeri;
45) SUCATO Vincenzo, nato a Misilmeri (PA) il
27.09.1944, capo della famiglia mafiosa di Misilmeri;
46) TROIA Salvatore, nato a Palermo il
26.08.1960, affiliato alla famiglia di Villabate;
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