L'inaugurazione di via Cesare Terranova |
"A conclusione di questo incarico commissariale posso dire con serenità e anche con grande soddisfazione che la scommessa è stata vinta", ha commentato il prefetto di Palermo. "Il merito è delle tre commissarie che, coinvolte anche emotivamente in questa delicata mission istituzionale, hanno assunto spesso scelte coraggiose, hanno talora buttato il loro cuore oltre l’ostacolo, e che lasciano tante azioni positive. Solo le ultime iniziative: l’apertura del centro disabili, la nuova sede del locale del commissariato di pubblica sicurezza in un immobile comunale appositamente ristrutturato, l’apertura di questa scuola intercomunale dell’infanzia, chiusa da tempo, e resa possibile grazie all’utilizzo di fondi del ministero dell’Interno. GUARDA L'ALBUM FOTOGRAFICO
Del passato - ha proseguito Antonella De Miro -
desidero ricordare il trasferimento di uffici comunali nel bene confiscato a
Rosario Lo Bue, appositamente fatto sgomberare dopo un’occupazione abusiva
durata anni". Quando il Comune arrivò nell'ex casa del boss, fu sistemata
la bandiera italiana sul balcone. "Lo sventolio di quella bandiera
disturbava la quiete di casa di un altro Lo Bue, il fratello di Rosario, che
vive nella stessa palazzina - ha raccontato il prefetto - al punto tale che è
arrivato a minacciare pesantemente una delle tre commissarie. Ma la bandiera è
lì e da lì non si muove".
Alla manifestazione, hanno partecipato alcuni parenti
del giudice Terranova e anche i rappresentanti del centro studi intitolato al
magistrato, l'avvocato Alberto Polizzi e il giudice Cesare Vincenti. Presenti
pure i figli di Lenin Mancuso. Gli studenti dell'istituto secondario di secondo
grado Don Colletti e quelli dell'Agrario Di Vincenti hanno letto brano tratti
dalla sentenza per la strage di via dei Georgofili e dall'ordinanza di rinvio a
giudizio del giudice Terranova per i boss Liggio, Riina e Provenzano.
"Corleone è cambiata - ha detto il giornalista di Repubblica Salvo
Palazzolo, che ha coordinato l'evento - adesso, una bellissima sfida attende
gli studenti di questa città, raccontare i tanti eroi di Corleone che nessuno
ha mai ricordato: negli anni Sessanta, mentre imperversava la guerra di mafia,
alcuni testimoni denunciarono ai carabinieri i mafiosi Riina e
Provenzano, questa storia poteva finire già a quell'epoca. Invece, quei cittadini
furono minacciati e dovettero andare via dalla Sicilia. Anche altri
denunciarono, e furono uccisi. Corleone non si è mai arresa alla violenza
mafiosa".
La Repubblica Palermo, 17 nov 2018
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