In un Paese come l'Italia
dove, si dice, vi sia una democrazia matura, fa una certa impressione vedere i
dirigenti della Federazione nazionale della stampa, il sindacato dei
giornalisti, minacciare uno sciopero perché il governo Salvini-Di Maio potrebbe
mettere a rischio la libertà di stampa - di manifestare liberamente il proprio
pensiero - perché i commenti dei giornali non piacciono. All'inizio si poteva pensare all'atteggiamento di chi,
inopinatamente, si è ritrovato al governo di una nazione
importante come l'Italia. Adesso, invece, rischia di diventare un gioco
pericoloso, considerato il frequente ricorso che si fa alle bugie: taglieremo i
contributi statali agli editori; le società pubbliche dello Stato non devono
più dare pubblicità agli editori di questi stessi giornali al servizio delle
opposizioni... e così via cantando. A parte il fatto che i giornali non
ricevono alcun contributo dallo Stato, essendo delle aziende private e la
pubblicità delle aziende di Stato incide per l'1,5% del fatturato globale, non
è possibile pensare che tutti i giornali d'Italia si siano coalizzati contro il
governo giallo-verde o che tutto ciò che pensano loro signori non debba essere
criticato. E' stato e sarà sempre così. Fino a quando ci sarà la democrazia.
Non a caso, quando si fanno i golpe la prima cosa che si occupa sono i giornali
e le televisioni.
* dalla sua pagina Facebook
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