Giovanni Orcel |
Palermo 11 ottobre 2018 – Domenica 14 ottobre, per il 98°anniversario dell’assassinio di Giovanni Orcel, segretario della Federazione dei Metallurgici di Palermo, la Cgil alle 9 lo ricorda con la deposizione di una corona davanti alla lapide in corso Vittorio Emanuele, all’incrocio con via Collegio Giusino, nel luogo dove il dirigente sindacale, che aveva 33 anni, venne colpito a morte. Interverranno Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo, Dino Paternostro, responsabile Legalità e memoria storica Cgil Palermo e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
A seguire, alle 10, al No mafia Memorial di corso Vittorio Emanuele 353, si terrà un incontro organizzato dalla Cgil e dal centro documentazione Peppino Impastato su “Contadini e operai in lotta contro la mafia. Il ruolo di Nicolò Alongi e Giovanni Orcel”. Introduce Umberto Santino, presidente del centro Impastato. Intervengono Giovanni Abbagnato, autore del libro 'Giovanni Orcel', Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo, Francesco Foti, segretario della Fiom di Palermo, Dino Paternostro, responsabile dipartimento Legalità e memoria storica della Cgil Palermo. Sarà proiettato un video su Orcel di Ottavio Terranova.
“Con questa iniziativa, che si svolge all’interno del No mafia Memorial – spiega Umberto Santino, presidente del centro Impastato - un progetto a cui il Centro lavora da molti anni e che comincia a realizzarsi, si vogliono ricordare i due dirigenti e le lotte di quegli anni, un periodo particolarmente tormentato della storia d’Italia, con uno scontro tra il padronato e il mondo del lavoro, che avrebbe portato alla dittatura fascista”. “Orcel aveva elaborato una piattaforma rivendicativa che puntava alla giornata lavorativa di 8 ore, all’abolizione delle gabbie salariali, all’istituzione di spazi di democrazia per gli operai. Orcel – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo - era diventato il punto di riferimento della sinistra “rivoluzionaria” a Palermo e in provincia. Nel progetto di recupero della memoria storica dei protagonisti del movimento operaio e contadino della Cgil, la figura di Giovanni Orcel è stata accostata a quella di Nicola Alongi, ucciso a Prizzi pochi mesi prima, nel febbraio dello stesso anno, per rendere vivo il collegamento tra le lotte operaie urbane e le lotte contadine delle campagne”. “Orcel – aggiunge il responsabile Legalità e memoria storica di Cgil Palermo Dino Paternostro - chiedeva verità e giustizia per l'omicidio Alongi, fino a un mese prima della sua uccisione andava in Tribunale a portare prove che aiutassero a individuare il colpevole. Durante l'occupazione del cantiere Navale nel settembre del 1920, nel corso di uno sciopero, gli operai in autogestione costruirono una nave che venne dedicata a Nicola Alongi. Un mese dopo anche Orcel venne ucciso”.
Nel 1919 e 1920, il cosiddetto “biennio rosso”, in Sicilia ci furono grandi lotte operaie che portarono all’occupazione del Cantiere navale di Palermo da parte della Fiom. Segretario della Fiom era Giovanni Orcel, protagonista della vita sindacale e politica della città, che sperimentò forme di lotta unitaria con il movimento contadino, di cui uno dei dirigenti più prestigiosi era Nicolò Alongi, riprendendo una linea che era stata dei Fasci siciliani dei lavoratori di fine Ottocento.
La borghesia del tempo vide in questa mobilitazione unitaria un pericolo per il mantenimento del potere e il ricorso alla violenza mafiosa portò all’assassinio dei due dirigenti. Nicolò Alongi fu ucciso, nella sua Prizzi, il 29 febbraio del 1920 e Giovanni Orcel fu ucciso, a Palermo, il 14 ottobre dello stesso anno. Fu accoltellato in corso Vittorio Emanuele dopo le 23, da uno sconosciuto che si avventò sul sindacalista colpendolo al fianco sinistra e lasciandolo per terra dissanguato. Orcel era da poco uscito dalla sede sindacale di via Lungarini, per discutere delle elezioni amministrative che si sarebbero tenute a novembre.
Il Partito Socialista l’aveva candidato alla Provincia. Ai suoi funerali parteciparono oltre 10 mila persone che sfilarono in corteo chiedendo giustizia per il suo assassinio. I compagni di militanza denunciarono come responsabili i capimafia del tempo, ma i due delitti rimasero impuniti, come molti altri che colpirono, prima e dopo, dirigenti e militanti politici e sindacali. Nel 2007 la lapide posta da Cgil e centro Impastato.
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