Placido Rizzotto nel film di Pasquale Scimeca |
NANDO DALLA CHIESA
Ci sarà
anche quest’anno l’università itinerante, l’invenzione didattica di cui sono
più orgoglioso, il cuore delle meraviglie per i lettori di “Per fortuna faccio
il Prof” (non c’è una presentazione del libro in cui non mi chiedano di
parlarne). E sarà tra il 2 e il 9 settembre. Meta: Palermo e Corleone, con
chiusura a Sciacca. Itinerante per davvero, non cosa per poltroni. Anche perché
quest’anno non sono previste attività lavorative, se non quelle di autogoverno.
Viaggio, osservazione, interviste, conoscenza di persone eccezionali (eppur
normali), apprendimento; e contemplazione di bellezze abbaglianti. Stando tutti
insieme, che è condizione per imparare di più e più in profondità. A studiare
Palermo quest’anno capitale della cultura, anche civile, come
giustamente insiste a dire Leoluca Orlando; a vedere come un giorno storico di
lutto, il 3 settembre, è stato trasformato in festa di popolo, la “festa
dell’onestà”. E poi a studiare il movimento contadino, il glorioso sindacalismo
contadino siciliano, senza eguali nell’Europa del Novecento. A Corleone non mi
frega nulla di Totò Riina (capiamoci…), voglio sapere invece degli eroi della
giustizia sociale, da Bernardino Verro a Placido Rizzotto (qui nell’immagine
del bel film di Pasquale Scimeca), e poi di Epifanio Li Puma e di Nicolò Azoti,
il coraggio della sfida, la memoria che tutto ha superato, perfino l’impunità
degli assassini. Voglio andare a Portella della Ginestra con i miei allievi. E
lì vedere insieme con qualche testimone, e insieme raccontare e riflettere. E
poi a Sciacca, a ricordare Accursio Miraglia. E a Sciacca chiudere tutto con un
bagno di tramonto settembrino. E prima guardare le stelle di Corleone
attraverso le gole di Prizzi, dove saremo ospitati grazie al sindaco. Le gole
di Corleone di notte…uno dei ricordi più belli e misteriosi che ho. Quel che vi
è stato di terribile non annulla il fascino dei luoghi né l’orgoglio delle
sfide collettive (e individuali, talora). Bisogna rileggere la storia d’Italia
da questa parte della Sicilia. Che non significa capovolgerla, ma entrarci
dentro per davvero. Saremo una quarantina circa. Poi sarà per mesi narrazione
collettiva. Compresa quella dei cannoli e delle arancine (con l’infinito
dibattito: arancine o arancini?). Vi racconteremo.[ Per le ultime domande, fino al 20, rivolgersi a cross@unimi.it. Costo totale circa 150 euro, più il viaggio andata/ritorno per Palermo. A coordinare, e ci lavorano già da settimane, Salvatore detto Turi, palermitano, e Ilaria, allieva milanese prediletta e dottoranda a Roma. Infine, per chi fosse interessato: 3 crediti sono sempre stati riconosciuti]
14 luglio 2018. 2018
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