venerdì, settembre 14, 2018

Strage Borsellino. Ha svelato il grande depistaggio indagato cronista di Repubblica

Salvo Palazzolo

FRANCESCO PATANE'
PALERMO. Indagato per aver dato la notizia che stava per partire un processo sul più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana, quello sulla strage di via D’Amelio che vede coinvolti tre poliziotti. L’abitazione del cronista di Repubblica Salvo Palazzolo è stata perquisita ieri per otto ore su ordine della procura di Catania. Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria e investigatori della polizia postale etnea hanno sequestrato il telefonino del giornalista, un tablet e tre hard disk. «Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio in concorso», è l’accusa contestata dal procuratore aggiunto Francesco Puleio.
Palazzolo è finito sotto inchiesta per l’articolo che l’8 marzo scorso raccontava della chiusura dell’indagine della procura di Caltanissetta sul depistaggio del caso Borsellino: il prossimo 20 settembre inizierà l’udienza preliminare per il funzionario Mario Bo, per l’ispettore Fabrizio Mattei e per Michele Ribaudo, sono accusati di aver costruito ad arte, assieme all’allora capo della squadra mobile Arnaldo La Barbera, il falso pentito Vincenzo Scarantino. La procura di Catania contesta a Salvo Palazzolo di aver scritto della chiusura dell’indagine, su Repubblica. it, tre ore e mezza prima che i difensori dei poliziotti ricevessero la notifica ufficiale del provvedimento.
« Ancora un giornalista indagato per aver dato una notizia — affermano la Federazione nazionale della stampa italiana e l’Associazione siciliana della stampa — È in corso in tutta Italia un attacco durissimo contro la libertà di informazione e contro i cronisti liberi che con il loro lavoro garantiscono ai cittadini il diritto ad essere informati. La perquisizione e il sequestro del telefono, oltre che l’accesso ai dati contenuti nel computer, rappresentano una grave violazione del diritto alla tutela delle fonti e del segreto professionale ». L’Ordine dei giornalisti di Sicilia ribadisce: « Palazzolo è colpevole di avere fatto bene il proprio lavoro, di essersi occupato, con scrupolo e con la serietà che gli è riconosciuta da tutti, della vicenda del depistaggio di via D’Amelio».
Per il vice presidente dell’Unione nazionale cronisti, Leone Zingales, « Salvo Palazzolo ha semplicemente svolto il proprio compito: ha trovato una notizia e l’ha pubblicata».
La Repubblica, 14 sett 2018

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