Domani ricorre il 37° anniversario dell’omicidio del Maresciallo
dei Carabinieri Vito IEVOLELLA.
Alle 10.00, in piazza Principe di Camporeale, alla presenza del
Comandante della Legione Carabinieri “Sicilia”, Generale di Brigata Giovanni
CATALDO, sarà deposta una corona d’alloro sulla lapide dedicata al caduto.
Alle 10.30 verrà celebrata la messa nella chiesa di Santa
Maria Maddalena, all’interno della Caserma “Carlo Alberto Dalla Chiesa”, sede
del Comando Legione Carabinieri Sicilia.
NOTA BIOGRAFICA SU
VITO IEVOLELLA
Il 10 settembre 1981, Vito IEVOLELLA, a bordo della propria autovettura
Fiat 128 con la moglie Iolanda, nell’attesa della figlia Lucia, impegnata in
una lezione di scuola guida, veniva freddato da sicari di cosa nostra in Piazza
Principe di Camporeale di Palermo.
All’agguato parteciparono quattro killer mafiosi armati di pistole calibro
7,65 e fucili caricati a pallettoni, che giunti a bordo di una Fiat Ritmo,
risultata poi rubata, scesi dall’autovettura fecero fuoco in direzione del
Maresciallo Ievolella, la moglie riportò una leggera ferita alla regione
sopraccigliare destra.
Il mezzo usato dai killer fu dato alle fiamme e quindi abbandonato in via
Caruso dove fu ritrovato dai Carabinieri.
Fu chiaro immediatamente che l’assassinio del Maresciallo Ievolella era da
inquadrare in un programma mafioso teso all’eliminazione di quanto si opponesse
all’espansione degli interessi criminali.
Per i fatti di sangue sono stati infatti condannati, Tommaso e Francesco
SPATARO, Pietro SENAPA e Giuseppe LUCCHESE elementi inseriti in cosa nostra
palermitana. I collaboratori di giustizia Salvatore COCUZZA e Salvatore
CANCEMI, condannati a 10 anni per avere fattivamente attinto a morte il
sottufficiale dell’Arma, hanno contribuito alla ricostruzione dell'agguato.
Il Maresciallo IEVOLELLA era molto noto negli ambienti investigativi
dell’Arma e tra i Magistrati per le sue capacità professionali, per l’impegno
investigativo e per la determinazione nel fare luce tanto sul delitto comune
quanto su quello mafioso.
Prestava servizio a Palermo dalla sua nomina a Vicebrigadiere, prima presso
le Stazioni di Palermo Duomo e Palermo Centro e dal 1965 presso il Nucleo
Investigativo del Gruppo di Palermo.
Il valore e l’impegno nell’attività investigativa, gli erano valsi sette
encomi solenni e quattordici lettere di apprezzamento del Comandante Generale
dell’Arma. Da parte della stampa, aveva ricevuto appellativi come “segugio
temuto dai boss” e “specialista in casi difficili”.
Al Maresciallo IEVOLELLA, il Capo dello Stato concedeva la Medaglia d’Oro
al Valore Civile con la seguente motivazione:
“Addetto a Nucleo
Operativo di Gruppo, pur consapevole dei rischi a cui si esponeva, si impegnava
con infaticabile slancio ed assoluta dedizione al dovere in prolungate e difficili
indagini – rese ancora più ardue dall’ambiente caratterizzato da tradizionale
omertà - che portavano all’arresto di numerosi e pericolosi aderenti ad
organizzazioni mafiose. Proditoriamente fatto segno a colpi d’arma da fuoco in
un vile agguato tesogli da quattro malfattori, immolava la vita ai più nobili
ideali di giustizia e di grande eroismo”.
Nel 2000 gli è stata intitolata la nuova sede della stazione Carabinieri
“Falde” sita nel quartiere Montepellegrino di Palermo, e una strada cittadina.
E’ ricordato dai colleghi per la sua capacità di conciliare la qualità di
rapporti familiari con il peso e i vincoli delle responsabilità professionali.
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