Carmelo Barbagallo, Anna Maria Furlan e Susanna Camusso, segretari generali di Uil, Cisl e Cgil |
I sindacati confederali pronti alla mobilitazione con
una grande manifestazione nazionale a gennaio.
Roma, 23 dicembre - “Una Legge
di Bilancio sbagliata, miope, recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e
sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al
Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio
economico e sociale. Per rispondere ad una impostazione di politica economica
assolutamente sbagliata e che non recepisce le richieste della piattaforma
unitaria, Cgil, Cisl e Uil sono pronte alla mobilitazione unitaria che
culminerà con una grande manifestazioni nazionale a Gennaio ”.È questo il duro
giudizio che Cgil, Cisl e Uil esprimono in una nota unitaria sul
Maxiemendamento approvato questa notte con voto di fiducia al Senato che
-aggiungono - “per le modalità della sua approvazione, rappresenta una grave
lesione alla democrazia parlamentare”.
“Nel testo approvato da
Palazzo Madama - scrivono Cgil, Cisl e Uil - non c’è il minimo sforzo per
intercettare le urgenti e profonde necessità espresse dai territori, dal
lavoro, dalle categorie più deboli. Di fronte alle enormi difficoltà dei
lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati, dei giovani, si risponde con la
logica assurda e incoerente delle spese correnti e dei tagli al capitale
produttivo. Le risorse per gli investimenti - già limitate - sono drasticamente
ridotte, bloccando così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali –
a partire da sanità e istruzione - necessaria leva per la creazione di lavoro,
la crescita e la coesione sociale territoriale. Si fa cassa con il taglio
dell’adeguamento all’inflazione per le pensioni sopra i 1522 euro lordi al
mese, il blocco delle assunzioni nella PA fino a novembre e le risorse – insufficienti
- per il rinnovo dei contratti pubblici.
Nessuna risposta sugli
ammortizzatori e neppure sul versante fiscale per lavoratori e pensionati dove
invece si sceglie di introdurre la flat tax e nuovi condoni. Una legge di
bilancio che colloca per il 2020 e 2021 sulle spalle degli italiani un debito
di oltre 50 miliardi in virtù delle clausole di salvaguardia, vincolando così
anche per il futuro qualunque spazio per interventi espansivi che facciano
ripartire il paese. Un andamento che non risparmia, ma anzi infierisce di più
sulle aree deboli del Mezzogiorno, come dimostra il drammatico
ridimensionamento del cofinanziamento europeo per la convergenza territoriale.
Quella voluta dal Governo è
una Manovra che non qualifica la spesa, e umilia economia reale e
competitività, schiaccia la centralità della buona occupazione e del lavoro
nelle dinamiche di crescita e di coesione nazionale. Lasciare che la politica
economica italiana sia ridotta a questo significa condannare il Paese al
declino e alla definitiva rottura del suo tessuto sociale e produttivo”. “Cgil,
Cisl e Uil - conclude la nota - non possono che condannare questo andamento ed
esprimere il più forte dissenso a tale politica economica. Per questo il
sindacato confederale, oggi unito in un fronte compatto di proposta sulla base
di una piattaforma programmatica condivisa e sostenuta da decine di migliaia di
lavoratori e pensionati annuncia l’apertura di una stagione di mobilitazione e
di lotta nelle categorie e sui territori che culminerà con una grande
manifestazione nazionale unitaria a Gennaio.
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