Il sindaco Mimmo Lucano |
ROBERTO SAVIANO
Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari, nessuno stupore in un Paese che ha
ormai fatto sua una prassi suicida: criminalizzare la solidarietà. Mimmo Lucano
è stato il primo a essere attaccato da Matteo Salvini ed è oggi il primo a
cadere sotto la scure di una legge iniqua come la Bossi- Fini che nessun
governo, nemmeno quelli che hanno fatto dell’anti-berlusconismo la propria
bandiera, ha voluto cambiare. Fanno sorridere i Di Maio, stolti e pilateschi,
che credono di poter archiviare con un post su Facebook il modello
Riace come una bad practicetargata Pd. La loro incapacità di leggere il
presente è solo pari alla rabbia che covano verso un alleato di governo che li
ha completamente tagliati fuori da quella comunicazione becera di cui si
sentivano padroni.
Eh sì, perché sentire la conferenza stampa di Salvini a Napoli è un piacere
che ciascuno dovrebbe concedersi: intanto scopriamo che il problema di Napoli
sono i motorini sequestrati, che occupano spazio. Se Salvini conoscesse Napoli,
saprebbe che il problema di Napoli semmai sono i motorini non sequestrati,
quelli su cui viaggiano intere famiglie con bambini piccolissimi. Ma siamo
sempre là: il problema di Palermo è il traffico. Il problema del Paese sono gli
immigrati e il problema della Calabria è Mimmo Lucano. E noi illusi che
pensavamo fosse il narcotraffico.
La motivazione dell’arresto di Mimmo Lucano è favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina, ma mai nell’inchiesta leggerete che Mimmo Lucano
ha agito per un interesse personale. Mai. E Mimmo Lucano ha fatto politica
nell’unico modo possibile in un Paese che ha leggi inique. Mimmo Lucano ha
fatto politica disobbedendo. Disobbedienza civile: questa è l’unica arma che
abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di
tutti. Perché tutti abbiamo il diritto di vivere una condizione di pace
sociale, senza nessun ministro che ci indichi numeri civici dove vivono persone
da cacciare in quartieri da « bonificare » . Esatto, bonificare. Queste le
parole di Salvini. Ma bonificare da cosa? Dagli esseri umani? Tutti abbiamo il
diritto di vivere senza cercare colpevoli, e se il ministro ha subito
individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere, il Pd non ha mai compreso
che se davvero voleva ripartire da qualche parte per ritrovare un barlume di
credibilità, avrebbe dovuto farlo da Riace, da Mimmo Lucano. E prima ancora da
Lampedusa e da Giusi Nicolini. E invece Mimmo è solo, e la Bossi-Fini è ancora
lì a inchiodare, a bloccare chiunque decida di accogliere e di salvare vite.
Legge-obbrobrio, legge intoccabile.
Mimmo Lucano, un uomo solo a lottare contro una legge iniqua. Una legge che
vede silenziosamente coesi coloro i quali ogni giorno si presentano a noi come
acerrimi nemici. I Salvini, gli Orfini, i Minniti e i Toninelli, i Renzi, i Martina,
i Di Maio, i Di Battista, i Bonafede, tutti uguali: nessuno di loro ha mai
osato mettere in discussione i frutti più amari del berlusconismo: la
Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi che riempiono le carceri di immigrati e
tossicodipendenti, rendendo il nostro uno Stato-fortezza, uno Stato di
polizia. In un Paese diverso, un partito di sinistra unirebbe elettori solo
dicendo basta a questi due obbrobri.
Vi sembra possibile che il problema della Calabria, terra di narcotraffico
e corruzione criminale, sia l’immigrazione? Mimmo Lucano è stato arrestato
anche per « fraudolento affidamento diretto della raccolta rifiuti», eppure mai
si legge negli atti della Procura di Locri che abbia agito per guadagno
personale, anzi si sottolinea il contrario.
Il razzismo oggi in Italia è usato come arma di distrazione di massa,
dovremmo rassegnarci a questa pratica trasversale a ogni partito, ma no. Non ci
rassegniamo.
Questo governo, attraverso l’utilizzo politico di questa inchiesta
giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo
atto verso la trasformazione definitiva dell’Italia da democrazia a Stato
autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche.
Ma le parole sono superflue, anche le mie. Andate piuttosto a Riace,
vedrete bambini africani che parlano calabrese e case in disuso messe a
disposizione degli immigrati da chi ha lasciato l’Italia, da italiani migranti
economici accolti in Australia o in Sudamerica. Italiani che in questa Italia
non ce l’hanno fatta.
Dobbiamo mettere il nostro corpo in difesa del progetto Riace che è il
modello più importante di accoglienza di tutto il Mediterraneo. «Io la carta
d’identità gliela faccio... Io sono un fuorilegge, sono un fuorilegge perché
per fare la carta d’identità io dovrei avere un permesso di soggiorno in corso
di validità... in più lei deve dimostrare che abita a Riace, che ha una dimora
a Riace, allora io dico così, non mando neanche i vigili, mi assumo io la
responsabilità e gli dico va bene, sono responsabile dei vigili...la carta d’identità,
tre fotografie all’ufficio anagrafe, la iscriviamo subito… » . Io sono un
fuorilegge, dice Mimmo Lucano. Fuorilegge per aver fatto carte d’identità a chi
avrebbe dovuto avere documenti per diritto e in tempi brevi. Per essersi
assunto, da solo, le responsabilità che dovrebbe assumersi un intero Paese. E
invece, insieme a questa politica codarda, tutti giriamo lo sguardo altrove.
Agli occhi dell’opinione pubblica si vuol far passare Mimmo Lucano per
colpevole e chi ha rubato agli italiani quasi 50 milioni di euro, e chi ha
sequestrato persone inermi per bieco profitto politico, no. Tutto questo è
assurdo e paradossale.
Ecco perché vi invito tutti a stare accanto a Mimmo Lucano; la democrazia
va difesa e questo processo diventa un banco di prova: impegniamoci tutti a
smontare, una a una, le accuse a Mimmo Lucano. È l’unico modo che abbiamo per
difendere il nostro Paese e quello che siamo.
La caccia agli oppositori si è aperta, ci arrendiamo al processo di
trasformazione della Repubblica italiana nella Repubblica ungherese di Orbán?
No, non ci arrendiamo. Attiviamoci tutti, ché ora tocca a noi perché, come
scrisse Bertolt Brecht: « Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza
diventa dovere».
La Repubblica, 3 ottobre 2018
Nessun commento:
Posta un commento