Il Municipio di Corleone |
DINO PATERNOSTRO
Finito il
tormentone sui candidati a sindaco (due-tre-quattro o più...) e presentate le
liste collegate per il consiglio comunale, in attesa delle prime
"uscite" dei protagonisti, si possono cominciare a fare le prime
considerazioni.
A Corleone il prossimo 25 novembre si celebreranno le prime elezioni comunali dopo il trauma
politico, sociale e psicologico dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. E
si vede. La coalizione che nel 2012 sosteneva la sindaca Savona ci ha provato,
ma non è riuscita a ripresentarsi, nemmeno al netto degli “impresentabili” per
legge. Solo il M5S presenta una lista col simbolo di partito, sperando
sull'onda lunga delle politiche. Le altre due liste sono rigorosamente civiche,
con la rivendicazione di questo loro "civismo". Difficile pensare ad
un atto di generosità nei confronti della città. Più probabile, invece, la
consapevolezza che i simboli dei partiti tradizioni in questo momento politico
non tirano molto. Quindi, avanti col civismo!
Non può non
colpire la scomparsa del Pd. Un “cespuglio” piddino si è candidato con
Nicolosi. Altri “cespugli” con Saporito. Ma il Pd e l’idea della rappresentanza
di un centrosinistra largo in grado di competere per il governo della città non
sono decollati, anzi sono scomparsi dall’orizzonte politico corleonese. Si
tratta della vecchia classica diaspora della sinistra, storicamente datata. Ma qui
e adesso a Corleone sembra qualcosa di ancora più grave e definitivo.
Nicolò
Nicolosi ritorna a Corleone, dopo averla amministrata per cinque anni
(2002-2007). "Chiamato a gran voce da diversi amici ed estimatori",
dice lui. Sarà anche vero, ma sommato alla sua voglia (umanamente comprensibile)
di rivalsa nei confronti degli ex amici che nel 2006/2007 lo
"tradirono", arrivando persino a presentargli contro una mozione di
sfiducia.
Corleone “città
aperta”, dopo aver accolto un bisacquinese, non poteva non accogliere il
toscano Maurizio Pascucci, che tra l’altro risiede a Corleone (magari poco, ma
vi risiede…), si è sposato a Corleone e presiede un’associazione a Corleone. Un
toscano a Corleone? Tanti si sono meravigliati. Pensavano magari che il M5S un
candidato corleonese, attingendo al grande serbatoio di giovani che vi
aderisce, lo avrebbe trovato. Invece no. Ed hanno fatto ricorso all’uomo nato a
Poggibonsi, cresciuto a Cecina e adesso di stanza a Corleone, esperto di
movimenti di massa e di antimafia sociale.
Il terzo
candidato, Salvatore Saporito, è un corleonese doc, da sempre gravitante nell’area
del centrosinistra. Ma adesso si è candidato rigorosamente da civico, proposto
dal movimento “Ora Corleone”, che in un primo momento aveva candidato alla
carica di sindaco Paolino Misuraca (adesso nemmeno candidato per il consiglio
comunale). Questo movimento, strettamente legato all’ex parlamentare del Pd
Franco Ribaudo, oggi sindaco di Marineo, ha tentato varie alleanze in diverse
direzioni, ma alla fine si è dovuto friggere col proprio olio. Se è stato un bene
o un male saranno gli elettori a decretarlo.
Per adesso,
buona campagna elettorale a tutti i candidati a sindaco e a tutte le liste che
corrono per il consiglio comunale. E speriamo che tutti, a prescindere dai
ruoli a cui saranno chiamati dall’esito del voto, riusciranno a consolidare l’opera
di risanamento etico iniziato dalla Commissione straordinaria, costruendo una
Corleone città aperta, ma impermeabile ai mafiosi (pulita e “pulita”, quindi),
attrattiva, con la capacità di promuove lavoro, sviluppo, servizi di qualità.
Dino
Paternostro
1 commento:
Che dire? Secondo me è mancato per l'ennesima volta un atto di coraggio e di responsabilità della quasi totalità del mondo corleonese che a vario titolo si occupa di sociale.
Ancora una volta, sicuramente perché sfiduciati dai politicanti, hanno deciso o non hanno trovato il modo di scendere in campo.
Un esempio, ma si potrebbe fare in ogni altro ambito del sociale, il mondo che gravita attorno alla fede invece che "contaminare" positivamente la politica, desistendo in modo netto, mostra di aver paura che invece la politica possa contaminare il proprio credo.
Peccato, l'attuale legge elettorale consentirebbe di scegliere i propri amministratori e di incidere sulle scelte programmatiche. Ci ritroviamo, invece, di fronte a tre candidati a sindaco autoreferenziali.
Posta un commento