Contadini
e operai in lotta contro la mafia. Il
ruolo di Nicolò Alongi e Giovanni Orcel
Nel 1919 e 1920, il cosiddetto “biennio
rosso”, in Sicilia ci furono grandi lotte operaie che portarono all’occupazione
del Cantiere navale di Palermo da parte della FIOM (Federazione italiana operai
metallurgici). Segretario della FIOM era Giovanni Orcel, protagonista della
vita sindacale e politica della città, che sperimentò forme di lotta unitaria
con il movimento contadino, di cui uno dei dirigenti più prestigiosi era Nicolò
Alongi, riprendendo una linea che era stata dei Fasci siciliani dei lavoratori
di fine Ottocento.
La borghesia del
tempo vide in questa mobilitazione unitaria un pericolo per il mantenimento del potere e il ricorso
alla violenza mafiosa portò all’assassinio dei due dirigenti. Nicolò Alongi fu
ucciso, nella sua Prizzi, il 29 febbraio del 1920 e Giovanni Orcel fu ucciso, a
Palermo, il 14 ottobre dello stesso anno. I compagni di militanza denunciarono
come responsabili i capimafia del tempo, ma i due delitti rimasero impuniti,
come molti altri che colpirono, prima e dopo, dirigenti e militanti politici e
sindacali. Per ricordare Giovanni Orcel, a cui è intitolata la Camera del lavoro
di Palermo, il Centro Impastato, assieme alla CGIL e alla Camera del lavoro,
nell’ottobre del 2007, ha apposto una
lapide sul luogo del delitto, all’incrocio tra Corso Vittorio Emanuele e Via
Collegio Giusino e ha pubblicato una ricerca che ricostruisce la sua attività.
Con questa iniziativa, che si svolge all’interno
del No mafia Memorial, un progetto a cui il Centro lavora da molti anni e che
comincia a realizzarsi, si vogliono ricordare i due dirigenti e le lotte di
quegli anni, un periodo particolarmente tormentato della storia d’Italia, con
uno scontro tra il padronato e il mondo del lavoro, che avrebbe portato alla
dittatura fascista.
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