Enrico del Mercato
Quanto più è nera la notte del pregiudizio tanto più bisogna accendere la
luce della ragione. È per questo che il manifesto antirazzista che viene
scritto a Palermo — città che per tradizione e per coraggiosa scelta
dell’amministrazione che la guida ha deciso di fare dell’accoglienza un suo
tratto identificativo — suscita speranza. La speranza delle parole, magari
più difficili da usare, ma che hanno il pregio, la forza, la dignità della
chiarezza. Sono parole chiare quelle che servono in tempi come questi, nei
quali chi governa usa parole d’odio, parole che dividono, o se la cava con
messaggi ambigui che sono perfino più pericolosi. La parola chiara che detta,
prima di ogni altra, il manifesto delle associazioni palermitane è quella
che in molti vorrebbero nascondere sotto la coltre dell’ipocrisia: in Italia,
oggi, c’è un’emergenza razzismo. C’è una crescente e invasiva malapianta della
discriminazione che si nutre di parole, di gesti, di sguardi e di silenzi.
Ecco, dire forte e chiaro che l’emergenza razzismo c’è è il primo passo che
qualsiasi persona di buon senso, prima ancora che di buona volontà, dovrebbe
fare.
Questo manifesto lo fa. E chiede alla politica, alle forze dell’ordine,
alle istituzioni di dirlo anche loro in modo forte e chiaro.
Non ci si può nascondere dietro i distinguo, le sottigliezze, non si può —
come pure è stato fatto — cacciare la testa sotto il velo della «goliardia» per
giustificare le ripetute aggressioni contro immigrati o italiani con la pelle
nera. È questa coraggiosa chiarezza delle parole adoperate dai firmatari che ci
rende felici del fatto che il manifesto antirazzista prenda le mosse dalle
pagine di questo giornale.
Ed è per questo che cercheremo di dargli la maggiore diffusione
possibile, in modo da raccogliere sempre più firme sotto di esso. Sappiamo
che il razzismo non è solo il frutto dell’ignoranza e della propaganda, ma
anche della paura e della cattiva informazione. Il grande spostamento di
uomini e donne tra i continenti, il diritto di ogni uomo a cercare la felicità
e migliori condizioni di vita, sono fenomeni troppo grandi per essere
lasciati alle parole piccole di politici in cerca di facile consenso o agli
slogan di riemergenti nostalgici di un passato nefasto.
Ecco perché, oltre a ospitare il manifesto-appello delle associazioni
palermitane, cercheremo di approfondire alcune questioni che riguardano
l’immigrazione, per provare a smontare alcune delle "bufale" che la
propaganda razzista ha messo sul tavolo della discussione: dalla presunta
"invasione" al fatto che gli immigrati ruberebbero il lavoro agli
italiani. Insomma, proveremo ad accendere la luce della ragione adoperando il
metodo del giornalismo: fatti, non parole. Soprattutto, non parole di odio e di
discriminazione, utili probabilmente a raccattare voti, ma pericolose per il
futuro della convivenza civile che qualunque uomo e qualunque donna di questo
secolo — indipendentemente dal fatto che si dichiari di destra, di centro, di
sinistra o perfino post-politico — dovrebbe avere a cuore.
La Repubblica Palermo 14 agosto 2018
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